Si concluderà il 4 giugno prossimo il progetto “Dai Rifiuti all’Emozione: Un viaggio di creatività e riscatto” che, destinato ai genitori uomini detenuti in città e ai loro figli, l’Associazione ambientalista Ekoclub International, sezione provinciale di Brindisi-OdV, con il patrocinio del Ministero della Giustizia e dell’Amministrazione comunale di Brindisi, sta realizzando in collaborazione con la Casa circondariale di via Appia.
Presentato questa mattina in conferenza stampa dall’Assessore comunale all’Ambiente, dott.ssa Livia Antonucci; dal Presidente Ekoclub, arch. Massimo Roma; dalla formatrice Ekoclub, dott.ssa Silvia Picoco e dal Comandante della Polizia penitenziaria nella Casa circondariale, dott. Benvenuto Greco, che rappresentava la direttrice dott.ssa Valentina Meo Evoli, il progetto, condiviso da scuole, enti ed associazioni, si svolgerà durante gli incontri, che si effettuano per due volte al mese, nell’ambito del già esistente progetto di “bambini senza le sbarre” e «farà lavorare insieme ospiti della Casa circondariale e bambini per il recupero e la sensibilizzazione dell’ambiente – ha detto l’arch. Massimo Roma -. I complimenti al progetto da parte del ministro Nordio ed il patrocinio del Ministero dicono che quanto stiamo facendo è davvero importante».
Con riferimento all’impegno dell’Amministrazione comunale a perseguire obiettivi di economia circolare, l’assessore comunale all’Ambiente, dott.ssa Livia Antonucci, ha ribadito che «il compartecipare a questo progetto ha tantissime finalità: dall’attenzione verso i detenuti della Casa circondariale perché possano ritrovare uno spazio all’interno della società, all’incontro con i loro bambini, perché lavoreranno sulle emozioni. Senza dimenticare di organizzare all’interno della Casa circondariale – ha proseguito – la possibilità del riciclo nell’ottica di un’economia circolare e dell’insegnare a come poter meglio differenziare. Un bellissimo progetto – ha concluso – che entusiasma ciascuno dei protagonisti».
«Assieme al direttore ed alla responsabile dell’area trattamentale – ha commentato il dott. Benvenuto Greco, comandante della Polizia penitenziaria nella Casa circondariale – siamo convinti che questo progetto si inserisca nel solco già tracciato da tempo: cerchiamo di individuare i veri motivi che possono portare una persona a svoltare nella propria vita e a dare ad essa un senso diverso rispetto al percorso deviante. Abbiamo visto che spesso questa svolta avviene quando la leva per farlo è l’affettività familiare, il rapporto con i figli. Mai come in questa occasione – ha concluso – i padri lavorano a stretto contatto con i figli e lo stimolo al cambiamento viene aumentato dall’attenzione all’ambiente, al riciclo e al riutilizzo dei beni non più utili al loro scopo originale».
Nei dettagli è scesa la formatrice Ekoclub, dott.ssa Silvia Picoco: «Questo progetto si va a inserire all’interno del progetto di sostegno alla genitorialità, che nel carcere si svolge da circa dieci anni e da un punto di vista differente: quello del diritto del bambino a “viversi il papà”, anche se in una condizione di mancanza di libertà personale. Si tratta di tre incontri – ha aggiunto – in cui si simulano esperienze negate nella quotidianità, come quello di andare ad una mostra, di fare shopping insieme o di andare ad un concerto. Con gli oggetti, diamo un’altra vita: loro lavorano insieme, quindi lo spreco di quel tempo permette di dare un significato differente. Quello che portiamo all’interno del progetto è il linguaggio dell’infanzia, che il papà accompagna con l’insegnamento e l’informazione. Ciò in adesione all’osservazione che fece Maria Montessori: “Quello che la mano fa, la mente ricorda”».
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