Ho ritrovato stamattina per incanto un talloncino di “In_chiostri” 2014, col quale avevo vinto una scamorza, nella riffa che avevamo inventato per autofinanziarci.
Che tenerezza!
Ho appena chiesto a Lele Amoruso se potevo incassarla…Poi il pensiero è andato oltre che a quella bella edizione, arruffata e bagnata, di due anni fa, anche a quella che iniziamo domani, coi soliti problemi dei quali è ormai inutile lamentarsi: di location a pagamento o meno, di contributi anche economici sempre sperati, (altro che “Art Bonus” di Franceschini e di promesse di contenitori e spazi per le associazioni culturali !), di concomitanze di appuntamenti, etc.
Però un minuscolo ma persistente sassolino voglio almeno io togliermelo dalle scarpe in questa occasione.
Che è solo mio sia chiaro.
Noi non diremo che siamo i primi e gli unici che provano a fare cultura in questa città, ne’ tantomeno la descriveremo come una “landa desolata”, tanto da indurre qualche mal consigliata scrittrice o scrittore a commiserarci. Semplicemente perché non è vero.
Sento di poterlo dire anche per tanti operatori culturali ed artisti di Brindisi, oltre che per il Manifesto per la Cultura.
Non lo faremmo nemmeno se, per ipotesi, una amministrazione pubblica ci elargisse, chessò 7.000 euro quale contributo, nonostante la crisi e le casse vuote e magari avessimo una attività commerciale che vende libri e che ha forza e visibilità internazionale. Ne’ tantomeno fingeremmo di ignorare che, ad esempio, “In_chiostri” 2014 andò molto bene, nonostante qualcuno abbia provato ad osteggiarlo..
E che non vi furono solo presentazioni di libri, ma performances, Scrittori a Km 0, monologhi narrativi, giovani e non che suonavano nelle piazze e nei chiostri, attori negli spazi religiosi, creatività diffusa per strade e sulla scalinata virgiliana, spazi bellissimi per la poesia o il silenzio ed altro ancora.
E allora ben venga tutto, senza raccontare frottole però.
Noi ci accontentiamo della riffa e della scamorza e di ben poco ancora, di amici attori, scrittori, registi e artisti in genere che vengono in amicizia, sperando di poter offrire loro almeno una pizza.
E del nostro volontario e disinteressato lavoro.
La scamorza è buona, digeribile e soprattutto non induce alla maldicenza e alla supponenza.
Amen.
Mimmo Tardio
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