Etichetta: BMG
Genere: industrial – soundtrack – drone
Gli Einstürzende Neubaten interpretano a modo loro il centenario dello scoppio della Prima Guerra Mondiale. Verrebbe da dire che tale tappa, al di là delle necessità cronologiche, sarebbe stata comunque obbligata per un gruppo che ha fatto della tecnologia tanto il mezzo quanto l’oggetto della propria musica. Lament è un disco minaccioso ed inquieto che destabilizza l’ascoltatore per tutta la sua durata. Certosino il lavoro compiuto in sede di composizione, un’opera di ricostruzione che non è solo sonora ma anche storica, come dimostra l’immensa mole di materiali e fonti che convergono all’interno del disco.
Anche se è necessario puntualizzare che Lament è un disco multimediale, finanziato dalla città di Diksmuide, poiché parte integrante di una installazione tetrale/sonora. Per questo motivo l’opera musicale dà il meglio di sé in contesti che esulano dalle cuffie dell’ascoltare.
L’inziale “Kriegsmaschinerie” è un pezzo nel classico stile della band tedesca, una cacofonia metallica e deflagrante che suona come la guerra è: disumana ed insopportabile.
Der 1. Weltkrieg (Percussion Version) è l’elenco delle nazioni impegnate nel conflitto, ritmato dalle percussioni, come se fossimo su un ring, ad ascoltare i contendenti pronti a massacrarsi. “Loopgraaf” è una traccia ambient imbastita sulle percussioni che fungono da sottofondo alla poesia del poeta pacifista Paul van den Broeck. Sperimentale ed avanguardista la traccia “The Willy – Nicky Telegrams”, le cui liriche non sono altro che i telegrammi che lo zar russo ed il kaiser tedesco (rispettivamente Blixia Bargeld ed Alexander Hacke, nel disco), si scambiarono durante il conflitto. La corrispondenza è filtrata da un vocoder che conferisce un’atmosfera surreale quasi alienante.
Apice compositivo ed espressivo del disco è senza ombra di dubbio la title-track suddivisa in tre brani distinti. La prima traccia “Lament, Lament” ripete forsennatamente le parole “macht” (potere) e “war” (guerra), sullo sfondo di un organi minacciosi. Un brano minimale quasi sognante, se non fosse per la tragicità dei contenuti, che cattura attraverso appena due parole l’essenza del conflitto. “Lament Abwärstsspirale” è un breve intermezzo di chiara matrice industrial reso minaccioso dal meccanico esplodere delle percussioni infarcite di disturbi metallici. Toccante sino all’inverosimile “Lament, Pater Peccavi”, dove su semplici accordi di synth si avvicendano le voci dei vari prigionieri di guerra, con un effetto cronachistico/musicale che inscena l’insensato vuoto umano lasciato dal primo conflitto mondiale.
Lament è il personale tributo degli Einstürzende Neubaten alla Storia, un disco dal forte impatto emotivo che travalica l’arte in virtù dei suoi contenuti tristemente reali. La band ci parla della guerra attraverso la guerra stessa. I protagonisti sono i documenti e le fonti, la musica è il modo di narrarle. Un album che vale quanto un documentario ben riuscito.
James Lamarina
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