Etichetta: Constellation Records
Genere: post rock
Sono passati dodici lunghissimi anni dall’ultimo stupendo “Yanqui U.X.O., ma ci sono riusciti. I Godspeed You! Black Emperor sono tornati. “Asunder, Sweet And Other Distress” è un album di soli inediti, dimenticatevi “Allelujah! Don’t Bend! Ascend!”, sorta di antologia di b-sides uscita nel 2010 dopo la reunion dei canadesi, questo è un disco nuovo, un ritorno col botto.
Un ritorno in tutti i sensi dato che i GY!BE non mostrano alcun interesse verso l’innovazione o lo stravolgimento, la band ha ancora parecchio da dire giocandosi le sue solite carte e lo fa in modo egregio. “Asunder, Sweet And Other Distress”suona esattamente come ve lo aspettereste, un dramma musicale a più voci dove le scariche elettriche vengono squassate da violini sull’orlo del pianto, “Peasantry Or “Light Inside Of Light!” è un pezzo pesantissimo, archi e chitarre ci ricordano che l’emergenza non è mai finita, quel clima da perenne fine del mondo che ha reso celebri i GY!BE si ripresenta in tutta la sua forza, traendo slancio da cacofonie e stratificazioni sonore che sono sempre più il marchio di fabbrica della band, l’atmosfera orientaleggiante serve solo a dirci che l’apocalisse non conosce confini, il temporale non conosce vincoli geografici. “Lamb’s breath” e “Asunder Sweet” sono una lunghe suite drone/ambient che raccontano di immensi paesaggi desolati, gli stessi che sono stati flagellati dalla tempesta del brano di apertura. La conclusione del disco è affidata ai quattordici minuti di “Piss Crowns Are Trebled”, dove gli strumenti tornano a martellare le orecchie dell’ascoltatore, il brano ha un incipit quasi doom con il suo basso super distorto e la marcia in sottofondo, la parte centrale evolve verso le classiche coordinate GY!BE, una epifania di suoni e distorsioni acute che convergono verso un finale isterico carico di pathos.
Asunder, Sweet And Other Distress è segna il gradito ritorno di una delle band che hanno fatto la storia della musica rock mondiale, il post-rock dei canadesi travalica i confini del genere, abbracciando il concetto di musica totale che sposa tanto la dimensione classica quanto quella elettrica, tinteggiando quadri foschi dai paesaggi sconfinati. In Asunder, Sweet And Other Distress i GY!BE fanno quello che gli riesce meglio: mettere in musica l’apocalisse.
James Lamarina
No Comments