Ieri pomeriggio la Regione Puglia, per bocca del presidente Vendola e del presidente del Consiglio Regione Introna, aveva sostenuto parere “negativo sulla localizzazione a San Foca, nel comune di Melendugno, dell’approdo del gasdotto Tap”.
Lo aveva fatto al termine di un incontro con una rappresentanza dei sindaci del Salento rappresentati dai primi cittadini dei comuni di Vernole, Melendugno, Lizzanello, Castrì di Lecce, Carmiano, Guagnano e Tricase.
Vendola aveva aggiunto “noi abbiamo dato la disponibilità a lavorare per la ricerca di siti alternativi. E per questo abbiamo deciso che da oggi parte un tavolo tecnico congiunto che si occuperà delle alternative localizzative”.
Dopo queste dichiarazioni ha preso immediatamente corpo l’ipotesi “Brindisi”, balenata nei giorni scorsi anche per voce di alcuni rappresentanti delle istituzioni locali ma avversata da partiti e da quella parte di società civile attenta all’ambito ambientalista.
A Vendola ha indirettamente risposto Gianpaolo Russo, Ad di Trans Adriatic Pipeline Italia che, a margine dell’Energy summit in corso a Milano, ha spiegato che è impossibile cambiare approdo di San Foca.
Ha detto Russo: “Non crediamo che ci sia un sito alternativo che abbia le stesse qualità tecniche ambientali come quello d San Foca. Abbiamo un progetto approvato su di un’area dove la commissione VIA e il ministero dell’Ambiente dicono che l’area è meno impattante. Occorrerebbe trovare un’area a pari qualità ambientali.
Tap è a Melendugno da ottobre 2010 ufficialmente con documenti depositati – ha sottolineato Russo – I pareri espressi fino a oggi anche dalla Regione Puglia non erano negativi su San Foca. E l’approdo non può essere un tema umorale, collegato alla stagione dell’olio.
Se ci deve essere un’alternativa ci dovrebbe essere un allineamento delle diverse istanze politiche, quindi fra governo, Regione e i territori, ma – ha concluso Russo – per inizio 2015 ci aspettiamo la conclusione del percorso autorizzativo, nel 2016 l’inizio dei lavori, a giugno 2019 la chiusura e a gennaio 2020 si parte con 10 miliardi di metri cubi di gas”.
Ricordiamo che l’azionariato di TAP è oggi composto da BP (20%), SOCAR (20%), Statoil (20%), Fluxys (19%), Enagás (16%) e Axpo (5%).
Le dichiarazioni di Russo hanno stizzito il consigliere regionale (nonché segretario regionale) PD Sergio Blasi che da diverso tempo – pur senza mai aver ascoltato l’opinione di Enel al proposito – sostiene che “l’approdo a Cerano, nei pressi della centrale a carbone Federico II di Enel, è la soluzione più utile per creare le condizioni per la decarbonizzazione della produzione di energia elettrica in Puglia“.
Questa l’accusa di Sergio Blasi all’azienda Tap: “Per settimane la Tap, per bocca dei suoi rappresentanti, si è detta disposta a cambiare il punto di d’approdo del gasdotto a patto che la Regione indicasse un sito alternativo. Ora che la Regione sta lavorando a una proposta insieme ai sindaci del territorio, la Tap chiude le porte rimangiandosi l’impegno. Tutto questo è indecoroso e svela, se ce ne fosse ancora bisogno, l’approccio conflittuale e pericoloso di questa azienda al rapporto con il territorio sul quale pensa di fare affari.
I sindaci e il governo regionale che in questi giorni stanno discutendo di un approdo alternativo tengano però presente che non si tratta solo di spostare la Tap da San Foca. Con questa logica ogni Comune, legittimamente, si rifiuterebbe di ospitarla. Si ragioni invece in termini di opportunità e di risarcimento ambientale per individuare il nuovo approdo.
E per Blasi “l’unico risarcimento ambientale possibile per una terra stanca di contare i malati sarebbe l’approdo a Cerano” perché – sempre secondo il consigliere leccese – “smettere di subire le conseguenze ambientali e sanitarie è un buon motivo per cui le comunità potrebbero accettare il gasdotto”.
Peccato per Blasi che a Brindisi la si pensi diversamente. Fermorestando che per rendere plausibile la sua ipotesi occorrerebbe sentire il parere di Enel, è noto che il pensiero dei brindisini si divide in due blocchi, nessuno dei quali propende per Cerano: le associazioni ed alcuni partiti restano del tutto contrari al progetto Tap (indipendentemente dal suo approdo), mentre chi si è espresso a favore dell’approdo a Brindisi ha sempre paventato l’ipotesi della zona industriale e non certo quella di Cerano.
Ore.Pi.
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