A Brindisi, nel cuore del quartiere Sant’Elia, esiste una festa che sovverte ogni convenzione, mescolando sport, arte, cittadinanza attiva e immaginazione collettiva. Il Palio Urbano di Sant’Elia, giunto alla sua quarta edizione, è dedicato ad un santo che non esiste, una figura simbolica e immaginaria, una creatura laica e visionaria che incarna la forza di una comunità che sceglie di rinascere insieme.
Qui, il miracolo è tangibile. Lo raccontano le strade animate, i volti sorridenti, i tornei nelle piazze, le parate di carri in cartapesta realizzati dal maestro Deni Bianco, le decorazioni nate nei laboratori delle scuole e tra le mani dei volontari. È una festa che dura giorni – dal 17 al 25 maggio – e che coinvolge tutto il quartiere, trasformando Sant’Elia in un laboratorio a cielo aperto di partecipazione, identità e trasformazione sociale.
Le contrade – Pavone, Delfino, Lucertola e Fenice – si sfidano in gare di volley, basket, calcio, touch rugby, tiro con l’arco e persino nelle “sfide improbabili”, dove creatività e spirito di squadra contano più della vittoria. Il regolamento è chiaro: si vince non solo per meriti sportivi, ma per fair play, inclusione e contributo artistico. I luoghi della competizione – come il rinnovato playground di Parco Buscicchio – sono frutto di un’azione collettiva di rigenerazione urbana, dove bambini, artisti e famiglie hanno dipinto e riqualificato uno spazio comune.
Ma il Palio è molto più di una gara. È una narrazione popolare che lega le contrade alle costellazioni, restituendo alle piazze del quartiere un significato simbolico. Ogni angolo diventa un microcosmo fatto di ruoli, competenze, incontri. Qui si costruisce una nuova mappa affettiva della città.
Accanto ai tornei, si tengono laboratori, tavole rotonde, ciclopasseggiate, spettacoli. E nella giornata di domenica 25 maggio, il Palio culmina in due eventi emblematici: la grande cena di comunità presso la Casa di Quartiere e il Festival delle Comunità Educanti, che porta a Brindisi educatori, famiglie, istituzioni e volontari da tutta Italia per riflettere sul ruolo della scuola e della cultura come strumenti di coesione.
Dietro ogni momento c’è un lavoro corale. Come ricorda Daniele Guadalupi, uno degli ideatori, “abbiamo visto persone sorridere insieme, contrade mescolarsi, futuro prendere forma”. È il risultato del lavoro di centinaia di attori: insegnanti, associazioni, parrocchie, operatori culturali, cittadini di ogni età. Il Palio è sostenuto da progetti come “Sant’Elia Malatìa – Scuola popolare di teatro e arti urbane”, promossi da Puglia Culture e dal Welfare Culturale della Regione Puglia, e costruito su una rete solida coordinata da Legami di Comunità.
Partecipare è semplice: basta un modulo, una mail, o un passaggio alla Casa di Quartiere. Ma il vero invito è più profondo: il Palio chiede di esserci, di mettersi in gioco, di credere che anche un quartiere segnato da marginalità possa diventare un simbolo di cambiamento.
Il Palio Urbano di Sant’Elia è questo: una festa che non chiede devozione ma presenza. Un santo che non benedice ma incoraggia. Una comunità che riscopre sé stessa, tra colori, voci e legami. Una prova concreta che, anche senza miracoli, l’unione fa davvero la forza.
Oreste Pinto
con la collaborazione di Pierpaolo Piliego
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