Di seguito riportiamo integralmente il testo di una interrogazione presentata dal Senatore Vittorio Zizza (FI) al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Premesso che:
le intenzioni del Ministro sono indirizzate ad una riforma delle Autorità portuali e logistiche di interesse strategico mediante l’adozione di un Piano nazionale dei porti e logistica da attuare con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti;
tale piano rappresenta un atto di indirizzo strategico per la definizione dell’assetto della rete portuale e logistica, il cui elemento centrale è rappresentato dalla riduzione del numero delle attuali 24 autorità portuali, al fine di inserirle in un più ampio contesto di distretto logistico. A questo proposito, sono individuati 8 distretti: Alto Tirreno, Medio Tirreno, Basso tirreno, Alto Adriatico, Medio Adriatico, Basso Adriatico- Ionico, Sicilia e Sardegna;
la delimitazione dei distretti logistici e l’identificazione dei porti inclusi nel distretto sono effettuate sulla base di alcuni criteri, tra i quali l’appartenenza alla Rete di trasporto trans-europea TEN-T; l’inclusione di nodi portuali e logistici competitivi ed essenziali per l’esercizio delle competenze esclusive dello Stato, con riguardo a tipologia e qualità del traffico, ubicazione territoriale, collegamento funzionale con i corridoi multimodali europei e ruolo strategico nei traffici internazionali; la disponibilità di collegamenti ferroviari con la rete nazionale prioritaria e di collegamenti stradali con le reti di grande comunicazione;
sulla base di questi criteri l’Autorità portuale di Brindisi ricade nel distretto logistico del Basso Adriatico – Ionio, la cui Autorità portuale distrettuale è prevista essere nella città di Bari;
le decisioni europee relative all’individuazione dei nodi portuali core compresi nella Rete Ten- T sono state prese aprioristicamente sulla base di criteri meramente geografici;
l’Autorità portuale di Brindisi aveva sollevato la questione della mancata corrispondenza tra la pianificazione strategica regionale in materia di trasporti e la programmazione europea. In particolare, l’Autorità portuale di Brindisi sostiene l’Apulian Ports Association, i cui principi ispiratori si ritrovano nella legge regionale n. 16 del 2008 recante “Principi, indirizzi e linee di intervento in materia di piano regionale dei trasporti”. In tale atto legislativo, si rintraccia l’impostazione data al “Sistema Portuale di interesse Regionale” quale piattaforma logistica pugliese finalizzata alla complementarità “orizzontale” dei porti tra loro;
da uno studio statistico, elaborato con riferimento agli anni 2002 -2013 dal Brindisi Port Informer, si evince che, malgrado il periodo di crisi che ha investito la quasi totalità delle attività portuali dell’intero territorio nazionale, il porto di Brindisi registra alcuni trend in crescita; segnatamente, negli ultimi anni, è cresciuto il traffico passeggeri su nave traghetto per l’Albania; il traffico veicoli su navi Ro- Ro e Ro- Ro Pax; il traffico di merci in general cargo; il traffico passeggeri in navi da crociera;
dalla comparazione tra il porto di Bari e quello di Brindisi, si nota che nel settore del trasporto merci Brindisi rappresenta il 7% del mercato, mentre Bari il 3%. Oltre a ciò, gli unici due porti italiani che sono cresciuti nel 2012 sono Brindisi con un +2,18% e Trieste +2,01% rispetto al 2011. Bari invece ha perso ben l’11% dei volumi di traffico rispetto all’anno precedente. Un altro dato indicativo riguarda l’andamento del traffico passeggeri: tra il 2012 e il 2013 Brindisi ha perso l’1,08%, mentre Bari ha perso l’8,59%. Infine, tra il 2012 e il 2013 si registra per Brindisi una crescita del 91,22% del traffico veicoli su RoRo e RoRo Pax, mentre per Bari una perdita del 16,79%;
l’interrogante chiede di sapere
se la determinazione di un’Authority di sistema accentrata non comporti l’esclusione del Porto di Brindisi dalle politiche di sviluppo intraprese per dare sostegno alla crescita dell’Italia;
come intenda dare risalto alle peculiarità di ciascun porto, dal momento che rappresenta inequivocabilmente un elemento centrale per il territorio circostante;
se vi siano dei margini di autonomia decisionale in capo alle autorità portuali del loco;
se questa riforma del sistema portuale non sfoci nel mero riassetto logistico rispondente ad esigenze di spending review a scapito delle qualità e delle potenzialità proprie di ciascun porto;
se l’Autorità portuale capofila, in questo caso quella di Bari, non persegua politiche volte esclusivamente ad incrementare le attività del proprio porto trascurando le necessità e la difesa degli interessi precipui del porto di Brindisi inglobato nel distretto.
Sen. Vittorio ZIZZA
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