Il Giro d’Italia è un evento sportivo nazionale importante, il ciclismo è uno sport praticato e seguito da uomini e donne. Eppure a Torre S. Susanna un “artista” internazionale ha prodotto un manifesto, esposto in alcuni esercizi commerciali, che ritrae una ragazza in topless con la scritta “DIETRO OGNI CURVA, UN SOGNO IN ROSA”.
È un’immagine della donna stereotipata perché evidentemente rivolta allo sguardo del solo pubblico maschile, ritenuto capace di rispondere per lo più a “sollecitazioni” di tipo sessuale attraverso l’esposizione di parti del corpo femminile , le “curve” appunto, e non alla passione per la gara ciclistica o all’orgoglio di avere nel proprio territorio un evento nazionale.
Lo stereotipo persiste quando nella scritta si rimanda al “sogno rosa”, espressione che relega la soggettività femminile alla codificazione patriarcale dei ruoli sessuali tra i generi, che comunemente definisce con il colore rosa il ruolo di subordinato e decorativo della donna e con il colore celeste il ruolo predominante e creativo dell’uomo, dando origine ad ulteriori discriminazioni inerenti anche all’orientamento sessuale delle persone. Ricordiamo la triste vicenda del ragazzo che fini per suicidarsi in quanto bersaglio della persecuzione di altri giovani perché indossava pantaloni rosa.
Inoltre, evidenziamo che immagini di tal fatta perpetuano e veicolano un immaginario sessuale maschile miserevole perché privo di qualsiasi rifermento relazionale ed emotivo, rimandando ad una visione del corpo femminile quale oggetto disponibile all’uso e consumo da parte degli uomini.
Questa mentalità costituisce l’humus millenario su cui origina il pervasivo e radicato fenomeno della violenza maschile e di genere, che vede coinvolti in quanto autori di violenza nelle sue diverse forme, oltre il 30% degli uomini del nostro paese, sino ad arrivare a compiere un femminicidio ogni tre giorni, quando la donna si ribella, o intraprende un percorso di uscita dalla violenza.
Il sindaco Saccomanno di Torre S. Susanna nella risposta alle critiche suscitate nel paese e sulla stampa, dribbla sul merito, invoca la libertà di espressione e rimanda a schermaglie di partito che ovviamente non convincono nessuno. Invitiamo i sindaci, i consiglieri comunali di ogni Comune a considerare la cittadinanza femminile perfettamente in grado di valutare il loro operato politico ed amministrativo, a smettere di parlare di violenza sulle donne, di inaugurare panchine rosse, di chiedersi perché le donne non denunciano la violenza, se al contempo non contrastano messaggi pesantemente sessisti come nel caso del manifesto in questione.
Richiamiamo le istituzioni a svolgere il proprio ruolo rispettando i bisogni, le istanze, i diritti e la partecipazione delle donne alla vita pubblica. Sosteniamo la necessità di rimuovere i manifesti sessisti e diamo forza alla denuncia del centro antiviolenza Fiore di Loto di Torre S.Susanna, che inchioda i vari attori alle proprie responsabilità in merito alla scelta del manifesto sessista già durante i preparativi per l’accoglienza del Giro d’Italia in paese.
NON UNA DI MENO BRINDISI
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