CAFFE’ E SIGARETTA: UN BINOMIO ASSAI CLASSICO. MA QUAL E’ LA STORIA DI QUESTI DUE PECCAMINOSI PIACERI?
ORA VE LA RACCONTO IO, A MODO MIO …
I parte
Di Gabriele D’Amelj Melodia
PER PRIMA COSA DIO CREO’ IL CAFFE’, ALTRIMENTI NON CE L’AVREBBE FATTA A FARE TUTTO IL RESTO (Anonimo)
Contrariamente a quanti nella vita vedono solo il bicchiere mezzo vuoto, dobbiamo essere grati a Madre Natura la quale, in certi casi è davvero stronzetta e matrigna, ma, in ogni modo, ci ha anche dispensato tanti doni meravigliosi, tra i quali spiccano la piantina di caffè e quella di tabacco.
CENNI STORICI SULL’ARRIVO IN EUROPA
Per quanto riguarda le origini di quella che papa Clemente VII definì “la bevanda di Satana”, pare che tutto abbia avuto inizio l’11 settembre. Già, questa data fatidica che ricorda il male assoluto del 2001, ha avuto una sua interfaccia felix nell’A.D. 1683.
In quella storica data, infatti, la lega europea, sconfisse, alle porte di Vienna, il gran Visir Kara Mustafà Pasha, e i suoi centosettantamila ottomani. I superstiti dell’armata islamica battettero in ritirata, terminando per sempre quel lungo assedio e lasciando sul capo ventimila caduti, tende e masserizie varie dell’accampamento, tra cui un ingente carico di caffè. I vincitori lo scambiarono per cibo per cammelli e lo regalarono ad una staffetta, oscura ma non per questo fessa, che si informò, sperimentò e infine aprì la prima caffetteria occidentale in Vienna. E fu anche in quell’occasione che, pare, furono inventati i croissant (crescente), a forma di mezza luna come il simbolo del male sconfitto.
Una simpatica storiella narra poi di un frate cappuccino, tal Marco d’Aviano, che trovando la bevanda un po’ forte, volle aggiungergli del latte, dando vita così al… cappuccino!
DITIRAMBO SUL CAFFE’
In verità, episodi un po’ fantasiosi a parte, il caffè era già conosciuto, sia in Italia che nel resto d’Europa.
Il poeta, naturalista e medico Francesco Redi (sì, proprio quello del “Bacco in Toscana”), già nel 1635 scrisse sull’esotica bevanda un ditirambo che inizia con questi versi: “Beverei prima il veleno/ che un bicchier che fosse pieno/ dell’amaro e reo caffè”
In realtà il dottor Redi il caffè lo beveva, ma ben zuccherato. Lui aborriva solo il caffè amaro bevuto dagli orientali, come precisò in una lettere scritta a Monsignor Albizi.
L’ESORDIO NEL VECCHIO CONTINENTE
A Parigi invece la strana bevanda fu conosciuta già quattordici anni prima della cacciata dei turchi da Vienna. Era il 1669 quando, l’ambasciatore del sultano Mehmed IV lo offrì in dono a Sua Maestà Louis XIV, che ne fu entusiasta e fece mettere a dimora nei giardini reali le piantine di quella prelibatezza.
LE PRIME CAFFETTERIE…
Venezia, città di grandi traffici commerciali, aveva scoperto il “quawha“ (così lo chiamavano gli arabi ), fin dagli anni ’20 del XVII secolo e, nel1645, ebbe la sua prima mescita di caffè storicamente accertata.
A Napoli la squisita bevanda fu introdotta dal musicologo viaggiatore Pietro della Valle nel 1626, al ritorno da un pellegrinaggio in Terra Santa. Fu da allora che il kavhe arabo divenne o cafè napoletano (“Oh che belle cafè , sule a Napule u sanne fa…”)
Ma vediamo la diffusione dei… primi bar nel resto d’Europa. In Inghilterra, nel 1650, era già nato il primo locale dove bere la curiosità esotica; nel 1663 i “ coffee house “ divennero addirittura ottanta. Berlino bruciò Parigi aprendo il primo bar nel 1670, la ville lumiere lo ebbe solo nel 1686 ( il locale fu intitolato Procope ) In America del nord, stranamente, il caffè non arrivò dalla Colombia, dal Venezuela o dal Brasile, ma dai cugini inglesi. A Boston, la novità si chiamò “ London Coffe House “: era il1689.
LE VERE ORIGINI DEL CAFFE’
Ma la storia del “ caffè nero bollente” (per dirla alla Mannoia), non è iniziata certo nel vecchio continente. I veri natali sono incerti. Per qualche studioso è nato nello Yemen, dalle parti della città di Moka (nomen omen), per altri nell’altopiano etiope, dove un pastore di nome Kaldi, della zona di Caffa, aveva notato una certa eccitazione nelle sue caprette che si cibavano di strane piantine… in quanto alla tecnica della tostatura, pare che la lampadina si sia accesa, sempre da quelle parti, a dei nomadi che avevano assistito ad un incendio di quelle bacche.
In ogni caso, i chicchi e la preziosa bevanda si diffusero nella penisola arabica, m a Damasco e infine in Turchia, dove prese il nome di “Kahve” E adesso una curiosità: la pianta del caffè, nell’America latina, non è mai stata spontanea.
Essa venne importata, prima in Martinica, Haiti, Cuba, Puerto Rico e infine Brasile, Da quei formidabili commercianti che furono gli olandesi: Fu la Compagnia olandese delle indie Orientali a coltivare nella zona di Giava le piantine che poi furono introdotte nel giardino botanico di Amsterdam per essere infine diffuse, a partire dal 1720, nell’America del Sud.
(continua)
Di Gabriele D’Amelj Melodia
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