Dal latino feriae Augusti, giorni di riposo dell’imperatore Augusto, è una festività stabilita nel 18 a.c. dall’imperatore Augusto per ritemprare lo spirito ed il corpo del suo popolo, dopo i raccolti estivi ed in vista delle fatiche prossime quali la vendemmia e la raccolta delle olive.
La data era fissata per il primo di agosto, fu la chiesa cattolica, in epoca cristiana, a modificarla per abolire i riti pagani spostandola al 15, giorno che coincide con il rito liturgico dell’Assunzione di Maria ( festa dell’Assunzione).
In epoca fascista la festività venne supportata da una serie di iniziative del regime: le gite per le famiglie dei meno abbienti, che potevano fruire di bonus di viaggio nei giorni 13-14-15 ( i “ Treni popolari di ferragosto”).
Poiché le gite non prevedevano il pasto, si potrebbe far risalire ad allora l’usanza del pranzo a sacco che caratterizza la tradizione ferragostana.
Fra meteo ( allarmi e rassicurazioni ), sciami di migranti sulle coste, proclami trasmessi via tweet dai politici ormai in località vacanziere da vip con costumino e bibita ghiacciata ed in riga con il principio – è bene tirare sempre acqua al proprio mulino ( il partito ) quando le elezioni si affacciano all’orizzonte – anche quest’anno noi, persone comuni , abbiamo un Ferragosto da organizzare.
Immagino l’aspirante prof indotto dalle riforme renziane ad inserire dati e preferenze in vista della assunzione straordinaria dei precari della scuola con la data in scadenza al 14 di agosto; chi ha riposto nel cassetto una lettera di licenziamento o messa in mobilità; chi è travolto dai conti i rosso o quasi; chi ha subito un torto, un’ingiustizia ed è in prima linea a combattere per i propri diritti in un sistema sociale ed economico che ad oggi non tutela i deboli, gli emarginati e chi vive un qualsiasi stato di disagio… immagino questa schiera o meglio popolo di sfigati cui la maggior parte di noi appartiene ( per un motivo o per un altro ) ad occuparsi di futili faccende quale una gita al mare ed una parmigiana di melanzane da preparare.
Se c’è un presente da vivere dunque, cerchiamo di renderlo il migliore possibile: mettiamo fra parentesi quanto possiamo, rivolgiamo un pensiero di solidarietà a chi nel mondo resterà prigioniero dei suoi malesseri (guerra , fame, povertà, malattia…) e prepariamoci con serenità alla gita di Ferragosto, anche con convivialità, perché no, magari contattando un parente od un amico che non sentiamo da tempo per un torto subito o da noi arrecato….
Iacopina Maiolo
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