Genere: indie/elettronica/folk
Il quartetto tedesco è attivo sin dalla fine degli anni 80′, epoca in cui esordì con uno sporco grunge-punk, per poi abbandonare totalmente tali sonorità in favore dell’elettronica. Uno dei pochi punti di contatto fra i vecchi ed i nuovi The Notwist è la voce del cantante Markus Acher, il cui modo di cantare è rimasto pressoché invariato, fatta eccezione per la componente “rauca” venuta meno con la svolta elettronica. Punto di svolta nella carriera dei Notwist fu Neon Golden, album uscito nel 2002 che ottenne un discreto successo fra il pubblico, sancendo il definitivo passaggio verso uno stile maggiormente sintetico che rimaneva però strettamente legato alle radici acustiche. Il nuovo Close To The Glass recupera la proposta di Neon Golden senza però riuscire a doppiarne il successo.
Close To The Glass funziona quando l’elettronica lascia spazio ad elementi folk ed indie. La prima parte dell’album è quella che raggiunge i risultato migliori, “Casino” emerge per il suo elegante lavoro chitarristico e la delicata voce di Acher, mentre “From One Wrog Place To The Next” salta all’orecchio per la sua mesta orecchiabilità. “Kong” è forse il pezzo migliore del disco, nonché il singolo di lancio, con la sua attitudine indie e le chitarre leggermente “fuzzose”. Anche l’elettronico duetto iniziale “Signals” e “Close to the Glass” si fa apprezzare per la capacità di coniugare beat sintetici e melodia, fungendo forse da manifesto programmatico della parte “sintetica” dell’album.
Purtroppo la seconda metà dell’album non riesce a viaggiare sui livelli delle canzoni precedenti. “Seven Hour Drive” e “Run Run Run”, non riescono a decollare nonostante alcune soluzioni stilistiche interessanti, complici principalmente soluzioni compositive che girano a vuoto. “Lineri” è un brano eccessivamente lungo, nove minuti di voce e percussioni che sfociano in un ambient soporifero.
Close To The Glass è un album valido a metà. Gli interessanti presupposti delle prime tracce vengono sconfessati da una globalità fuori fuoco che fallisce nel riproporre il magico equilibrio fra acustica ed elettronica di Neon Golden.
James Lamarina
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