Martedì 14 aprile si svolgerà presso la Provincia di Brindisi la conferenza decisoria nel procedimento V.I.A. sull’impianto proposto da A2A per trasformare combustibile solido secondario (CSS) in ecoergite; si è concordi sul fatto che tale procedura vada necessariamente scissa da quella di Edipower che prevede la co-combustione di carbone ed ecoergite.
Legambiente ha presentato osservazioni critiche sulla V.I.A. dell’impianto proposto da A2A, ricevendo contro deduzioni che, solo molto parzialmente, risultano soddisfacenti ed attinenti e non rispondono pienamente alle osservazioni avanzate ed alla normativa in essere; si è ritenuto opportuno non sviluppare e consegnare alla Provincia ulteriori contro deduzioni alla A2A, nella convinzione che nulla sarebbe cambiato nell’assetto progettuale previsto.
Del resto, a parte un incontro tenutosi presso Palazzo Nervegna prima della presentazione del progetto, ove fra l’altro furono rappresentate da Legambiente le prime perplessità, nessun altro incontro pubblico l’azienda ha ritenuto opportuno effettuare per meglio definire la propria idea progettuale.
Fatto salvo che i progetti di A2A ed Edipower sono, dal punto di vista formale ed autorizzativo, due elementi distinti, l’ecoergite resta un combustibile da rifiuti, dal quale dovrebbero essere estratti (senza riportarne bene il procedimento da utilizzare) i polimeri plastici clorurati che, in combustione sarebbero veicolo certo, nelle “zone fredde” del combustore, di produzione di diossine, furani ed IPA; tale procedura di selezione delle plastiche abbassa il potere calorifico intrinseco di ecoergite ed accentua, al contempo, lo squilibrio fra il potere calorifico del carbone e quello di ecoergite, con riflessi diretti e gravi sulle percentuali dei due combustibili che si vorrebbe utilizzare, visto che tale percentuale non è un peso, ma appunto in potere calorifico.
L’impianto sottoposto a V.I.A. presso la Provincia dovrebbe ricevere, per la produzione di “ecoergite”, RSU parzialmente biostabilizzati, in virtù del fatto che un’ulteriore biostabilizzazione è prevista a monte della produzione del combustibile; nulla riporta il progetto in merito alla provenienza del rifiuto da trattare ed è facile ipotizzare che essendo questo un “rifiuto speciale” non subisce limiti territoriali di trasferenza.
Il territorio di Brindisi non riceve alcun beneficio nella chiusura del ciclo dei rifiuti ed, ancor più, subisce un evidente impatto ambientale riveniente dal trasporto di circa 100.000 t/a e dalle emissioni che l’impianto produce; in definitiva l’impianto, come previsto, produce una “impronta ecologica” negativa rispetto all’attuale “punto zero” e quindi non è rilevabile alcun beneficio.
In definitiva, la co-combustione fra combustibili così diversi dal punto di vista del potere calorifico, oltre a tutti i rilievi critici che chiunque può verificare nelle osservazioni di Legambiente pubblicate sul sito della Provincia, comporterebbe squilibri termici in caldaia, incombusti ed emissioni altamente inquinanti, ma sarebbe anche un pessimo esempio di chiusura del ciclo dei rifiuti, potendo essere il CSS ulteriormente trattato, a freddo recuperando e selezionando, secondo le indicazioni e gli obiettivi comunitari, nazionali e del Piano regionale dei rifiuti, tutte le componenti organiche costituenti il combustibile ( tutti i polimeri plastici separati per densità, tutte le componenti cellulosiche costituite da carta, cartone, fibre tessili, legnose, ecc.).
Legambiente ha anche avanzato ed azzardato, in un recente convegno, due opportunità, quali:
– realizzazione del progetto con il solo CSS già prodotto dall’impianto di proprietà comunale, il recupero selezionato delle componenti polimeriche e l’utilizzo delle componenti cellulosiche in un “convertitore di biomasse organiche in idrogeno, ossidi di carbonio, idrocarburi leggeri e biochar” che altro non è che una “pirolisi, lenta, umida e catalizzata” ove il biochar è la nostra vecchia carbonella. Infatti la stessa Direttiva 2009/28/CE definisce come “biomassa” anche la parte biodegradabile dei rifiuti urbani.
– La realizzazione di un Parco tecnologico dell’energia rinnovabile (P.A.T.E.R.), consultabile sul sito web di Legambiente Brindisi.
Ambedue le proposte hanno lo scopo di evitare la desertificazione industriale di Brindisi, di rendere sempre più compatibili gli interventi da realizzare e mantenere il livello di occupazione dei lavoratori attualmente Edipower; fra l’altro le attività di smantellamento dei gruppi previsti dall’AIA e della realizzazione dell’impianto manterrebbero alti i livelli occupazionali dell’indotto.
Infine, ritenendo di aver ulteriormente chiarito la posizione di Legambiente, appare opportuno riportare che la vicenda della VIA di A2A non può portare gli Enti partecipanti alla CdS decisoria, alla solita ipocrita posizione di parere “favorevole” condizionato da innumerevoli punti.
Né è possibile, come rilevato dal sito della Provincia, che alcuni Enti diano parere favorevole condizionandolo alla realizzazione della Valutazione del Danno Sanitario (VDS); se tale procedura deve essere fatta, che si faccia, ancor prima di esprimere alcun parere.
COMUNICATO STAMPA LEGAMBIENTE – DIRETTIVO DI BRINDISI
Solito papiro per dire il nulla, solito bla bla bla senza uno straccio di soluzione fattibile. Quelli di legambiente, passando la loro esistenza murati nei loro begli uffici puliti e col culo al caldo, sanno solo propinare soluzioni impraticabili al solo fine di farsi dire “ma che bravi”! Si sveglino dal loro sonno eterno e inizino a fare i conti con la rwaltà, con una città che sta morendo anche grazie alle loro distruttive deduzioni di ogni progetto passato per le loro mani. E la smettano di prendere in giro i lavoratori che, a differenza loro, sono a casa senza uno spicciolo in tasca sperando in una riuscita del progetto. Smantellamento e bonifiche, lo sappiano gli espertoni e plurilaureati del nulla di legambiente, non sono lavori da poter dare in mano a soggetti improvvisati, senza pratica, senza certificazioni e senza alcuna competenza. Un conto è l’ esercizio di un impianto o la movimentazione del carbone, un altro completamente diverso è bonificare. Quando smetteranno di fare finta di non capire e inizieranno a guardare la realtà per quella che è, sarà come sempre troppo tardi. Per ora spero che chi ha un briciolo di saggezza sappia distinguere la verità dalla propaganda.