Ieri mattina intorno alle 8:30 ho incrociato una macchina della guardia di finanza proveniente dalla provinciale che collega Erchie al Santuario di San Cosimo. Ho scrutato al suo interno uomini dai volti tesi e decisi. Volti di chi sa che sta per assolvere ad un compito tanto semplice quanto dal forte impatto. Impatto sia per chi è direttamente destinato, sia a coloro che stanno intorno. Confesso, ho subito compreso che erano diretti in Comune, appunto, per qualche compito “delicato” da assolvere. Non ritenevo però che avrebbero condotto una operazione cosi devastante non solo per la credibilità e serietà di un’Amministrazione pubblica, ma vista la dimensione (15 coinvolti a vario titolo su 20 dipendenti totali), si riflette sull’intera comunità erchiolana.
Erchie rischia di essere il Paese dei “furbetti del cartellino”. Tema che ha riempito kilometri di pagine di giornali, mesi di trasmissioni televisive, il “life motive” dell’ azione politica degli ultimi governi.
Che succede ora? Si rischia oltre al danno la beffa.
Il danno dovuto all’immagine comunale certamente e fortemente incrinata.
La beffa dovuta al fatto che si rischia di non aver personale per erogare i servizi dovuti ai Cittadini. Secondo, infatti, le nuove disposizioni legislative in materia di impiego pubblico (Decreto legislativo 20 giugno 2016, n. 116) dopo la sospensione dal servizio (da fare entro 48 ore da parte del segretario comunale), entro 30 giorni si deve completare l’iter disciplinare che porta al licenziamento del dipendente colto in flagrante (ovvero mediante strumenti di sorveglianza o di registrazione degli accessi o delle presenze).
Da notizie giornalistiche, al caso dei dipendenti accusati di false attestazioni della presenza, si aggiunge anche un’indagine in corso su alcuni amministratori che avrebbero usato indebitamente auto di proprietà comunale e di aver fatto rifornimenti su auto private con il pagamento tramite carta carburanti intestata al comune.
Si è venuta a determinare una situazione complessa e complicata dove se da una parte si fa giustizia amministrativa dall’altra si aprono scenari di immobilismo amministrativo. Se aggiungiamo, poi, la questione ancora aperta dell’impianto di compostaggio, la questione dell’annullamento del bilancio di previsione 2016 da parte del Tar di Lecce otteniamo una “bomba” con l’innesco già acceso.
Ritengo che data la situazione, si debba procedere con una sorta di accordo collettivo tra le varie componenti della Società e della politica locale al fine di procedere ad individuare scelte, soluzioni e percorsi, che tendano a ridare credibilità, serenità efficacia ed efficienza all’ente comunale e all’intera comunità Erchiolana.
Credo che, con le opportune DIMISSIONI del Sindaco e dell’intero Consiglio Comunale si potrà determinare un giusto periodo (si va a votare nel 2018) di commissariamento esterno dell’Ente al fine di consentire da una parte ad allentare la pressione dall’altra a formare nuove, credibili e capaci proposte per il “governo” di questa città. Per una NovaErchie.
Angelo Camassa
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