Nella giornata di oggi, l’Aula del Senato ha approvato un Ordine del giorno trasversale (con il sì di maggioranza, Lega, Fi) sulle trivellazioni per gli idrocarburi nel mare Adriatico.
Scrive il Senatore Salvatore Tomaselli, Capogruppo PD Commissione Industria:
L’Adriatico rappresenta un bene fondamentale, non solo per ciò che racchiude l’ambiente marino ma per la vita sociale, culturale ed economica che si svolge lungo le sue coste. Per questo l’approvazione oggi in Senato a larga maggioranza dell’ordine del giorno che vieta le trivellazioni per gli idrocarburi liquidi in questo mare è un atto importante con cui il Parlamento non ha solo tutelato un angolo di Mediterraneo dall’assalto delle multinazionali ma ha anche difeso con forza gli interessi e la salute dei cittadini delle comunità che si affacciano sulle sue coste”. Lo dichiara il senatore del PD Salvatore Tomaselli, capogruppo Pd in commissione Industria.
“Negli ultimi anni – spiega Tomaselli – avevamo assistito al proliferare delle richieste d’autorizzazione da parte delle compagnie petrolifere per effettuare ricerche nei fondali adriatici e individuare giacimenti di idrocarburi liquidi, nonostante tutto faccia suggerire la necessità di trovare nel prossimo futuro nuove riforme di energia per sostenere il nostro sviluppo. Le ricerche e le perforazioni pongono un pericolo serio in nome di un obiettivo economico discutibilissimo per il nostro Paese che, dal punto di vista energetico, deve praticare nuove vie, anche sugli idrocarburi liquidi fintanto che sono essenziali, ma vie sicure, che non pongano in pericolo coste, popolazioni e turismo.
Oggi, questo sconsigliabile quanto miope tentativo delle compagnie petrolifere di sfruttare l’Adriatico cessa di essere un’opzione commerciale praticabile, grazie al Parlamento italiano – conclude il parlamentare del PD – che ha approvato un testo di interesse davvero nazionale”.
Per Pietro Iurlaro (Senatore Forza Italia) è “un ordine del giorno con cui abbiamo chiesto al Governo “una maggiore attenzione sull’intera tematica”. Questa attenzione deve essere particolarmente mirata a una reale sospensione, e quindi a una moratoria, di tutte le attività che si sviluppano all’interno delle 12 miglia di linea marina rispetto alla costa. All’interno di queste 12 miglia bisognerà quindi sospendere tutte le attività concessorie riguardanti la ricerca e l’estrazione di idrocarburi liquidi. Si tratta in particolare, come si legge nell’Odg, delle “nuove attività di coltivazione di idrocarburi liquidi”.
Nell’ordine del giorno, in riferimento alla “partecipazione” dei territori, “chiediamo soprattutto un intervento maggiore e un maggiore coinvolgimento delle comunità, le quali avranno un loro ruolo, perché dovranno direttamente partecipare a tutti i processi e a tutti gli iter autorizzativi, intervenendo nella fase delicatissima della valutazione dell’impatto ambientale”
Nello stesso documento approvato, inoltre, si è tenuto conto anche degli aspetti economici con particolare riferimento alle royalty e ad un loro aumento con ricadute anche sul territorio. In particolare, rispetto alla quota attuale, “le royalty possono essere aumentate fino al 50 per cento, tenendo presente i margini di produttività e di redditività degli impianti”. Nello specifico, si è prevista la possibilità di “incrementare per le nuove concessioni di coltivazione le aliquote delle royalty fino al 50 per cento rispetto a quelle attualmente vigenti in funzione della produttività degli impianti, anche per individuare misure compensative a favore delle comunità rivierasche interessate”.
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