May 4, 2025

Etichetta: Captured Tracks

Genere: post-punk, industrial, gothic

Disco della maturità per i The Soft Moon, one man band del polistrumentista Luis Vasquez, che con il nuovo “Deeper” si confermano una delle realtà di riferimento della scena post-punk internazionale. La band suona una musica elettronica dalle tinte oscure, ricorrendo ad un uso massiccio di campionamenti e sintetizzatori.

Deeper” è un’opera estremamente sfaccettata, che rievoca quanto di meglio fatto vedere dal panorama dark: Killing Joke, Depeche Mode, Nine Inch Nails, Joy Division, Clock Dva ed Have A Nice Life sono i gruppi che dettano le coordinate entro cui si muovono i The Soft Moon, che si destreggiano fra pezzi sostenuti, trame claustrofobiche e momenti decisamente più atmosferici, la sensazione è quella di trovarsi in un cupo romanzo futurista bagnato dalle luci al neon.

La prima traccia di “Deeper” è alquanto fuorviante, “Black” sembra uscita direttamente da un album dei connazionali Nine Inch Nails, andamento ipnotico ed ossessivo, voce sussurrata e tintinnii industriali completano un quadro che ricorda “The Downward Spiral” e “Fragile”, ma il timore di trovarsi di fronte ad un disco privo di carattere viene spazzato via dal singolo “Far”, un incalzante post-punk sintetico dotato di una melodia accattivante, che fa presto a rimanere stampata nelle orecchie dell’ascoltatore, merito soprattutto del malinconico riff di chitarra.

“Wasting” è invece una ballata elettronica che ha come principale punto di riferimento i Depeche Mode di “Black Celebration, “Wrong” è un brano industrial/dance fortemente debitore della scena anni ottanta, che rievoca i sinistri paesaggi delle distopie cibernetiche che tanto imperversavano una trentina di anni or sono, così come “Desertion” che si contraddistingue per un approccio maggiormente moderno.

Deeper” è un album dall’anima industrial, i brani si sostengono su strutture sintetiche ed abbondano i beat elettronici, eppure il grande merito dei The Soft Moon è quello di saper conciliare tale impostazione “artificiale” con una profonda umanità ed emotività, come dimostrano il pianoforte della toccante “Without” e l’ibrido sintetico/post-punk di “Feel”.

Con il loro ultimo disco i The Soft Moon hanno raggiunto una notevole maturità compositiva e stilistica, riuscendo nell’intento di scrivere brani capaci di condensare le scene musicali più svariate, senza risultare approssimativi o spersonalizzati. Uno dei migliori album dark dell’anno.

James Lamarina

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