Nella mattinata di oggi un gruppo di lavoratori della Piattaforma Polifunzionale di Brindisi, da Gennaio disoccupati, ha manifestato pacificamente sotto il Palazzo del Comune di Brindisi.
I lavoratori hanno esposto striscioni, cartelloni ed hanno emesso una nota che di seguito pubblichiamo integralmente.
“Il sit-in – fa sapere Mino Marra, portavoce dei lavoratori – è il primo di una serie di manifestazioni pacifiche volte a sollecitare la politica e le istituzioni sulla nostra vicenda, la storia di un gruppo di lavoratori e di una struttura pubblica vittime di un batti e ribatti che non tutela nessuno: né noi né l’azienda. Altri sit-in seguiranno nei prossimi giorni e coinvolgeranno altri Palazzi cittadini”
Di seguito riportiamo la nota degli operai
Siamo i lavoratori della Piattaforma Polifunzionale di Brindisi, una struttura PUBBLICA, con già alle spalle un’ attività decennale nel campo dello smaltimento dei rifiuti industriali.
Nel nostro sit-in, che vuole essere pacifico, esprimiamo la nostra angoscia senza fine per aver dovuto assistere alla perdita del posto di lavoro, divenendo così DISOCCUPATI nonostante avessimo un contratto a tempo indeterminato!
Continuiamo a pagare a duro prezzo l’inadeguatezza di scelte che riguardano il territorio. Ancora una volta ci troviamo a non poter garantire un presente e un futuro alle nostre famiglie, sebbene ci sia alle spalle un’ azienda (Termomeccanica s.p.a.) che vorrebbe investire nella Piattaforma più di 50 milioni.
Le scelte di chi sta nei Palazzi, però, non guardano al futuro di noi lavoratori e di altri che se ne aggiungerebbero. In questa città, già contraddistinta da una povertà sociale disarmante, si vorrebbe privare il territorio di una infrastruttura dalle molteplici potenzialità, utilissima valvola di sfogo per tutta l’ area industriale, che grazie alle migliori tecnologie disponibili fornirebbe supporto alle aziende del luogo proponendosi come vantaggiosa occasione di rilancio per l’occupazione.
Si vorrebbe clamorosamente ignorare perfino un importantissimo accordo risalente al 31 Marzo 2009, con cui l’allora Sig. Prefetto di Brindisi, Provincia di Brindisi, Regione Puglia, Sindacati e Confederazioni, congiuntamente convenivano che si proseguisse a dare continuità all’attività della Piattaforma e ai suoi lavoratori tramite un nuovo bando di gara da affidare all’ ASI (proprietario della struttura) affinchè individuasse una nuova Società, dopo l’ improvvisa dipartita del precedente gestore.
Che fine ha fatto questo accordo?! Questo continuiamo a chiederci!
A cosa è servito a Prefettura e Istituzioni del territorio ordinare un “diktat” ai proprietari, se poi dalle stesse Istituzioni giungono segnali di preclusione al progetto di revamping, proprio ora che la nuova azienda si è insediata?
Come si può permettere che si lasci marcire un’ opera che appartiene ai cittadini e che a suo tempo costò varie decine di miliardi di lire per la sua realizzazione?
L’ “assordante” silenzio di chi dovrebbe salvaguardare lavoratori e impianti pubblici non fa che aumentare lo sprofondo. Buona parte della politica brindisina ha totalmente trascurato questa vicenda, anche chi con quell’ Ordine del Giorno nel Consiglio Comunale del 19 Dicembre scorso, intendeva ” ..impegnare il Sindaco a convocare urgentemente un tavolo istituzionale con gli Enti attori ed in particolare con l’ ASI per garantire il futuro occupazionale dei lavoratori..”. Bell’ iniziativa, non c’ è che dire, soprattutto perchè approvata all’ unanimità da tutti i rappresentanti nell’ aula. Ai verbali però occorrerebbe far seguire degli atti concreti! Ma è in questo che il nostro sistema risulta quantomai carente. Delegare solo il Primo Cittadino e illudersi che ciò basti ad avere pulita la coscienza non è dimostrazione di serietà. Dove sono i Consiglieri che tanto avevano a cuore la sorte di noi dipendenti? Garantire un futuro occupazionale, a nostro avviso, significa valorizzare intanto ciò che si ha a disposizione.
Fantasiose quanto improbabili soluzioni non porteranno che ad un ulteriore e dannosa perdita di tempo. Abbiamo il dovere di non cedere a chi non si cura del nostro futuro, e abbiamo diritto di pretendere che ci venga ridata la DIGNITA’ di lavoratori che ci spetta; qualcuno ci dovrà spiegare perchè siamo in mezzo ad una strada!
Continueremo a manifestare; lo faremo nel nome di quel RISPETTO che ci è dovuto, nel nome di quella PROFESSIONALITA’ che ancora ci accompagna, nel nome della PASSIONE mai domata per il nostro lavoro.
Perchè chi crede nel lavoro profuma di onestà!
Nella speranza che il 1 Maggio a Brindisi torni ad essere occasione di festa per tanti, non giorno di celebrazione per pochi, pochissimi privilegiati.
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