Ieri la prima sezione civile della Corte di Appello di Bari ha accolto il ricorso presentato da Fabiano Amati contro gli effetti della Legge Severino che avevano determinato la sua sospensione dalla carica di consigliere regionale.
I giudici baresi hanno dato ragione alle tesi di Amati che aveva sollevato il difetto di legittimità costituzionale ed hanno congelato la sospensione in attesa che sulla vicenda si pronunci la Corte Costituzionale.
Ora il consigliere fasanese del Pd potrà tornare a sedere tra i banchi del Consiglio Regionale Pugliese fino alla prossima scadenza della legislatura.
Ad Amati sono giunti sono giunti tanti messaggi di congratulazioni da esponenti di diversi partiti politici. Tra gli altri Mazzarano, Curto, Romano, Negro, Friolo e Scianaro.
La sentenza di ieri, però, non incide sul discorso relativo alle future elezioni regionali, anche se qualcuno – in modo subdolo e malizioso – ha voluto leggerla come un “free pass” alla candidatura di Amati.
E’ indubbio che la decisione della Corte di Appello di Bari si limiti a sospendere gli effetti della Legge Severino ma, a carico di Amati, permane la condanna in secondo grado ad 8 mesi di reclusione per abuso d’ufficio sancita la settimana scorsa dalla Corte d’Appello di Lecce.
E questa non è una questione di poco conto, perché sia Michele Emiliano sia il Partito Democratico hanno più volte sostenuto l’esigenza di non candidare persone rinviate a giudizio. Figuriamoci politici condannati.
Il problema resta tutto perché, anche se Amati ha preannunciato di appellare la condanna in Cassazione una volta pubblicate le motivazioni della sentenza, non è pensabile che l’eventuale proscioglimento del politico fasanese avvenga prima del termine per la presentazione della candidatura.
La palla quindi passa a Michele Emiliano, Segretario Regionale PD (nonché candidato Presidente) ed alla Segreteria Provinciale del PD.
Sempre che Amati, togliendo il proprio partito dal comprensibile imbarazzo, non si auto-escluda dalla corsa, magari puntando, una volta chiusi i conti con la giustizia, ad un seggio in Parlamento.
No Comments