April 30, 2025

L’ormai ex insediamento della Exxon Mobil, inserito in un mercato internazionale con un prodotto di eccellenza, meritava, a nostro avviso, maggiore attenzione e una strategia industriale di rilancio e implementazione tecnologica. Invece, a 7 mesi dal cambio di proprietà dello stabilimento brindisino, la nuova gestione indiana si sta purtroppo caratterizzando per una politica aziendale “al ribasso”.

Jindal Films, infatti, ci sembra stia puntando a una riorganizzazione aziendale che mira esclusivamente a contenere i costi e far aumentare i profitti. I segnali, in questo senso, si colgono nettamente dal taglio sulle diverse attività esternalizzate. Basti pensare all’appalto soppresso delle manutenzioni, a quello ridotto sul facchinaggio e sulla movimentazione merci e, in ultimo, a quanto sta accadendo in questi giorni per la forte riduzione dell’appalto di pulizie industriali e civili.

 

Quest’ultimo non solo rischia di far perdere 12 posti di lavoro, ma fa sorgere preoccupazioni in merito al rispetto delle norme sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, sia per le garanzie dovute a tutti i dipendenti, sia perché si riduce la pulizia industriale laddove il prodotto è destinato ad uso alimentare, e necessita quindi di particolare cura e attenzione.

 

Inoltre gli investimenti a tutt’oggi in programma sono esclusivamente riferiti a una ottimizzazione del processo produttivo in essere, per efficientare gli impianti, in particolare sul piano idrico ed energetico. Cose non trascurabili ma sicuramente non sufficienti a poter garantire prospettive di sviluppo che necessitano invece di interventi strutturali sulle linee di produzione.

 

Alla luce di quanto evidenziato, come CGIL, auspichiamo che a partire dall’aggiornamento dell’incontro già fissato per il 28 Aprile con le categorie di riferimento l’Azienda corregga le azioni già intraprese e quanto sta proponendo, poiché consideriamo assolutamente non condivisibile il piano della riorganizzazione complessiva dello stabilimento.

 

Riteniamo, invece, che non si possa mortificare un insediamento produttivo di rilevanza internazionale, a meno che la prospettiva aziendale non sia quella della delocalizzazione. Allora è bene che tutto il territorio, a partire dalle Istituzioni, si mobiliti per chiedere conto a JINDAL FILMS di quali siano le reali intenzioni della proprietà sul futuro dello stabilimento, e di conseguenza dei 170 lavoratori diretti e di tutto l’indotto.

 

COMUNICATO STAMPA MICHELINA ALMIENTO – SEGRETARIO CGIL

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