May 4, 2025

citta emergente fasanoCari amici, bentornati sulle pagine del Diario di Bordo.
Nuovo anno, nuovi numeri con notizie, recensioni e con gli occhi sempre attenti su tutto quello che succede nella nostra riserva indie pugliese e nazionale.

 

Come ben sapete, a dicembre è stato pubblicato il libro “La città emergente” (edizioni brundisium.net), un racconto lungo 35 anni di storia che cerca di recuperare alcuni importanti aspetti dei fermenti musicali locali, dalle radio libere ai nuovi gruppi.

 

Domenica 24 gennaio, alle ore 18.00, saremo ospiti nella sede di Accordi Abili a Fasano (Br) per una nuova presentazione del libro. Per l’occasione saranno presenti Martino Palmisano (Complanare Blues Band), Max Ciraci (Max Blues Band), Camillo Pace (MARinARIA) e Antonello L’Abbate (Shock Treatment) che parleranno delle loro rispettive esperienze musicali anche attraverso delle esibizioni in acustico dalle forti tinte e atmosfere blues.

 

Queste presentazioni sono un modo di vivere la musica con il pubblico, tra la gente, senza soste, raccontando episodi, aneddoti e storie.

 

 

fratelli-radiattiviA partire da questo nuovo numero del Diario, tutti i collaboratori di Radiazioni Cult e Radiazioni NRG, pubblicheranno settimanalmente una classifica personale dei migliori album pubblicati nel 2015.

Fate vostri questi dischi e accendete la radio per ascoltarli nei nostri due appuntamenti radioattivi del lunedì e venerdì su Ciccio Riccio.

Troverete il vecchio vinile e i nuovi CD, una mistura tra analogico e digitale che ci auguriamo possa accendere la vostra curiosità e suscitare interesse.

Il piacere di leggere (scrivere) libri e ascoltare (programmare) musica, vanno inseriti nelle passioni e perché no, anche nelle piccole, reali e vere soddisfazioni della vita.

 

Riportiamo di seguito la prima playlist del 2015 stilata da Antonio Marra di Radiazioni Cult.

 

Radiazioni CultAl solito tempo di bilanci per Radiazioni Cult, con molta umiltà ci misuriamo anche noi tradizionalmente con le nostre preferenze musicali per l’anno appena conclusosi, il 2015.

Un anno che ha visto un ulteriore declino del mercato discografico; il CD sta diventando uno strumento obsoleto rispetto alla riproduzione in streaming. L’unico supporto fisico che resiste è il nostro amatissimo vinile che non tradisce mai e che anzi continua a registrare incrementi di vendite a due cifre. Ma nonostante il moltiplicarsi dei mercatini parliamo sempre di una nicchia per amatori e per gente che continua a fare ‘resistenza’ verso la barbarie culturale.

La major discografiche propongono prodotti che molto raramente hanno qualche legame con l’arte, la grande maggioranza dei giovani subiscono passivamente questi prodotti plastificati di meteore del piccole schermo, marionette di paglia pronte a bruciare rapidamente in un video per fare posto al successivo clown rivestito da autotune ed altre falsificazioni elettroniche.

In assenza di mercato si riducono anche il numero di etichette disposte ad investire in musica, più che di produttori dovremmo oggi parlare di mecenati. Così sempre più frequentemente si ricorre al crowdfunding con l’obiettivo di stampare qualche copia fisica di un disco da vendere ai concerti.

Ma anche qui la crisi si fa sentire. Gli artisti vengono pagati (se vengono pagati…) pochissimo ed allora si moltiplicano i ‘one man band show’ e le sessioni acustiche per riuscire a rientrare nelle spese. In quest’epoca di contrasti risaltano pochi fortunati artisti o pseudo tali che forti del proprio nome strappano compensi altissimi per bilanciare le scarse vendite. In ogni caso il circuito musicale (artisti e consumatori) ne esce perdente: bisogna avere sempre più coraggio a sognare di vivere di arte e sempre più difficile diventa provare ad assistere ad un concerto di una band.

Un quadro fosco, al quale va aggiunto che probabilmente la musica rock o alternativa o indipendente, non è più un linguaggio culturale che crea aggregazione giovanile o meglio tale valenza è salvaguardata solo per una minoranza di giovani che resistono alla omologazione delle masse.

