May 29, 2025

Leggo sempre con attenzione gli interventi che il Consigliere comunale Dott. Massimiliano Oggiano propone ai media in quanto, al di là della personale amicizia, lo ritengo uno dei pochi rappresentanti pubblici che, quanto meno, si informano e leggono le carte; gli interventi di Oggiano sono quasi sempre basati su dati razionali ed oggettivi.
Sui problemi connessi al ciclo dei rifiuti ed in particolare sulla discarica di Autigno e dell’impianto di CDR (per semplificazione) noto invece una costante ed a volte stizzita forma di contestazione che cozza con la propria natura razionale e di uomo informato.

 
Nell’articolo “Discarica Autigno, Oggiano: “emergenza sanitaria ed ambientale annunciata”, Massimiliano dopo aver esposto, come è ben capace, il “danno economico” che subiamo tutti noi cittadini e del quale avremo contezza solo nell’immediato futuro, dopo, purtroppo, si sofferma su considerazioni che nulla hanno di razionale e concreto; sembra infatti che tenda più a difendere l’operato di qualcuno e ad accusare, in particolare la Nubile Srl, distorcendo volutamente la realtà delle vicende dell’im-pianto del CDR e della discarica di Autigno.

 
Vicende ambientali relative alla gestione dei rifiuti che, come dirigente e tecnico, mi appartengono nella fase di programmazione e di finanziamento (1999-2000) e che hanno visto la concreta realizzazione della discarica nel 2000 e, mio malgrado, degli impianti solo nel 2005/06; mio malgrado perché l’intuizione di creare una “cittadella del rifiuto” era mirata ad un risparmio delle tasse sui rifiuti e mai ne avrei ipotizzato un incremento.

 
L’impianto di CDR è stato progettato e realizzato con le tecnologie del tempo, di certo oggi obsolete rispetto alle attuali ma, in questo è venuto in soccorso il bando pubblico comunale di affidamento degli impianti che costituiscono la richiamata “cittadella” (discarica, impianto di CDR ed inerti, oltre al multimateriale, al compostaggio, alle isole ecologiche a scomparsa, ai mezzi elettrici per l’umido, ecc); in tale bando era previsto il “revamping”, la ristrutturazione e l’am-modernamento, degli impianti esistenti adattandoli alle migliori tecniche disponibili.

 
Si è chiesto Oggiano i motivi per i quali il “revamping” dell’impianto di CDR (ora CSS) non è stato reaizzato?
Saprà Massimiliano che, per ragioni incomprensibili ed irresponsabili, i terreni di proprietà del comune, ove sorge l’impianto di CDR, non sono mai stati “caratterizzati chimicamente” per i primi 60 cm.; la caratterizzazione, fatta dal Consorzio ASI, ha interessato solo il sottosuolo e la falda escludendo il “suolo” per i primi 60 cm.
Nulla poteva fare la Nubile in merito alla movimentazione terra necessaria per realizzare le fondazioni dei nuovi trituratori e degli altri impianti previsti nel revamping; personalmente non ho mai visto un impianto di trattamento delle acque “di prima pioggia” non interrato, come invece è quello dell’impianto di CDR.
Il Consigliere Oggiano si è mai chiesto chi ha fatto la caratterizzazione chimica della componente “suolo” (primi 60 cm.)? Si è chiesto se un impianto sul quale non si poteva rimuovere un metro cubo di terreno poteva essere messo a bando di gara pubblica? Si è chiesto se, per tale motivo vi sono responsabilità oggettive da parte del comune e della propria dirigenza?
Infine, per l’impianto di CDR, ha verificato se oggi, con la “caratterizzazione” fatta a proprie spese dalla Nubile, la stessa azienda ha chiesto all’OGA di attivare il “revamping”, avendone, presumibilmente, sottoscritto i contratti per le opere previste in gara?

 
In merito alla discarica non posso, da tecnico, non tacere sul fatto che la Nubile è l’ultimo della catena, quello al quale qualcuno vorrebbe rimanesse il c.d. “cerino acceso”, delle responsabilità relative all’inquinamento della falda.
Sfugge ad Oggiano che la Provincia, sollecitata dal Comune di Brindisi nella ricerca del responsabile dell’inquinamento della falda e che prontamente individua nell’attuale “gestore” la Nubile Srl, già in data 4 dicembre 2000 (sic!) ed a seguito di un sopralluogo nella discarica del proprio Comitato Tecnico Provinciale ed a seguito dei risultai di analisi del 31/08/2000 che individuavano nel pozzo Cataleta, posto a 150 m. dal lotto 1 in esercizio, “indici chimici di inquinamento” (ferro, manganese), riporta nel proprio verbale che è necessario effettuare la “messa in sicurezza” della discarica.

