May 15, 2025

La proposta dell’ex presidente della provincia di Brindisi ed ora leader regionale di NCD, Massimo Ferrarese, di giungere quanto prima alla sottoscrizione di una convenzione con le società energetiche per ottenere a titolo di ristoro in relazione alle opportunità economiche perse, 5 milioni di euro/anni, ha riacceso il dibattito sul rapporto che le istituzioni pubbliche cittadine devono  tenere con i grandi gruppi industriali operanti da decenni nel territorio. A motivo di tale proposta, che periodicamente da anni viene avanzata da alcuni settori politici, vi sarebbe l’allettante paragone con Civitavecchia dove l’ente energetico ha elargito all’Amministrazione comunale 14 milioni l’anno per i primi anni della convenzione e successivamente 9 milioni annui.
Se si rimane alla semplice valutazione delle cifre in ballo, appare subito chiara l’ampiezza del divario tra le somme richieste e quelle quantificate, per rimanere solo sugli aspetti sanitari, dall’Agenzia Europea dell’Ambiente che stima in circa 700 milioni annui i costi esterni dovuti alla perdita di salute intorno alla megacentrale di Cerano.
E’ chiaro che ciò che manca non è tanto una monetizzazione del danno, sanitario o economico, quanto una politica che cerchi di porre rimedio ai danni del passato nonchè a quelli presenti e disegni uno scenario economico differente, più aderente alle risorse locali ed alla tutela dell’ambiente.
Persino opinion leaders confindustriali negli ultimi mesi hanno cominciato a sottolineare l’esigenza che si passi gradatamente dall’industria ad alto impatto ambientale (chimica, energetica, rifiuti) ad una industria pulita come quella meccanica ed aeronautica in particolare.
Le istituzioni locali avrebbero dovuto iniziare da tempo a negoziare con i governi regionale e nazionale  diversi modelli di sviluppo e con le aziende insediate programmi di progressiva riduzione dell’inquinamento e di sostituzione dei combustibili. E’ quanto è stato fatto in altre parti del mondo con innegabili benefici di salute per la popolazione. Ambientalizzazioni, ricoversioni, bonifiche e nuovi programmi industriali possono invertire il progressivo impoverimento della realtà locale, non prebende che si perderebbero nei meandri della burocrazia e talvolta anche della corruzione.
Le logiche delle sponsorizzazioni seguono prevalentemente percorsi a basso contenuto conoscitivo, per lo più ludico ricreativo, mentre la città ha di fatto rinunciato ad un polo universitario a servizio di delle necessità locali (turismo, agricoltura, industrie, beni culturali).
Si pensi che non sono ancora completate le caratterizzazioni del sito inquinato e che delle bonifiche ancora non si vede alcuna concreta attività a quasi 20 anni ormai dalla legge che le disponeva. Nel contempo sono cresciute la disoccupazione e l’emigrazione di lavoratori e di giovani talenti.
La cultura con cui le istituzioni locali si relazionano con la grande industria, alla luce della riproposizione periodica  di queste proposte, stenta ancora a liberarsi dalla subalternità e dal paternalismo che l’hanno caratterizzata, salvo sporadiche eccezioni, negli ultimi decenni.

 

COMUNICATO STAMPA FORUM AMBIENTE SALUTE E SVILUPPO

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