Per questo ora e più di prima il nostro motto ‘musica, poesia e resistenza’ è attuale.

Eppure sul versante artistico il 2015 è stato un altro anno di grandissima effervescenza. Siamo ancora in pieno revivalismo o ‘retromania’ ma le produzioni discografiche eccellenti sono state davvero tante.

Dopo il revivalismo folk dei primi anni zero l’ultimo lustro si è incentrato sulla riscoperta della psichedelia e del garage.

 

Sufjan_Stevens_-_Carrie_&_Lowell[1]Il disco che di sicuro ha raccolto maggiori consensi a Radiazioni e su tutte le riviste specializzate è di sicuro il nuovo lavoro di Sufjan Stevens (Carrie and Lowell). Si tratta di un lavoro per grande parte acustico, senza i consueti ricchi arrangiamenti barocchi, nel quale l’artista del Michigan mette a nudo il tormentato rapporto con la propria madre alla quale si era ri-avvicinato nell’ultimo periodo della malattia di quest’ultima. Semplicemente toccante; la quintessenza della magia musicale capace di trasportare nell’animo di chi ascolta i sentimenti di chi suona ed è guidato da un’ispirazione sincera pur se dolorosa.

 

Ancora sul filone folk vorrei ricordare i lavori di Ryley Walker (Primrose Green), vera grande sorpresa del 2015, capace di scomodare paragoni con Nick Drake e Van Morrison. Così pure la conferma della bellissima Joanna Newsom (Divers) con arpa e soliti arrangiamenti orchestrali ed il nuovo lavoro degli Unthanks (Mount the air) delicatissimo gioiello che sembra uscito dall’epoca d’oro del folk inglese.

 

Anche nel 2015 la scena italiana è stata ricchissima di proposte. Su tutti i due dischi che mi hanno maggiormente colpito sono stati quello di Orlando Manfredi, in arte Duemanosinistra (Fromorlandotosantiago) cantautore torinese inspiegabilmente ignorato dalla critica dopo pur splendide recensioni ed il nostro Roberto D’Ambrosio (Segreti ed altre storie) disco ispiratissimo e perfetto nei suoi equilibri tra pop e rock d’autore sotto la sapiente regia di Amerigo Verardi.

 

Ancora molto interessanti le proposte di altri due giovani cantautori: Alsonso Moscato (La malacarne) da Palermo con alcuni testi in dialetto a rappresentare realtà decadenti e di Caso (Cervino) con alcune composizioni che sanno molto di adolescenza e fuga dalla provincia.

 

iacampo-flores-intervista[1]Conferme poi per Marco Iacampo (Flores) – personalissimo il suo stile chitarristico tra Jose Gonzalez ed un moderno cantautorato – e C+C=Maxigross (Fluttarn) all’insegna di uno strano miscuglio tra pop e psichedelia che pone la band veneta sullo stesso livello delle migliori proposte del rock indipendente internazionale e sullo stesso piano di un’altra band italiana Sycamore Age (Perfect Laughter) che supera brillantemente nel 2015 la prova del fatidico secondo album.

 

Una menzione particolare merita un disco incredibile pubblicato proprio alla fine dell’anno: Homunculus Res (Come si diventa ciò che si era) band siciliana capace di rara maestria esecutiva e che propone un moderno connubio tra progressive e canterbury sound di altissimo livello e con testi surreali che rendono la proposta non seriosa e più leggera.

 

Sul fronte indie continua l’ondata revivalistica dei suoni pop-psichedelici che hanno caratterizzato la seconda metà degli anni sessanta. Novelli, kinks, byrds, velvet undergound rifioriscono un po’ ovunque.

 

Bellissima sorpresa di fine anno è stato l’esordio di Tulalah (The flood), australiani con un grandissimo senso degli arrangiamenti. Altrettanto sorprendente il secondo album dei brasiliani Boogarins (Manual) e qui originalissimo è il loro pop psichedelico cantato in brasiliano e con sapori bossa nova che affiorano frequentemente. Con grande piacere posso finalmente includere in una playlist il settimo album di un ultra-prolifico settetto australiano dal nome originale quanto la musica che proposta. King Gizzard & Lizard Wizard (Papar machè dream balloon) è il secondo disco pubblicato nel 2015 e stavolta è un album completo che al solito sorprende in ogni passaggio , mai scontato ed assolutamente originale.

