La mancanza di lavoro è la prima delle urgenze da risolvere nella nostra nazione. Per creare occupazione sono necessari molti miliardi di euro che da un lato serviranno a ridurre i costi per l’imprenditore, dall’altro a rimpinguare la busta paga del lavoratore.
E’ illusorio pensare che questa enorme mole di denaro possa giungere solo da un ulteriore aumento delle tasse o da un taglio estremo di costi e servizi della pubblica amministrazione. Per trovare nuova liquidità è necessario a nostro giudizio avvalersi di strumenti finanziari innovativi che incentivino la domanda di beni e servizi rimettendo in moto l’economia. Uno di questi strumenti potrebbe essere, a nostro giudizio, la creazione di una moneta locale che non andrà a sostituire l’euro ma che lo integrerà all’interno di circuiti economici ristretti come possono essere quelli di un comune.
La moneta locale funziona un po’ come i “buoni pasto” che vengono accettati da molti supermercati e che valgono a tutti gli effetti come denaro contante. Per avere un’idea di quanto si potrebbe risparmiare con questo sistema basta fare alcuni conti. La pubblica amministrazione costa all’anno circa 800 miliardi di euro. Una cifra molto vicina a questa è il costo delle pensioni. Se lo Stato pagasse gli stipendi e le pensioni per il 70% in euro e per il 30% con moneta locale potrebbero emergere risorse per sostenere lo sviluppo ed il lavoro per almeno 300-400 miliardi di euro all’anno.
Lo svantaggio per il lavoratore si limiterebbe al fatto che il 30% del suo stipendio sarebbe spendibile solo in ambito strettamente locale (nei negozi cittadini, dal parrucchiere, dal medico, dal fruttivendolo, dal panettiere del proprio comune). Questo avrebbe però il vantaggio di incentivare l’economia cittadina a discapito delle multinazionali della distribuzione che esigerebbero pagamenti esclusivamente in euro che andranno ad arricchire economie lontane e già estremamente ricche.
Quella che abbiamo descritto non è un’utopia o il frutto di visioni oniriche ma una realtà legalmente riconosciuta e presente in diverse aree del mondo come in alcuni comuni della Baviera e della Francia.
Con i dovuti correttivi e con il consenso delle forze sociali siamo convinti possa trattarsi di una via d’uscita percorribile per iniziare a risolvere i titanici problemi che opprimono sia la nostra stremata nazione che il nostro martoriato territorio. Sarebbe infine il punto di equilibrio tra chi intende restare nell’area euro paventando i rischi di una ipotetica uscita e chi propugna invece una maggiore autonomia nella gestione dell’economia nazionale e locale.
Salvatore Valentino
Consigliere comunale PD
Coordinatore Comitato per Matteo Renzi
“Brindisi Democratica”
SOLO AD UNA PERSONA CON I PARAOCCHI POTEVA VENIRE UN IDEA SIMILE.
SE I FALSARI RIESCONO A FALSIFICARE GLI EURO EMESSI DALLA ZECCA FIGURARSI DELLE BANCONOTE DI CARTA STRACCIA. SE NON HAI INTERESSI PERSONALI, CREDO CHE
FARESTI ARRICCHIRE I COMUNI ED I FALSARI.