Nonostante non occupi in permanenza le cronache nazionali nè, tanto meno, l’attenzione degli interventi governativi, il territorio del Brindisino presenta problematiche socio-ecomomiche ed ambientali pari se non più gravi di quelle di altri territori al centro dell’attenzione pubblica.
Nonostante la presenza di impianti industriali molto impattanti, tassi di morbilità e mortalità ben oltre la norma, non si dispone neanche di un registro tumori ed epidemiologico che funzioni a pieno regime.
Non mancano certo importanti inchieste nei confronti di ENEL per la centrale a Carbone di Cerano, di ENI per il petrolchimico e i veleni sepolti a Micorosa, nonché su traffici illeciti di rifiuti. La situazione sociale è esplosiva con una disoccupazione record e povertà dilagante. Sempre più giovani lasciano la propria terra in cerca di un futuro altrove. Una emorraggia massiva che sta svuotando il territorio di coloro, che più di tutti, potrebbero garantirgli slancio e ripresa.
A fronte di questa drammatica situazione nessuno sembra preoccuparsi ed ancor meno prendere importanti e radicali provvedimenti. Un territorio abbandonato a se stesso, agonizzante nonostante abbia tutte le carte in regola e le risorse per rialzare la testa e puntare al futuro verso un modello di sviluppo innovativo e sostenibile come sta avvenendo in altre realtà europee quali il Nord Pas de Calais, ex bacino carbonifero nel nord della Francia, dove da oltre un anno è in corso un vero e proprio processo di decarbonizzazione al 2050 tramite una reindustrializzazione che mira a creare 165.000 posti di lavoro entro 25 anni, i primi 20 mila dei quali sono stati già creati in un solo anno.
A dettare le linee guida di questo processo, un Master Plan ispirato ai principi della Terza Rivoluzione Industriale e dell’economia circolare, elaborato dal team internazionale di Jeremy Rifkin esperto di fama mondiale in materia di nuovi modelli economici distribuiti e sostenibili. Principi che, in Puglia, hanno dato vita, grazie ad una proposta innovativa, a Territorio Zero Puglia che si articola in dodici punti (quattro per l’energia, quattro per i rifiuti, e quattro per l’agricoltura), un vero e proprio “Dodecalogo” che, se realizzato potrebbe garantire per il territorio pugliese un nuovo sviluppo basato sulla sostenibilità e la creazione di nuovi posti di lavoro, contribuendo a far uscire i nostri territori dalla perdurante crisi economica, sociale e ambientale che l’attanaglia.
Si tratta dell’adattamento al tessuto economico regionale delle proposte del libro Manifesto Territorio Zero scritto da Angelo Consoli (direttore dell’Ufficio europeo proprio di Rifkin, e Presidente del Circolo europeo per la Terza Rivoluzione Industriale), e di molti esperti e attivisti all’interno e all’esterno del Movimento 5 Stelle, “Il dodecalogo di Territorio Zero Puglia comprende 12 punti nati dal confronto e la collaborazione di numerosi esperti in una serie di incontri che si sono avvicendati nell’arco di due anni e a cui ho potuto fornire il mio contributo e la mia collaborazione e propone soluzioni concrete e immediatamente realizzabili che, se associate ad altri importanti azioni in ambito turistico e culturale, farebbero decollare lo sviluppo nei nostri territori” dichiara Paolo Mariani candidato per il movimento 5 stelle alle prossime elezioni regionali.” “Si tratta di un cambiamento epocale” aggiunge Angelo Consoli “Il Cambiamento però non può essere garantito dalla stessa classe politica che ha generato la crisi. Ci vogliono persone nuove, con le mani libere dagli interessi di lobby e potentati economici che condizionano la partitocrazia tradizionale, persone in grado di interpretare lo spirito e la filosofia di Territorio Zero per guidare la Puglia verso una società a emissioni zero, rifiuti zero, km zero, ma anche disoccupazione zero, malattia zero e zero privilegi.”.
Il futuro è nei nostri passi e nelle nostre scelte.
PAOLO MARIANI, CANDIDATO CONSIGLIERE M5S REGIONE PUGLIA
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