May 8, 2025

Un uomo di 52 anni, originario della provincia di Caserta, è morto a Brindisi in un incidente sul lavoro che si è verificato presso lo stabilimento industriale “Ipem”, che si occupa dello stoccaggio e della commercializzazione di gas.

L’uomo, che era dipendente di una ditta esterna operante all’interno dello stabilimento brindisino, sarebbe rimasto schiacciato da una ruspa nei pressi del raccordo ferroviario interno all’azienda.
L’operaio che era alla guida della ruspa è stato trasferito in stato di shock in ospedale.

Sul posto intervengono i vigili del fuoco, i carabinieri e il personale dello Spesal.
La salma del 52enne è stata posta sotto sequestro così come l’intera area e la ruspa.

«Ancora una volta assistiamo inermi ed attoniti ad una morte sul posto di lavoro nel nostro territorio. Ogni parola, ogni commento, ogni affermazione assume ogni volta di più i contorni della stucchevolezza impotente, tanti e tali sono stati – e purtroppo continuano ad essere – gli episodi di infortuni ed incidenti mortali mentre si svolgono le proprie mansioni di lavoro. Davanti ad una vita che si interrompe proprio mentre mette in pratica il proprio genio, forza ed abilità ogni commento risulta vano e stucchevole». Lo dichiarano il segretario nazionale organizzativo e commissario straordinario della UIL Puglia Emanuele Ronzoni e il Coordinatore della UIL Brindisi Fabrizio Caliolo.
«Il sindacato – continuano Ronzoni e Caliolo – non può e non deve mai perdere la sua voce proseguendo nella condanna forte, prioritaria e senza equivoci di ogni condizione e comportamento sul luogo di lavoro che possa compromettere la sicurezza di chi opera. L’obiettivo «Zero morti sul lavoro» può diventare realistico solo se ci sarà un impegno forte della politica per porre freno a questa strage silenziosa. Le nostre proposte sono chiare, da tempo: incremento dei controlli attraverso nuove assunzioni di ispettori, divieto di accesso a fondi pubblici (a cominciare da quelli del PNRR) per le aziende che non rispettano gli standard di sicurezza e non applicano i contratti nazionali di lavoro sottoscritti dai sindacati più rappresentativi, maggiori investimenti in formazione e prevenzione, leggi più severe per chi antepone il profitto alla vita umana risparmiando sulle misure di sicurezza. Proposte che purtroppo sono finora rimaste inascoltate dal mondo politico e istituzionale».
«Su Brindisi la sfida è decisiva – dicono ancora Ronzoni e Caliolo – sono troppi gli episodi negli ultimi anni. La Uil continuerà a promuovere con ancora maggiore decisione la cultura della sicurezza sul lavoro proseguendo l’azione di una promozione attiva a partire dalle giovanissime generazioni, entrando nelle scuole e nei centri di formazione professionale. Alla famiglia del lavoratore tragicamente scomparso stamani le condoglianze e la vicinanza più sentita da parte del Sindacato. A tutte le Istituzioni del territorio, a vario titolo coinvolte sul tema della sicurezza sul lavoro, l’invito a lavorare assieme alla sensibilizzazione pubblica e ad un rinnovamento reale e rapido delle modalità con cui si assicura il rispetto delle regole e normative esistenti. Perché sia davvero un mai più».

Per Antonio Macchia (Segretario Generale Cgil Brindisi) “Siamo costretti nuovamente a registrare l’ennesimo incidente sul lavoro con conseguenze mortali. Il bilancio è gravissimo, perché si tratta della seconde morte bianca nell’arco di un mese in questa provincia. Dopo il decesso del 32enne di Oria caduto da una scala mentre lavorava su un cantiere edile a Mesagne avvenuto il 15 marzo scorso, oggi siamo costretti nuovamente a parlare di un’altra triste pagina di dolore legata al lavoro: la morte di un 52enne di Marcianise (Caserta) schiacciato – a quanto si apprende da una prima ricostruzione dei fatti – da un mezzo mentre lavorava all’interno dello stabilimento dell’Ipem.
Siamo sconcertati per l’incidente mortale occorso al lavoratore di una ditta appaltatrice, la Camera del lavoro si stringe attorno alla famiglia dell’operaio morto mentre lavorava. Il bilancio di due morti bianche nell’arco di un solo mese è gravissimo. Torniamo ad invocare come Cgil un aumento dei controlli e un rafforzamento degli organi ispettivi. La sicurezza sui luoghi di lavoro deve diventare reale, le leggi vanno applicate e i controlli devono essere effettuati.
Non possiamo più assistere a questo drammatico bollettino di guerra, occorre un salto di qualità aumentando la vigilanza, servono gli investimenti e la formazione del personale. La sicurezza non deve essere considerata un costo ma un investimento per tutti. Occorre affrontare il problema su più fronti e per questo serve l’impegno di tutti. Quello della Cgil non è mai mancato e continuerà ad esserci sempre perché non si può morire di lavoro”.

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