July 9, 2025

Dopo un quindicennio di esperimenti e di lotte in vari luoghi di Italia, il 13 maggio del 1978 veniva approvata la legge che poneva fine ai ricoveri nei manicomi provinciali (che ospitavano circa 100.000 persone) e avviava una rivoluzione civile, etica e professionale nel rapporto con la malattia e la salute mentale. La legge n.180, nota come legge Basaglia, dal nome della figura più rappresentativa del movimento di cambiamento (Franco Basaglia è stato il primo in Italia a chiudere un manicomio, il San Giovanni di Trieste), ha disciplinato anche i ricoveri obbligatori e garantito la tutela giuridica dei diritti delle persone sofferenti, spingendo con forza verso la visione di una società inclusiva, nella quale i processi di cura fossero visti come percorsi di liberazione umana.

 

Tuttavia la legge 180 non ha potuto definire i dettagli dell’organizzazione dei servizi di salute mentale (organici, modalità di funzionamento, finanziamento) e si è dovuto aspettare il Progetto Obiettivo della fine degli anni Novanta per definirne la fisionomia. Da allora, però, non ci sono stati aggiornamenti del Progetto Obiettivo e in gran parte d’Italia si è assistito a un progressivo indebolimento dei Servizi di salute mentale, nonostante l’impegno profuso dagli operatori e dalle stesse associazioni di utenti e familiari. La salute mentale, ritenuta dalla Organizzazione Mondiale della Sanità una priorità (il motto è ancora “Non c’è salute senza salute mentale”), viene sottofinanziata (con il 3,5% della spesa totale anziché il previsto 5%) e non c’è una adeguata programmazione volta a sostituire il personale che sta andando in pensione. Eppure i dati del Rapporto sulla salute mentale del 2016 parlano chiaro: i servizi di salute mentale seguono oltre 800.000 persone (molte delle quali per tutta la vita) e sono circa 12 milioni le prestazioni erogate in un anno, mentre si allarga l’area del disagio ansioso-depressivo. Una nuova legge, di attuazione e di sviluppo dei principi della legge 180, di promozione e garanzia della salute mentale in Italia appare necessaria.

 

 

Programma della mattinata (CISTERNINO, teatro “ P. Grassi”, piazza Navigatori, ore 9.00-13.00):
Saluti: Giuseppe Pasqualone, direttore generale ASL BR; Luca Convertini, sindaco di Cisternino; Domenico Suma, direttore DSM Brindisi.
“Global Mental health”: Franco Colizzi, progetto salute mentale di comunità in Cina.
Partecipano: Paolo Serra, collaboratore di Basaglia a Gorizia, consulente Caritas per la salute mentale nei Balcani; Mauro Nannini, presidente nazionale ANPIS; Antonio Di Gioia, presidente Ordine psicologi Puglia;
Carlo Minervini, direttore CSM Mesagne e Centro sperimentale “Marco Cavallo” Latiano; Enrico Materia e Mariella Genchi, progetto salute mentale in Egitto.
Nel corso della mattinata verrà illustrata la “Campagna per il riconoscimento dei cinque segni del disagio e per stili di vita salutari”.
A richiesta, verrà rilasciato attestato di partecipazione.

 

Programma del pomeriggio: seminario pomeridiano a palazzo Nervegna a Brindisi (ore 17.00-19.00) su “Benessere mentale e sport”, con la partecipazione di Mauro Nannini, presidente nazionale ANPIS, Daniele Piscopiello, organizzatore del torneo “Fare squadra in comunità”, Antonio Calamo-Specchia, Ordine degli psicologi Puglia, Rita De Vito, vicesindaco di Brindisi. Verrà consegnato il premio Fair Play “Pietro Mennea”.

 

Programma della sera: teatro Grassi a Cisternino (ore 19.30-21.00); serata gratuita di poesia, fotografia e teatro per la salute mentale. La serata prevede tre momenti: “L’arte di arrangiarsi”, spettacolo teatrale da Brecht e Ionesco, regia di Venere Rotelli, Compagnia Zona Franca (coop. Soc. Spazi Nuovi); “Quante storie per una foto”, a cura della Fondazione Opera Bartolo Longo; “Riflessioni sul ruolo terapeutico della poesia”, con il regista Dario Lacitignola e le poetesse della Bolivia Vilma Tapia Anaya e Norah Zapata-Brill. Coordina Luca Palazzo, associazione “Briciole”.

 

Francesco Colizzi
Coordinatore del Festival della cooperazione internazionale

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