May 7, 2025

VI – LE BELLE FIGLIE DELL’AMORE DAL PRIMO ‘ 900 AI GIORNI NOSTRI
il_fullxfull-577481867_eqe91Molti gli aspetti e i mutamenti delle attività di prostituzione che hanno interessato il ‘900 e questi primi anni del nuovo secolo.
Il “secolo breve” inizia con i fasti della Belle Epoque, che andrà allegramente avanti sino al 1914, anno sciagurato foriero della terribile Grande Guerra.

Il vizio non ha limiti e confini, sia nei paesi più emancipati e libertini come la Francia, sia in quelli più conservatori e bigotti ( l’Inghilterra vittoriana, la Spagna cattolica, l’Italietta umbertina ).

Per le strade di tutto il mondo si aggiravano frotte di meretrici di bassa lega, buone per soddisfare i semplici gusti di operai e studenti.

Storica, a Londra, la vicenda del famoso jack lo squartatore.

 

Poi cerano i casini, le case d’appuntamento, i locali di divertimento frequentati da varie donnine di ogni tipo e tariffa. Nel capitolo dedicato all’800 vi ho accennato ai famosi locali notturni parigini, alle Folies bergères, al Mouline rouge o a quello de la gallette, pullulanti di mademoiselles allegre, ora vi parlerò di quelli all’epoca in piena attività sul suolo patrio.

 
venuslime1031Tutte le principali città italiane avevano i goderecci café chantant, teatrini, tabarin…

A Milano andavano forte il teatro Umberto, il café Campari, il Carini.

A Roma erano in piena attività il Salone Margherita, la Sala Umberto, lo Jovinelli ( in seguito diventato Ambra-Jovinelli ).

A Napoli i café chantant più alla moda dove si esibivano le sciantose più famose erano l’Eden, il Diodato, il Trianon.

I teatri dell’epoca erano il Politeama ed il Salone Margherita dove si esibivano vedette del calibro di Clèo de Mérode, Olimpia d’Avigniy e la bella Otero.

 

Nella capitale fece furore un’altra etoile, Lina Cavalieri. Altre divine di successo furono Ersilia Sampieri, detta la “ Signora del Variéte “, la canzonettista romana doc Maria Campi, l’inventrice della “mossa”, Yvonne de Fleuriel, cui dietro il pomposo nome d’arte si celava una burina della campagna laziale e la “nostra” Anna Fougez, brillante chanteuse tosta figlia della molle Tarentum.

 

Durante la prima guerra mondiale, anche la nota spia olandese Mata Hari. Ora, non voglio sostenere che tutti questi personaggi vendevano il proprio corpo, ma certo vivevano una vita equivoca e borderline.

 

le-case-chiuse-di-napoli-vizi-e-voglie-degli-l-7nuv5l1Altre invece lo facevano certamente: in quanto ai casini in voga, non posso citare quelli di ogni città, mi limiterò quindi a documentarvi su quelli più “in” a Napoli.

Nei pressi di via Chiaia c’era “La Suprema” dove offrivano alte prestazioni le richiestissime “Mimì d’ò Vesuvio”, Dorina da Sorrento e “Nanninella ‘a spagnuola”. Altra casa di lusso era “Il casino degli specchi” di rione Carità. I più squattrinati dovevano invece accontentarsi di andare a Montesanto, dalle “Tre vecchierelle”, mature ma davvero economiche. Molti café e tabarin erano frequentati da ragazze di disinvolti costumi ingaggiate per far consumare i clienti: erano le “kellerine”, prototipe delle classiche entreneuses.

 
La prostituzione e le sue ancelle, grande tema sociale e di costume, non poteva sfuggire all’attenzione degli scrittori e soprattutto del cinema.

George Bernard Schaw, già nel 1894 aveva concepito la celebre commedia ”La professione della signora Warren”, il sommo Eduardo scrisse “Filomena Marturano” nel 194. Poi vennero i film come “ Irma la dolce”( 1963), di Billy Wilder, che si ispirò ad un personaggio autentico, la lolita quindicenne amante dello scrittore viennese Karl Kraus, “Pretty Baby” del 1985, di Louis Malle, “Pretty woman”, del 1990, con un’eccezionale Julia Roberts.