 

Ancora una conferma per gli inglesi Ultimate Painting (Green Lanes), nato come progetto estemporaneo tra Mazes e Veronica Falls e che invece danno alle stampe un secondo album dopo il sorprendente esordio del 2014 altrettanto bello. Qui il punto di riferimento è il pop chitarristico dei Velver Underground del terzo album. Ancora pop chitarristico ma con riferimenti inglesi anni ottanta e scena C86 per gli australiani Twerps; Range Anxiety è un vero gioiellino di guitar pop.

 

the schoolSul versante più squisitamente pop, bellissima conferma per The School (Wasting away and wondering) con il loro connubio sixties tra guppi vocali ed certe produzioni di Phil Spector. Una menzione per l’etichetta spagnola Elephant Records che con la californiana Matinè Records mantiene alta la bandiera di certa musica sbarazzina all’insegna della leggerezza e del buon gusto. Esordio squisito anche per la voce dei Real Estate, Martin Courtney (Many moons) semplici ed azzeccatissimi intrecci chitarristici che ricordano il miglior jangle pop degli anni ottanta. Ancora intrecci chitarristici ma vicini ai migliori Pavement per Happyness (Weird little birthday) disco sempllicemente perfetto.

 

Citazione indispensabile per una nuova proposta del Wilkommen Collective di Brighton, misconosciuta ma eccezionale compagine di musicisti accomunati dalla passione per certa musica folk, suoni acustici e splendidi arrangiamenti con archi e fiati. Il passato anno ha visto emergere dal questo collettivo il terzo lavoro dei Leisure Society (The fine art of hanging on) pura delizia folk-pop per palati raffinati.

 

La palma del miglior disco pop dell’anno spetta però al geniaccio della chitarra di Chicago, Jim O’Rourke (Simple Songs) che dal suo esilio giapponese licenzia un lavoro che centrifuga canzoni senza tempo e che ricordano tutte le migliori espressioni delle decadi passati senza però dare dei riferimenti precisi.

 

Ultimo disco per questa playlist è una specie di monumento jazz: Kamasi Washington (the epic). Un disco così imponente (triplo vinile o CD) e ricco di influenze da superare gli immancabili steccati di genere per candidarsi tra le opere più importanti in assoluto del 2015. Pop, be-bop, jazz orchestrale una specie di caleidoscopio sono nel quale perdersi.

 

Playlist in ordine alfabetico

AIDAN MOFFAT& BILL WELLS: THE MOST IMPORTANT PLACE IN THE WORLD

ALFONSO MOSCATO: LA MALACARNE

BILL FAY: WHO IS THE SENDER?

BOOGARINS: MANUAL

C+C MAXIGROSS: FLUTTARN

CASO: CERVINO

COOL GHOULS: A SWIRLING FIRE BURNING THROUGH THE RYE

COURTNEY MARTIN (REAL ESTATE): MANY MOONS

CRONIN MIKAL: MC III

DUEMANOSINISTRA:  FROM ORLANDO TO SANTIAGO

HAPPYNESS:  WEIRD LITTLE BIRTHDAY

HOMUNCULUS RES: COME SI DIVENTA CIO’ CHE SI ERA

IACAMPO:  FLORES

JIM O’ROURKE: SIMPLE SONGS

JOANNA NEWSOM: DIVERS

KAMASI WASHINGTON: THE EPIC

KING GIZZARD & THE LIZARD WIZARD: PAPER MACHE’ DREAM BALLOON

LEAPLING: VACANT PAGE

LEISURE SOCIETY: THE FINE ART OF HANGING ON

NOTTURNO AMERICANO (CLEMENTI, SUCCINI REVERBERI): NOTTURNO AMERICANO

ROBERTO D’AMBROSIO: SEGRETI ED ALTRE STORIE

RYLEY WALER: PRIMROSE GREEN

SCHOOL: WASTING AWAY AND WONDERING

SUFJAN STEVENS: CARRIE & LOWELL

SYCAMORE AGE: PERFECT LAUGHTER

TIJUANA PANTHERS: POSTER

TULALAH: THE FLOOD

TWERPS: RANGE ANXIETY

ULTIMATE PAINTING: GREEN LANES

UNTHANKS: MOUNT THE AIR

WOOLEN MEN: VIII – TEMPORARY MONUMENT

 

MARCO GRECO & ANTONIO MARRA

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