June 9, 2025

Se qualcuno si fosse chiesto perché, a distanza di quasi due settimane dalle elezioni regionali, non fossero stati proclamati gli eletti, ha finalmente avuto una risposta.
Ed è la stessa risposta di chi non ha mai compreso il criterio con cui venivano assegnati i seggi, compresa la mancata  garanzia della rappresentanza territoriale, circostanza che ha portato la Provincia di Brindisi a perdere un seggio rispetto ai cinque previsti dalla distribuzione territoriale).
La risposta è che la legge elettorale con cui i pugliesi sono andati al voto sarebbe piena di errori. E non si tratta di errori formali di scrittura, ma vere e proprie “interpretazioni materiali” che, se fossero confermate, cambierebbero – e non poco – la distribuzione dei seggi in consiglio regionale.

 

A questo punto potrebbero sperare nell’elezione almeno quattro brindisini rimasti incredibilmente fuori dalla distribuzione dei seggi. Fra questi vi sarebbero Renna, Bozzetti, Antelmi e Caroli.
Caso simbolico dell’arzigogolata legge elettorale è quello di Francesco Renna, la cui mancata elezione aveva fatto storcere il naso ai “puristi” dei numeri.

Era stato proprio brundisium.net a sottolineare per prima come il terzo posto utile de “La Puglia per Emiliano” era stato assegnato alla provincia di Taranto nonostante che la lista, in quella circoscrizione, avesse raggiunto una percentuale inferiore a quella ottenuta in provincia di Brindisi. Non solo. Il candidato eletto (Giuseppe Turco) aveva conseguito un numero inferiore di preferenze rispetto a Renna (1946 contro 2007 ). L’unica differenza era che, in Provincia di Taranto, la lista aveva totalizzato un numero di suffragi totali maggiori rispetto a quelle ottenuti in provincia di Brindisi (cosa quasi ovvia dal momento che a Taranto “viaggiavano” sette candidati contro i cinque di Brindisi).

Fatto sta che Taranto esce con due seggio in più e Brindisi con uno meno

Ragionamento quasi simile per Leo Caroli, brindisino con maggior numero di preferenze  in “Noi a Sinistra per la Puglia” e primo dei non eletti nella sua lista, “superato” da candidati di Bat e Taranto, province che a conti fatti ottengono un numero di eletti maggiore rispetto a quella che scaturirebbe da una equa distribuzione della rappresentanza territoriale.

 

Ma cosa sarebbe accaduto in concreto?
In una lettera sottoscritta dalla Prefettura di Bari, dalla Regione Puglia e da Innovapuglia (la società che aveva l’incarico di conteggiare i voti e definire gli eletti) si è fatto notare che il testo della legge sul Bollettino ufficiale non corrisponde a quanto riportato nel resoconto stenografico della seduta “numero 123 del 26 febbraio 2015″: in particolare – traducendo dal burocratese – non si è tutelata la rappresentanza territoriale attraverso la garanzia di attribuire i voti residuali “alla prima circoscrizione alla quale non è stato ancora attribuito il seggio”.
Successivamente anche il consigliere uscente Davide Bellomo ha sollevato il caso della mancata applicazione della norma nota come “riallinea-seggi”.
Secondo lo schema della divisione della popolazione in circoscrizione a Bari sarebbero spettati 15 seggi, a Lecce 10, a Foggia 8, a Taranto 7, nella Bat e a Brindisi 5.
E’ accaduto, invece, che al termine delle elezioni sono stati assegnati 13 seggi a Bari, 10 a Lecce, 9 a Taranto, 7 a Foggia e alla Bat e 4 a Brindisi. Quindi Bari avrebbe due seggi in meno, Foggia e Brindisi uno a testa, mentre Taranto e la Bat hanno ottenuto due seggi in più a testa.

 

Qualcosa, comunque, non quadra anche nelle modalità di assegnazione dei seggi. Basta andare a leggere i dati presenti sul sito elettorale “ufficiale” della Regione Puglia  (clicca qui) per osservare che non torna il numero dei consiglieri eletti direttamente nelle circoscrizioni. Sarebbero dovuti essere 23 (due dei quali in provincia di Brindisi) ma risultano solo 4, quindi con quasi tutti i consiglieri regionali che risultano essere eletti nella Circoscrizione Unica Regionale o tra i cosiddetti “residuali”

 

Il mancato rispetto della legge approva il sede di consiglio regionale costituisce – a dir poco – una anomalia che pretende di essere sanata. L’effetto potrebbe essere dirompente perché su manderebbe all’aria l’elezione così come si è svolta. In realtà non vi sarebbe soltanto una ridefinizione territoriale dei seggi (togliendo i due in più conseguiti dalla Bat e da Taranto) ma anche la distribuzione degli eletti di qualche grosso partito tra le province pugliesi.

Ma il problema grosso rimane: cosa potrebbe accadere quando si acclarerà la circostanza che sul BURP è stata pubblicato un testo di legge diverso da quello votato dall’assemblea regionale?

 

Ne sapremo di più Lunedi prossimo al termine di una riunione dell’ufficio di presidenza.
Intanto a Brindisi più di qualcuno incrocia le dita. E, forse, potrebbero terminare le polemiche sulla mancata elezione di un cittadino del capoluogo di Brindisi.

 

Angela Gatti
Pubblicato il: 13 Giu, 2015 @ 13:05
 

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