Molti i romanzi che descrivano bordelli e meretrici, da “Viaggio al termine della notte “di Louis Céline, che parla di Molly “la bella”, l’ineffabile troia americana, al pluricensurato romanzo hard “Tropico del cancro” di Henry Miller che “canta” la sua Tania, il “culo di vetro” della bella Llona e la fine Germaine, una delle più discrete puttane del Café de l’Elèphant…

Classiche poi le descrizioni dei casini presenti nei romanzi di Piero Chiara, egli stesso cultore delle ovattate atmosfere delle case chiuse, come quella della Mamarosa ben fotografata ne “Il piatto piange” e del “Chiave d’oro e di “Villa d’Oriente” descritte in “Vedrò Singapore?”.

 
Tutto questo ben di dio, profumato e protetto, rassicurante e quasi familiare, finirà la mattina del venti settembre 1958, quando la Camera dei Deputati approvò la legge presentata dalla deputata socialista Lina Merlin. La pacchia era finita: addio salotti in damasco, luci diffuse, lampade coperte da foulards…

 

PROSTITUTIONContro la chiusura delle maisons si levarono diverse voci di dissenso, prima fra tutte quella del giornalista e scrittore milanese Dino Buzzati che, sulle pagine del suo “Corriere” lanciò un disperato grido di dolore per la perdita di quei preziosi tesori di civiltà e di iniziazione sessuale che erano i casini.

Finiva così l’epoca delle persiane chiuse, delle tenutarie e delle ragazze della “quindicina” e se ne apriva un’altra, molto più fosca, delle battone da strada e dei papponi.

Con l’arrivo delle albanesi e rumene prima e delle nigeriane poi, si è in fine toccato il fondo.

 

Di tanto in tanto, qui da noi, in Italia, si parla di regolamentare la prostituzione restringendola in aree determinate ( le “isole dell’amore”), ma l’antica ipocrisia italica e la proverbiale inerzia di una classe politica sempre interessata a progettare la propria sopravvivenza, non hanno prodotto ancora nulla.

 

Giorni fa, Arturo Diacona, nel suo bel programma “Presa diretta” ha documentato in dettaglio ciò che accade ad esempio nella civile Germania: libero sesso in libero Stato, ma con dei paletti ben definiti e grande rispetto del decoro pubblico. Nelle repubbliche nordiche, il libero esercizio prostituivo va avanti da almeno quarant’anni.

 

amsterdamprostitutes1Leggo che ad Amsterdam i soliti stupidi turisti d’assalto, fanno la fila per “vedere” le donne in vetrina. Assurdo! Come se noi andassimo in pellegrinaggio da Citiso a Lecce solo per vedere le paste in vetrina, senza entrare poi a farne una scorpacciata…
Il fenomeno della prostituzione (femminile ma anche maschile) è vecchia come il cucco e andrà avanti sino alla fine di questo pazzo, pazzo, pazzo mondo. Anche se i costumi sessuali dovessero ancora diventare più liberi e promiscui di quanto lo siano ora.

 

Perché è il borsellino dei bisognosi ed il cervello dei viziosi che comandano, non i cuori. E perché, in fondo, come disse Flaubert sul letto di morte “ Io me ne sto andando, ma quella puttana di Emma non morirà mai!” (Non me ne vogliano le signore, io riferisco soltanto, nulla poena sine culpa…)

 
FINE

 

Gabriele D’Amelj Melodia

 

I PARTE: PREMESSA E PROSTITUZIONE SACRA

 

II PARTE: LE DONNINE DELL’ANTICA ELLADE

 

III PARTE: L’AMORE MERCENARIO NELL’ANTICA ROMA

 

IV PARTE: FEMMINE DA CONIO NEL MEDIO EVO E NEL RINASCIMENTO

 
V- LUCCIOLE E BORDELLI NEL ‘700 E NELL’800

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