Che più di qualche studente tema il tema è cosa scontata. Ma attenzione, il triste evento si può combattere e sconfiggere.
Sarà sufficiente seguire alcune avvertenze e consigli pratici per avere una buona percentuale di farla franca, uscendo indenni, o per lo meno con i minori danni possibili, da questa ciclica sciagura che affligge gli adolescenti da quasi un secolo.
Se vi è di conforto, sappiate che questa è l’ultima volta che affrontate il vecchio “tema”, perché poi nella vita vi capiterà di scrivere solo relazioni, pro memoria, e mail, post, e magari qualche articoletto come questo che state leggendo.
Ecco un sintetico decalogo di cose da fare o non fare per superare la prima fatica di Ercole del diplomando.
1) Non sognatevi di poter utilizzare le vecchie cartucciere piene di munizioni-rotolini di temi precotti: I commissari le hanno usate prima di voi e vi smaschererebbero in un battibaleno. Medesimo divieto assoluto per l’uso di micro auricolari che il più insospettabile dei membri esterni, quello che legge “Tuttosport” e beve caffè freddo in continuazione, scoprirebbe dopo cinque minuti.
2) Non perdete tempo prezioso a fantasticare, a trastullarvi con la penna, a tirare a sorte per individuare la traccia da scegliere. Indirizzatevi in fretta sull’argomento come da prossimo punto 3 e tuffatevi nelle righe della “ brutta “ determinati e fiduciosi.
3) Non azzardatevi a prendere sentieri ignoti o che conoscete poco. Buttatevi sulla traccia più semplice, quella facilitata come certi schemi di parole crociate che sempre i ministeriali offrono pietosamente come ciambella di salvataggio.
4) Una volta fatta la scelta (obbligata), concentratevi non sulle meritevoli cosce della vostra vicina di posto, ma sullo schema da seguire: apertura, svolgimento, chiusa. Non cercate di fare gli originali e non dilungatevi oltre il necessario. I signori commissari adorano gli elaborati semplici, ordinati, brevi, da correggere in breve tempo e senza fatica.
5) Abbiate la furba accortezza di produrvi in una grafia ben chiara e leggibile, al fine di non indispettire gli accidiosi correttori. Formulate periodi non eccessivamente lunghi, senza avventurarvi in ipotassi pericolose, usate termini semplici e non seminate il testo di virgole ad pedunculum canis. Solo nell’ultimissima revisione sostituite due, massimo tre paroline con parolone ad effetto.
6) Una volta terminato il capolavoro, rileggetelo attentamente per tre volte ( di più non serve, perché se non trovate errori con un triplice controllo, non lo troverete neppure rileggendolo per altre cento).
7) Affidatevi al vostro orecchio, già allenato dai rap. La frase deve “ suonare “ bene. Deve essere fluida, armoniosa, lunga quanto basta. Se notate zoppie, cadute di ritmo, note stonate, cambiate tutto e dribblate consecutio temporum insidiose.
Ricordate infine che ogni periodo deve avere un senso e che gli anacoluti, somma ingiustizia, sono concessi solo a gente come Manzoni.
8) Quando consegnate il prezioso elaborato, abbiate un’espressione neutra, non fate né quel sorrisetto di compiacenza che irrita tanto i Presidenti né mostrate il volto affranto di chi ha fatto una fatica di Sisifo per partorire le tre facciatine.
9) Rassicurate i vostri papà sul buon esito della prova ( “ papà, me lo sento, ho scritto un tema che è ‘na bomba! “ ) ma poi, per scaramanzia, ditegli di trovare i contatti giusti per una piccola raccomandazione: non è che volete essere solo voi gli unici stupidi a non averci provato …
10) Dite alle vostre care mamme che è inutile passeggiare sotto il portone d’Istituto recitando il rosario. Nessun intervento divino potrà trasformarvi in un Pietro Citati o in un Alberto Asor Rosa. Chi sono questi signori? Non li conoscete? Niente di male, basta dare una sbirciatina su Wikipedia, l’attuale pozzo di scienza dell’universo mondo.
In bocca al lupo, cari ragazzi, e calma e gesso: Adda passà a nuttata!
Gabriele D’Amelj Melodia
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