Etichetta: Neurot Recordings
Genere: doom/psychedelic
“Ecate” è l’ultima fatica discografica della navigata band doom/stoner italiana Ufomammut, segnalandosi per numerose prove di alto livello, che hanno valso ai musicisti nostrani numerosi riconoscimenti in ambito internazionale. Il titolo del disco prende il nome dall’omonima dea greca capace di viaggiare fra i vari piani dell’esistenza, accompagnando le anime dei morti nell’aldilà. Date le premesse del titolo, è facile immaginare lo scenario che si presenta alle orecchie dell’ascoltatore: atmosfere cupe, distorsioni laviche e ritmiche tribali, con un’impostazione musicale che strizza l’occhio tanto agli acidi Motorpsycho quanto agli spaziali Hawkwind.
I piemontesi sono abilissimi nel miscelare nel loro calderone artistico le influenze musicali dei maestri, plasmando un sound che non ha eguali. L’ossatura è sabatthiana e non potrebbe essere altrimenti, l’incedere claustrofobico è un marchio di fabbrica che i doomster conoscono bene, eppure l’oscurità non è fine a se stessa, immaginate una cupa nebbia percorsa da scariche elettriche policromatiche, è questa la controparte iconica di dell’album.
“Ecate” è un disco che va ascoltato tutto d’un fiato, le sei tracce che lo compongono metto in scena tutto l’arsenale degli Ufomammut: incedere pachidermico, stasi drone, incursioni psichedeliche e tante, tantissime distorsioni: un muro sonoro compatto e granitico rigorosamente analogico, fattore che aggiunge “calore” e spessore. Un disco che si nutre si estasi e tormento, le pause ambient/drone sono le soste di un pellegrinaggio sulfureo di dantesca memoria.
Un album decisamente consigliato e da possedere con orgoglio: non dimentichiamo che gli autori di un’opera musicale così personale ed avanguardista sono italiani.
James Lamarina
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