May 9, 2025

Le problematiche ambientali e la necessità di decarbonizzare la produzione di energia sono state al centro del discorso tenuto dal Governatore Emiliano all’inaugurazione della Fiera del Levante 201, alla presenza del Presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Emiliano.

 

La Puglia così è gravata non solo dai lutti (e basterebbe), ma anche dai costi supplementari delle cure e dal disagio ulteriore di chi deve – per salvarsi dall’inquinamento e dalle malattie mortali da questo procurate – andare fuori regione per curare molto spesso i propri bambini” – ha detto il Presidente della Regione chiedendo deroghe al Governo per ottenere posti letto, personale e soldi per i nosocomi pugliesi.

Sostenendo che “la Puglia produce molta più energia di quella che consuma, pertanto paghiamo un alto prezzo ambientale e di salute, nonostante il primato per la produzione da fonti alternative non fossili“, Emiliano ha chiesto la collaborazione al Governo.
Ed è qui che il Governatore è tornato a proporre di spostare l’approdo del gasdotto Tap da Brindisi a Melendugno. Proposta che Renzi non ha preso in considerazione.
La fonte alternativa al carbone, causa di inquinamento e malattia, potrebbe essere il gas, in questo momento in arrivo in Puglia in quantitativi sbalorditivi grazie ai due gasdotti, Tap e Poseidon, l’uno approdante a Melendugno su una delle più belle spiagge dell’Adriatico, l’altro ad Otranto, località stupenda, cittadina italiana più estrema ad Oriente.
Collaborando col Governo vorrei mettere ordine in questa confusione che vede la popolazione locale di Melendugno e molti sindaci contrari alla realizzazione dell’approdo sulla spiaggia per diversi validi motivi che la Regione Puglia condivide, non per la sindrome nimby, ma perché fondati in fatto ed in diritto, avrei detto una volta”.

 

Ha continuato il Governatore: “si pretende che il Tap approdi su di una spiaggia molto più a sud del necessario nonostante esso possa allacciarsi più a nord direttamente alla dorsale Snam anche utilizzando infrastrutture già realizzate in occasione della mancata costruzione del rigassificatore British Gas.
In questo modo si risparmierebbero 200milioni di euro a spese del consumatore italiano e di Eni per costruire un nuovo gasdotto di circa 60km da Mesagne a San Foca attraversando i territori di molti comuni e determinando la necessità di spostare – con costi esorbitanti – più di 500mila ulivi – in piena zona di infezione da xilella e per consentire ad un opera sì di interesse pubblico, ma pur sempre privata, di trasportare gas in Italia a fini di lucro.
L’opera è strategica e la Puglia condivide questo giudizio del Governo e per tale ragione intende favorirne la realizzazione.
Sia pure indicando una localizzazione diversa che eviti problemi di ordine pubblico oltre che spreco di risorse.

Ma ovviamente, quando parla di problemi di ordine pubblico, Emiliano non tiene conto che a Brindisi ci sarebbe una protesta, probabilmente più massiccia di quella operata finora nel leccese.

 
Il Governatore traccia la linea, anche se Renzi continuerà a fare spallucce, dimostrando ancora una volta che, per il Governo, la questione approdo del Tap è chiusa.
C’è un problema di tempi per le autorizzazioni che dovrebbero essere riviste in relazione al nuovo tracciato? Non credo proprio visto che il gasdotto cui si deve allacciare esiste già e che così il TAP potrebbe andare immediatamente in esercizio.
Ad ogni buon conto la Puglia, con lo spostamento dell’approdo, è disposta a firmare sin d’ora col Governo e con l’azienda interessata un accordo che acceleri la realizzazione del gasdotto.
Noi siamo pronti in tal senso in coerenza col programma di governo della Puglia votato dagli elettori e dal Consiglio Regionale da parte di tutta la maggioranza di centrosinistra.
In questo senso Tap e anche Poseidon potrebbero essere una straordinaria opportunità per portare a termine la decarbonizzazione della Puglia perché come compensazione ambientale per la realizzazione di dette infrastrutture la Regione richiederebbe solo un adeguamento del prezzo dal valore energetico del gas, più alto di quello del carbone, a quello di quest’ultima meno nobile fonte fossile.
Come si vede nessuna cultura del no, nessun ambientalismo irrispettoso delle decisioni strategiche del Governo, solo dosi massicce di buon senso e volontà di ragionare.

Peccato che Emiliano non abbia mai ragionato della questione con Enel, l’oste con il quale occorre fare i conti e senza il cui assenso qualsiasi ipotesi di decarbonizzazione della Federico II non ha alcuna ragione.

Il tutto fermorestando che la questione della riconversione a gas della centrale di Cerano appare del tutto indipendente dall’approdo Tap, in quanto, ovunque esso sia realizzato, portare le tubazioni a Brindisi Sud appare davvero l’ultimo dei problemi.

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