“Mi auguro che tutti cambino idea e che tutti sostengano la Regione Puglia nella battaglia per togliere da Melendugno il gasdotto TAP e spostarlo più a nord”: questa è l’ennesima dichiarazione del Presidente della Regione Puglia sul problema della TAP . Parole che dimostrano come per Emiliano sia diventata una ossessione la tesi secondo cui il gasdotto debba essere spostato da San Foca in una zona “più a nord” vale a dire sulla costa brindisina.
Contro i risultati di tutti gli accertamenti effettuati, contro ogni buon senso e contro elementari ragioni di giustizia il Presidente Emiliano continua quindi la sua “battaglia” non limitandosi a sostenere che l’approdo del gasdotto non debba essere realizzato nel luogo già prescelto ma precisamente indicando la costa brindisina e cioè sul litorale di quel territorio che ha subito negli anni scorsi micidiali attacchi ambientali: Petrolchimico, Centrali a carbone e industrie inquinanti di vario genere che hanno devastato l’ambiente e colpito gravemente la salute di tanti cittadini. E che le cose stiano così lo sa benissimo il Presidente Emiliano anche perché egli , in qualità di Sindaco di Bari, ebbe la sensibilità di partecipare nel nostro capoluogo a diverse manifestazioni di protesta durante la lotta popolare che riuscì a bloccare l’insano progetto di “regalare” il rigassificatore della British Gas al già martoriato territorio brindisino.
Che senso ha allora assecondare la protesta leccese contro il gasdotto a San Foca e insistere per collocarlo sul litorale della comunità brindisina che ha mille ragioni in più, rispetto a quelle prospettate dai movimenti della confinante provincia, per opporre a tale ipotesi il suo corale e fermo rifiuto? Una domanda alla quale non si può rispondere affermando, come ha fatto il Presidente Emiliano, che lui difende “la spiaggia più bella d’Italia” perché l’Italia è piena di spiagge belle e tutte le comunità del nostro Paese, a partire da quelle che hanno già pagato enormi costi ambientali a causa di certe discutibili scelte politiche, hanno il sacrosanto diritto di tutelare le loro spiagge.
Il fatto è che, la Regione Puglia – giova ricordarlo – guarda ormai da tempo all’area di Brindisi come alla “cenerentola” delle province pugliesi. Considera cioè Brindisi un territorio che può essere agevolmente privato di tutti i centri decisionali di rilievo e al tempo stesso gravato da onerosi pesi ambientali quasi fosse il ricettacolo naturale di tutto ciò che danneggia e inquina. Un atteggiamento che la politica locale ha il dovere di denunciare e che la società civile non mancherà di contestare anche con ricorso, se sarà necessario, alla mobilitazione democratica e alla protesta popolare.
FORUM AMBIENTE, SALUTE E SVILUPPO
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