Impazzano su Facebook i video girati dalla scrittrice Catena Fiorello sul lungomare Regina Margherita, intrisi di commenti entusiastici per lo spettacolare colpo d’occhio regalato dal nostro porto al tramonto.
Seppur la nostra attitudine sia quella di ricercare il negativo in ogni cosa, per dovere di cronaca bisogna sottolineare come quello stesso scenario abbia lasciato a bocca aperta tantissimi altri visitatori noti e non.
Basti leggere qualche commento su Trip Advisor per avere contezza di quale impatto abbia la location sui turisti.
Non è un caso, tra l’altro, che il nostro porto interno venga scelto da qualche anno come sede naturale per una tappa del mondiale di motonautica, la quale due anni or sono fece registrare come testimonial dell’evento il famoso paroliere Mogol, che da par suo descrisse le emozioni che quello scenario aveva suscitato in lui.
Sulla stessa lunghezza d’onda si sono espressi tutti coloro i quali abbiano avuto modo di visitare od esibirsi nella nostra città. Si ricorderanno, inoltre, le parole del critico d’arte Sgarbi riportate nel suo libro (“Sarà per l’euforia che porta con sé nel nome, ma Brindisi, la città che meno conoscevo, mi ha dato le emozioni più forti, più ancora di Lecce, dove la bellezza si dichiara senza sforzo, con lusso straziante, nella corrosione della pietra che dall’arabesco di superficie si tramuta in alveare.
Nell’ignota Brindisi ogni porta è aperta, e la bellezza, meno esibita, è anche più intensa; così Santa Maria in Casale, così la chiesa del Cristo, così la straordinaria chiesa di San Benedetto con le floride sculture del portale e il capitello popolato di animali. E come la bellezza antica lentamente appare, così anche quella moderna, con rigore, soltanto qui a Brindisi si ritrova senza equivoci e falsificazioni. Non vi è spazio per i facili miti e l’arte ha ancora una virtuosa dignità fatta di ciò che si vede, non di ciò che si sa”).
A suggello di tutto ciò vi sono i feedback degli equipaggi partecipanti alla regata Brindisi-Corfù ed il commento del comandante della nave da crociera Msc dopo la manovra d’ingresso nel porto interno, il quale affermò che pochi porti avevano suscitato in lui suggestioni così forti.
Insomma, paradossalmente appare più arduo conquistare gli indigeni che i forestieri, probabilmente perché i primi fanno enorme fatica a scindere la bellezza e la fortuna di poter vivere in un territorio invidiato da tutti, dai numerosi problemi quotidiani che attanagliano la città, molti dei quali generati dagli stessi lamentosi cittadini.
Accade così che, a fronte delle 65.000 visualizzazioni raggiunte dai video (propagandistici della nostra città) girati da Catena Fiorello e pubblicati sulla sua pagina Facebook, debbano registrarsi gli immancabili commenti di alcuni brindisini che hanno provato in tutti i modi a far ricredere la scrittrice, la quale, ad un certo punto, si è dovuta quasi giustificare per le belle parole spese verso la città. Bestialità tutte nostrane, poco da aggiungere.
Questa, però, è una piaga atavica, verso la quale pare non esistere antidoto alcuno. Molto più interessante è soffermarsi invece sullo stupore della scrittrice al momento della scoperta che Virgilio si spense proprio lì, in cima alle scalinate, da dove si può godere di una vista che ha lasciato senza fiato la gradita ospite; così come deve far riflettere il fatto che, elementi che noi consideriamo scontati, quali il mare che pervade la città, la vista delle barche, la brezza, i colori accesi che tinteggiano quel posto al tramonto, agli occhi degli esterni acquistano un valore certamente superiore rispetto a quello che gli attribuiamo noi.
Ora, se la vista di un piccolo tratto di lungomare lascia spazio a queste emozioni, non si fa fatica ad immaginare quale impatto potrebbe avere la città sui turisti se si riuscissero a rendere fruibili al pubblico i due castelli sul mare, se si riuscisse a valorizzare una costa dalla bellezza mai realmente compresa appieno, se si valorizzassero le altre aree del waterfront, quali le sciabiche, il tratto oltre la porta De Revel, la banchina Millo, la zona dell’ex deposito catene e quella dal potenziale inestimabile di Sant’Apollinare, se si fornisse per tutto l’anno il colpo d’occhio offerto durante la Brindisi – Corfù, insomma, se la città riuscisse ad aprirsi al mondo in tutta la sua incomparabile bellezza.
Moniti verso la cittadinanza, si è appurato, servono davvero a poco, perché questa è una città che ha poca voglia di progredire. Il cambiamento passa per il risveglio delle coscienze sopite e per un rinvigorimento dello spirito identitario.
La stessa Catena Fiorello, nella presentazione del suo libro, stigmatizzava questo differente approccio tra i leccesi (scaltri nel vendere il proprio prodotto) ed i brindisini (inclini a lamentarsi della propria città).
Questo è un liet motiv che spesso ricorre nelle parole di chi viene a contatto con noi.
Voi comprereste un prodotto da un venditore che lo definisce pessimo?
Bisogna essere davvero dei coglioni!
Andrea Pezzuto
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