July 16, 2025

barry231V- LUCCIOLE E BORDELLI NEL ‘700 E NELL’800
“ Ogni mattina, che faccia brutto o bello, vado ai giardini di Palais Royal, mi siedo su una panchina e guardo le ragazze che adescano i clienti sotto i portici. Intanto seguo i miei pensieri che vanno e vengono come le ragazze: i pensieri sono le mie puttane.” Così Denis Diderot nel suo “La Neveu de Rameau”.

Questa arcinoto scritto ben simboleggia l’intero secolo dei lumi. Sempre restando in Francia, è di rigore citare il classico esempio di prostituta d’alto bordo che fa carriera.

Negli anni 1765-70 infatti, la procace, giovanissima Marie Janne Bécu, mademoiselle di molto facili costumi, divenne la favorita del vecchio sciupafemmine Re Louis XV, che la nominò contessa du Barry.

 

Nel frattempo, la prostituzione “bassa” continua il suo squallido esercizio in tutto il mondo, con le solite leggi repressive che non servono a frenare la grande offerta di sesso a pagamento.

 

Nella Napoli borbonica, una vera Mignottown al pari di Roma e Venezia, le venditrici d’amore erano state relegate nel Borgo di S. Antonio Abate, nel 1796 addirittura isolato da un alto muro perimetrale,ma con scarsi esiti. Del resto i costumi femminili erano ormai molto…disinvolti.

 

Scrive in una relazione a Re Ferdinando il Principe di Belmonte “ Le donne napoletane non hanno buoni principi. Sono scostumate e spingono la galanteria sino alla dissolutezza “.

In quell’epoca nella città partenopea si contavano circa duemila professioniste. I postriboli prolificano e quasi sempre “ Au bord de l’aeau “ (da qui una fantasiosa interpretazione etimologica fa derivare il termine bordello), a Napoli come a Parigi, a Londra o ad Amsterdam.

 

bordello-vittoriano1Il secolo illuminista apre alla trasgressione, al libertinaggio, alla licenziosità:

E’ insomma il periodo storico della “Filosofia del boudoir”, che vede farsi largo la figura della mantenuta, dell’amante condivisa, della ballerina che cede le sue grazie in cambio non solo di danaro, ma anche di regali e cene in locali à la page. A Venezia, durante il carnevale, le donne in fregola, tutelate dalla classica mascherina, si concedono in allegria senza inibizioni alcune.

 

Ricordo che, dal punto di vista della produzione artistico-letteraria, il ‘700, oltre ad essere l’epoca di Casanova e Don Giovanni, è il secolo delle poesie del veneziano Giorgio Baffo (“ Ghe vuol de tuto per la vita umana/xe necesario, è vero, la matrona/ ma ghe vol qualche volta la puttana”) e del milanese Carlo Porta, dei romanzi erotico-pornografici di Daniel De Foe, John Cleland, Rétif de la Bretonne, Donatien De Sade…

 
COCOTTES, BALLERINE E MANTENUTE DELL’800 E DELLA BELLA EPOQUE
sperino_3_copertina1Il XIX secolo ci ha lasciato due stereotipi della prostituzione: la “ pericolosa degenerata “ e la “ vittima passiva “. Alla prima categoria appartengono le sventurate cadute nell’abisso del male. Peccano volontariamente e quindi meritano il castigo della legge. Per il proto nazista Cesare Lombroso (“La donna delinquente”,1893 ), le meretrici erano addirittura congenitamente e biologicamente portate a questi comportamenti devianti.

 

Altri osservatori meno razzisti consideravano le prostitute misere vittime dell’ambiente, della povertà. Molte erano ragazze di campagna, spesso orfane, sprovvedute ed analfabete.

 

Nel suo studio sull’Asilo Mariuccia, un riformatorio per giovani in pericolo, Annarita Buttafuoco faceva osservare che il 70% delle ricoverate avevano subito uno stupro o un incesto.

 

La legislazione elaborata nell’800 sulla prostituzione si articolava in tre filoni: regolamentazione, abolizione e proibizione. Il fondatore della moderna regolamentazione fu Napoleone Bonaparte che nel 1803 dispose i primi controlli sanitari, a registrare le attività, a prescrivere dettagliati regolamenti per le case di tolleranza. Tutta L’Europa, Inghilterra inclusa, si ispirò alle leggi francesi in materia.

 

Il primo regolamento sulla prostituzione dell’Italia unita fu del 1860, a firma di Cavour. Vennero istituite case di tolleranza di 1^,2^ e 3^ classe, con tariffe che andavano dalle due alle cinque lire. Furono anche istituiti la “ polizia di costume “, il registro delle praticanti e i famosi “ sifilocomi “, sostituiti poi con i più umani dispensari durante il governo Crispi ( Nel regolamento del 1898 si prescrive, per la prima volta, l’obbligo delle “persiane chiuse”).

 

Le malattie veneree a quei tempi facevano paura. In tutto il mondo. Tanto per dare due esempi al volo, Franz Schubert contrasse una brutta sifilide che lo portò al creatore a soli ventotto anni.

 

Più fortunato Rossini, il quale, frequentando le allegre donnine di Bologna, soffrì di una tenace gonorrea per lunghi anni. La letteratura, la pittura, l’opera lirica, traboccano di cocottes, favorite, mantenute, escort di alto bordo.

La Nanà di Emile Zola ( personaggio che si ispirava a Madame Valdesse de la Bigné), la Violetta di Puccini, la Lulù di Vedekind, la Lupa di Verga,le allegre ragazze di Toulouse Lautrec, di Degas, di Manet (l’Olympia, dipinta ritraendo la famosa modella Victorine).

 

otero1La Bella époque, periodo storico che va grosso modo dal 1880 al 1914, fu il paradiso del divertimento disinibito e sfrenato. Illuminanti le affiches d’epoca disegnate da Lautrec, Chere e, nel primo ‘900, dal grande Mucha : modelle facili, ballerine di cancan, sciantose, avventuriere, vedettes del Moulin Rouge, de le Divan du monde e delle Folies Bergère, mantenute d’alto bordo.

 

Le più importanti di quest’ultima categoria (la bella Otero, Emma Hamilton, Jane Avril e Louise Weber, detta la goulue (la golosa), non vivevano in modesti pied a terre, ma in lussuosi appartamenti in cui la madame riceveva amici, ospiti per cene, ricevimenti, balli e tavoli di chamin de fer ( basta ricordare la festa nel salone di Violetta Valery, la traviata…).

 

Lustrini, pailettes, bicchierini d’assenzio, champagne, les dames de chez Maxim furono il simbolo di quell’era frivola e felice che, inconsapevolmente, scivolava verso la tragedia della prima guerra mondiale
(continua)

 

…(continua)

 

Gabriele D’Amelj Melodia

 

I PARTE: PREMESSA E PROSTITUZIONE SACRA

 

II PARTE: LE DONNINE DELL’ANTICA ELLADE

 

III PARTE: L’AMORE MERCENARIO NELL’ANTICA ROMA

 

IV PARTE: FEMMINE DA CONIO NEL MEDIO EVO E NEL RINASCIMENTO

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