 
Sfugge al Consigliere Oggiano che il Comune, anche in maniera impropria, ha “gestito” la discarica fino al 16/06/2008 ed era ben cosciente, per trasmissione diretta dei risultati di analisi da parte di ARPA, dello stato di “contaminazione acuto” in cui versavano le acque della falda sottostante la discarica.
Si è chiesto il Consigliere Oggiano se la Determina Dirigenziale n. 374/2008 del 16/06/2008 con la quale si attribuiva l’AIA e la “gestione” (questa volta in maniera rispondente alle norme) della discarica al Comune di Brindisi fosse comprensiva anche della “messa in sicurezza” della falda?
Ritengo, da tecnico, che è grave il fatto che nulla sia stato riportato nell’autorizzazione AIA in merito alla condizione di inquinamento in cui versava la falda; ciò al punto da ritenere che, tale autorizzazione non potesse essere rilasciata in quanto in forte contrasto con lo stesso D.Lgs 59/2006 finalizzato alla “prevenzione e riduzione integrale dell’inquinamento”; infatti, all’art. 1 il Decreto recita “1. Il presente decreto ha per oggetto la prevenzione e la riduzione integrate dell’inqui-namento……”.

 
Appare opportuno porsi la domanda, in virtù del richiamato Decreto 59/06 se, ove la Regione fosse stata messa a conoscenza dello stato di contaminazione della falda, avrebbe potuto rilasciare l’autorizzazione AIA?
Ebbene l’AIA del Comune non riporta nulla della contaminazione in atto e lo stesso Comune “gestisce” la discarica per ben 4,5 anni senza prevedere e realizzare alcun intervento di “bonifica” della falda; ciò è ancor più grave in quanto in due verbali del novembre e dicembre del 2009 è esplicitata la volontà del Comune, tramite il proprio dirigente, di effettuare una “barriera idraulica” e quindi un intervento di “messa in sicurezza permanente”.
Messa in sicurezza “permanente” e non come ancora oggi fa il Comune che affida incarichi per la “messa in sicurezza d’emergenza”; quale emergenza? Quella individuata il 31 agosto del 2000 e proseguita fino ai tempi nostri?

 
La discarica è un bene pubblico è va tutelato per gli aspetti ambientali e per quelli economici che ricadono, per incapacità di dirigenti e politici, sulle tasche dei Cittadini.
Due sono le possibilità di utilizzare ancora la discarica: o rimuovere tutti i rifiuti del lotto 1 e ricostituire il manto impermeabile in HDPE lacerato per “punzonamento” nell’esercizio, oppure effettuare un impianto di pompaggio in continuo delle acque di falda, trattamento chimico e reimmissione in falda (pump & treat), attraverso una “barriera idraulica”.

 
Un ultimo pensiero devo necessariamente riportare in merito alla richiesta della Nubile Srl, così come leggo dall’intervento del Consigliere Oggiano, di realizzare una nuova discarica in un sito caratterizzato dalla presenza di argilla; quello di Autigno nel 1997, fu imposto e non scelto dal Comune, nella ex cava SOMEC, dal Commissario regionale all’emergenza rifiuti.
Credo che la soluzione sia del tutto percorribile ed auspicabile, fatte salve alcune considerazioni quali:
il prezzo di conferimento dei rifiuti biostabilizzati rimanga quello attuale e pari a € 40,00 che è sicuramente il più basso in Puglia e presumibilmente anche in Italia; in merito al pagamento dell’ecotassa, questo si che è un problema rilevante sul quale sarà necessario soffermarsi e con ciò stimolo anche l’amico Massimiliano Oggiano;
si realizzino ad Autigno le attività di “messa in sicurezza permanente” della falda per tutelare un bene pubblico che ha ancora oltre 700/800.000 mc di capienza;
sia prevista anche una sezione dedicata ai “rifiuti speciali” per i quali la recente normativa comunitaria individua per almeno il 70-80% i codici CER “a specchio” e quindi “pericolosi”; tale applicazione della norma metterà in seria difficoltà molte aziende della zona industriale con tutti i rischi connessi alla mancanza di tali discariche ed all’instaurarsi di percorsi di smaltimento non legittimi ed a danno dell’ambiente.
In definitiva ringrazio Massimiliano per avermi stimolato ad intervenire ed auspico, da cittadino, che con il piglio che gli è consueto sappia anche traguardare con maggiore oggettività i problemi connessi alla gestione dei rifiuti e porre anche la stessa attenzione a ciò che avviene nella “casa dei Cittadini” ove non vi è mai una rotazione di personale e si rischia di creare “centri di potere” svincolati da quella programmazione e progettazione politica valutata e votata dai Cittadini.

 

prof. dott. Francesco Magno

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