Una storia poco conosciuta, da una scheda di arruolamento ai reparti volontari italiani trovata in una perquisizione a casa di un antifascista a Ceglie Messapica del comunista Ricci Francesco .
I volontari antifascisti salentini, organizzati in Legione voluta e promossa dai Comitati del Fronte Nazionale/ CLN di Brindisi, Lecce e Taranto. La Legione volontaria salentina si chiama LEGIONE VOLONTARIA GARIBALDINA.
La legione garibaldina, nella difficoltà, di avere immediatamente vestiario e armamento, dovevano portare un bracciale tricolore e di un fazzoletto rosso
Gli altri volontari che si muovono nel Sud sono i Gruppi Combattenti Italia, sono promossi da Benedetto Croce, ha sede in Napoli e in altre parti della Campania, e il comando affidato al generale Giuseppe Pavone .
C’è una parte dei promotori tra cui ci sono anche Comitati del Fronte Nazionale/ CLN del Salento sono antimonarchici e repubblicani, B. Croce no.
Giaime Pintor aderisce scrive al fratello: “Qualcuno degli amici che è da questa parte vi potrà raccontare come nella mia fuga da Roma sia arrivato nei territori controllati da Badoglio,come abbia passato a Brindisi dieci pessimi giorni presso il Comando Supremo e come, dopo essermi convinto che nulla era cambiato fra i militari, sia riuscito con una nuova fuga a raggiungere Napoli”.
Giaime Pintor, letterato e giornalista, nato a Roma il 1919, è antifascista, partecipa alla difesa di Roma a Porta S. Paolo. Caduta la Capitale, varca le linee tedesche e si porta a Brindisi, deluso dall’ambiente che trova, si reca in Campania e lavora con altri giovani alla formazione di un corpo di Volontari della libertà. Cadde ucciso da una mina a Castelnuovo al Volturno (Campobasso) il 1° dicembre del 1943, poco prima di partire quasi avesse una premonizione, aveva scritto una lucida lettera-testamento al fratello minore, Luigi.
La storia dei volontari garibaldini del Salento guidati da Vittorio Bodini è importante partono da Lecce, fingendo di essere una squadra di calcio, devono raggiungere Nocera in Campania una caserma dove hanno saputo che sono acquartierati i Gruppi Combattenti Italia del gen Pavone.
Il Vittorio Bodini che guida i giovani volontari garibaldini del Salento è nel poco noto ruolo di politico e di antifascista, e di attivo oppositore al regime dalla iniziale fede azionista.
Poeta, studioso e saggista scrive ad un suo amico, per spiegare la sua scelta: questa guerra è un appuntamento con la mia coscienza, forse la sola occasione che sarà data al mio antifascismo e al mio amore per l’Italia (se non anche ai miei sentimenti antitedeschi) di scontrarsi con la partita della vita (…) nel caso si riesca a realizzare questo nostro santo desiderio, ritengo però necessario il nome di Garibaldi, unica garanzia che potremmo opporre alle false interpretazioni in cui la nostra risoluzione può incorrere e la espressa apoliticità di noi volontari
Infine egli scrive: Arrivammo a Nocera all’alba[..] Girammo per il paese ancora addormentato[..] Volle il caso che incontrassimo uno del paese e gli ponessimo la solita domanda proprio all’altezza di un grande portone chiuso. Gli parve che non fosse il caso di dire di no. Ci indicò il portone e disse:
— È lì ma è chiuso da due giorni.
Il governo Badoglio, dopo aver boicottato i volontari meridionali, vince, ottiene dagli alleati di essere l’unico interlocutore, gli alleati dal I° novembre del ’43 hanno chiuso le caserme dei Gruppi Combattenti Italia.
“Nessun, individuo, ente od associazione e’ autorizzato a procedere alla formazione di bande di volontari. Solamente l’Esercito e’ incaricato di ricevere,armare ed istruire volontari. Chiunque operi contrariamente a queste tassative disposizioni sarà’ immediatamente arrestato e deferito al Tribunale di guerra”.telegramma firmato Badoglio.
PER SAPERNE DI PIÙ vedi sul sito: http://www.anpibrindisi.it/
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