Dopo il grande jazzista Gianluigi Trovesi saranno i Trii di Beethoven e Mendelssohn ad essere proposti sabato 28 marzo 2015 per la rassegna musicale CHURCHES and PALACES music locations in Brindisi. L’appuntamento è per le ore 20.00 presso ex complesso conventuale di Santa Chiara.
“Il Classico trio” è il titolo del programma che è anche la seccata elocuzione capace di apostrofare qualcosa di scontato, colmo di ovvietà. Forse è stato questo il sentimento che ha attraversato le menti degli uditori prima dell’esecuzione dei trii di Beethoven e Mendelsoohn, ma dopo l’ascolto? Solo stupore, magnificenza ed eleganza furono gli aggettivi usati.
Sarà così anche per noi traghettati sulle sponde di quegli aggettivi dal Trio Academia con una “c” come amano farsi individuare. Musicisti di chiara esperienza e vera passionalità: Fortunato Casu al violino, Fabio De Leonardis al violoncello, Roberto De Leonardis al pianoforte. Sono tre musicisti di assoluta esperienza avendo sul loro conto concerti in tutta Europa ed importanti e stabili collaborazioni in diverse orchestre nazionali ed internazionali, come l’Orchestra dell’Accademia della Filarmonica della Scala, Orchestre des Champs Elysées, Symphonica Toscanini, Orchestra Sinfonica di Bilbao. sono stati diretti da maestri del calibro di Riccardo Muti, Giuseppe Sinopoli, Fabio Biondi, Lorin Maazel, Philippe Herreweghe, Barthold Kujiken suonando nelle sale più importanti del mondo, come Avery Fischer Hall, Teatro Alla Scala di Milano, Concertgebouw, Auditorio Nacional de Espana o Théatre Mogador.
Siamo a Vienna nell’ultimo decennio dell’800 e quasi improvvisamente si affaccia un giovane capace di dire “la sua” senza timori, di dire qualcosa di coraggiosamente nuovo. Parliamo di Ludwig della famiglia dei Beethoven (1770 – 1827). Ha circa 23 anni quando le sue composizioni si impongono prepotentemente per forza ed originalità, collocandosi subito tra i primi posti nella Hit Parade viennese allo stesso livello del grande Haydn. La sera della prima esecuzione (1795) ci fu un parter d’eccezione: erano presenti tutti i musicisti e gli amanti della musica a Vienna, tra cui Haydn, di cui si aspettava con inquietudine il giudizio. Questi non fu avaro di elogi ma sconsigliò al giovane collega di pubblicare il terzo trio, quello in do minore (in programma in questa rassegna). Haydn gli spiegò di temere il pubblico, incapace di comprendere, tardandone l’apprezzamento e il giusto valore. I timori di Haydn furono ingiustificati i trii infatti ebbero un immediato successo.
Altro ambiente quello di Lipsia – siamo nella metà dell’800 – Felix Mendelssohn (1809 – 1847) ricopriva importanti incarichi dirigenziali di cappelle, festivals musicali, orchestre, oltre all’attività didattica e di compositore. Si rivela così musicista immerso in un grande attivismo ed una instancabile operosità, capace di interpretare i gusti del momento, ma capace anche, e purtroppo, di farsi logorare prematuramente.
Fu lui stesso a sedere al pianoforte, nella prima esecuzione del Trio op. 66, che venne dedicato a Ludwig Spohr, amico e compositore di primordine.
La formula compositiva si era trasformata da un genere “easy”, di puro consumo, ad un genere proponente riflessioni sulla materia musicale. Ma nonostante i cambiamenti l’imprinting basato sull’intrattenimento era lì presente e fu elisir di lunga vita del Trio, elemento che non abbandonò nemmeno Mendelssohn anzi lo connotò con quella lieta melodiosità propria del suo carattere.
Potremo sprecare parole sull’analisi dei movimenti individuando temi dolenti e di alta drammaticità in Beethoven, o malinconici e d’intensa capacità espressiva in Mendelsoohn, impegnandoci a ripetere qualcosa di già trito sulla struttura della forma-sonata, no, non lo faremo!
Vi invitiamo ad un ascolto dove la musica di Beethoven e Mendelsoohn possa trovarci liberi, liberi da ogni soprastruttura mentale il resto lo farà lei.
No Comments