May 14, 2025


Di solito stanno dietro, a bordo palco, tra gli spartiti e i cavi mentre altri suonano. In questa occasione, invece, saranno loro a prendere il centro della scena. Mercoledì 21 maggio, alle 20.30, il Nuovo Teatro Verdi di Brindisi ospita “Schools of Rock”, concerto conclusivo della rassegna “Verdi in Rock”, e sul palco saliranno i maestri delle scuole musicali della città. Dopo mesi trascorsi a preparare e accompagnare gli allievi, questa volta tocca a loro: insegnanti che sono prima di tutto musicisti, chiamati a suonare insieme in un unico progetto, costruito a più mani, per raccontare cos’è – davvero – la musica suonata, condivisa, vissuta.

I biglietti, al costo di 10 euro, sono disponibili online all’indirizzo rebrand.ly/SchoolsOfRock e presso il botteghino del teatro, aperto dal lunedì al venerdì dalle 11 alle 13. Il giorno dello spettacolo la biglietteria sarà attiva anche in fascia serale, dalle 19 fino all’inizio dello spettacolo. Info 0831 562 554 e botteghino@nuovoteatroverdi.com.

A condurre la serata sarà Mimmo Saponaro, giornalista e speaker radiofonico che guiderà il pubblico attraverso il programma musicale introducendo i brani e i protagonisti e contribuendo a raccontare il senso di un’iniziativa che ha rimesso in relazione scuole, linguaggi, persone. “Schools of Rock” è il punto d’arrivo – e insieme un possibile nuovo inizio – di un percorso avviato nei mesi scorsi con la rassegna “Verdi in Rock”, promossa dalla Fondazione Nuovo Teatro Verdi. Un progetto che ha coinvolto tutte le scuole musicali brindisine offrendo spazio e visibilità agli allievi e creando occasioni di incontro tra realtà che, pur lavorando nello stesso territorio, raramente avevano condiviso esperienze comuni. La rassegna ha costruito una rete, ha fatto emergere una comunità musicale diffusa e vitale e ha posto il teatro al centro di questa dinamica, non come semplice palcoscenico, ma come luogo di contatto tra generazioni, tra centro e periferia, tra formazione e pubblico.

Il concerto del 21 maggio segna il momento in cui questo percorso si mostra per quello che è: un lavoro collettivo. I maestri – che per mestiere insegnano, correggono, incoraggiano – decidono di suonare insieme, di accordarsi nel senso pieno del termine, di condividere l’interpretazione e il rischio del palco. Il programma musicale è costruito come un itinerario che percorre decenni di rock: la scaletta della serata è un attraversamento del rock in tutte le sue forme, dai classici degli anni Settanta fino alle sonorità più recenti. Ogni pezzo è scelto sia per il suo valore musicale sia per ciò che rappresenta nel vissuto di chi suona e di chi ascolta. Si passa dall’energia pura di “Rock ‘n’ Roll” e “Highway Star” alla tensione emotiva di “Creep” e “Don’t Cry”, dal lirismo epico di “Stairway to Heaven” all’espressività libera di “The Great Gig in the Sky”, dalla potenza di “Heroes” alla riflessione collettiva di “One”. Tra gli altri titoli in scaletta: “Message in a Bottle”, “Summertime”, “Time is Running Out”, “Jeremy”, “Hold the Line”, “You Really Got Me”, “You’ll Follow Me Down” e “July Morning”. Un programma che cerca l’intensità dell’esperienza, la densità del suono, la varietà delle voci.

Sul palco del Verdi si esibiranno Chiara Furgu e Danilo Pronat alle voci, Massimo D’Astore e Dario Nigro alle chitarre, Michele Maggio alle tastiere, Cosimo Romano al basso, Salvatore Nobile e Camillo Fasulo alla batteria. Musicisti esperti, insegnanti attivi da anni sul territorio, abituati a costruire, ogni giorno, occasioni di crescita attraverso la musica. In questa serata portano sul palcoscenico non solo la loro tecnica e la loro sensibilità, ma anche il peso e il valore di una scelta: mettersi in gioco, insieme, a nome di una comunità che crede nella musica come strumento di relazione, di formazione e di cittadinanza. In platea ci sarà il pubblico della città, ma anche tutti coloro che hanno reso possibile questo percorso: le famiglie, gli allievi, i colleghi, i tecnici. Sarà una serata densa, partecipata, fatta di suoni, ma anche di presenze. Un concerto, sì, ma anche un momento di restituzione, di riconoscimento reciproco, di affermazione di un metodo. Un modo per ricordare che la cultura si costruisce così: facendo, provando, condividendo.

“Schools of Rock” chiude una rassegna acclamata e partecipata che ha saputo tenere insieme generazioni diverse, esperienze diverse. E lo fa nel modo più semplice ed efficace: facendo parlare la musica, senza spiegazioni superflue, senza effetti speciali. Un programma forte, un palco aperto, musicisti che suonano insieme. Non serve altro. In questo equilibrio tra semplicità e rigore c’è tutto lo spirito del progetto. Ogni pezzo porta con sé ore di lavoro, prove serali, aggiustamenti, confronti. Ogni accordo nasce da un’intesa che va oltre la musica. E ogni dettaglio – una pausa, un passaggio, uno sguardo tra i musicisti – racconta un’idea di scuola che non si limita a trasmettere nozioni ma costruisce relazioni. Una scuola che suona, che si espone, che dialoga. E che per una sera, nel teatro dei brindisini, diventa anche la scuola musicale di tutta la città.

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