May 8, 2025

“Tre minuti, solo tre minuti”, che non sono quelli famosi cantati dai Negramaro, ma quelli dell’avvio del terzo quarto di mercoledì sera contro la Juve Caserta, durante i quali Meo Sacchetti e il pubblico del PalaPentassuglia hanno visto cosa davvero può fare questa Enel Brindisi.

 
Ed è proprio da qui che bisognerà ripartire già in occasione dell’amichevole di oggi pomeriggio a Trani (palla a due alle 18,30), ancora contro Caserta, ultimo test prima dell’esordio di mezzogiorno di domenica 2 ottobre contro Trento.

 
In sostanza il difficile lavoro dello staff tecnico da qui in avanti sarà proprio quello di richiedere continuità sia offensiva che difensiva ad una squadra che ha dimostrato talento da vendere ma che, fino a questo punto della pre season, è vissuto soprattutto sull’iniziativa dei singoli e che, al contrario non è ancora diventata una squadra. Questo perché Sacchetti fino a questo momento quasi mai è riuscito ad allenare una squadra al completo. Al contrario ha dovuto rinunciare, in serie, ora a questo ora a quel giocatore, senza considerare che a questa Enel sin da subito manca un giocatore importante come Kris Joseph, infortunatosi praticamente ad inizio preparazione e non ancora rientrato.

 
In occasione del Memorial Pentassuglia, disputatosi mercoledì scorso contro Caserta, fatta eccezione appunto per i primi 3′ del terzo quarto, i segnali ricevuti non sono assolutamente incoraggianti, a tal punto che lo stesso Sacchetti, a fine gara, non ha potuto nascondere il suo malumore per una prestazione che, per intensità e qualità di gioco espresse non si può dire che abbiamo superato la sufficienza.

 

D’accordo, premesso che si è trattato di una partita pre season, subire 90 punti da una squadra, oggettivamente in netto ritardo di preparazione come quella campana, resta comunque un segnale negativo su cui porre l’attenzione. Va bene la soluzione offensiva primaria, va bene il tiro rapido, ma è altrettanto innegabile che dall’altra parte del campo, ovvero in difesa, serve maggiore pressione, più intensità, maggiore presenza a rimbalzo. In sostanza, ciò che questo gruppo non ha ancora recepito è che una buona difesa significa in primis possibilità di contropiede e di conseguenza un gioco più veloce. Tutto ciò contro Caserta si è visto raramente e, quelle poche volte in cui Brindisi ha aumentato l’intensità difensiva, ha mostrato una netta superiorità tecnica che però non ha trovato riscontro nel risultato finale.

 
Ora è giunto il momento di voltare pagina e cominciare a ragionare in ottica campionato, ormai alle porte, sia in termini di concentrazione che di qualità. Anche perché, al netto della prestazione, questa Enel ha dimostrato di avere molto talento.

 

Finora magari non emerso a causa dell’inesperienza di molti giocatori alla loro prima esperienza in un campionato professionistico. Per trasformare questo gruppo in squadra, come è naturale che sia, servirà ancora tempo, ma per poter partire sin contro Trento col piede giusto bisognerà dare il massimo soprattutto per acquisire una mentalità vincente.

 

 

Che tradotto significa che senza la voglia di difendere, sbucciarsi le ginocchia, aiutare il compagno di squadra a rimbalzo, il talento serve a poco. Questo lo sanno Sacchetti e i suoi collaboratori che, in attesa di Kris Joseph, già a partire dal match odierno chiederanno a Nic Moore e compagni maggiore qualità e quantità sia offensiva che difensiva.

 

E se possibile, vedere la “vera” Enel Brindisi oltre quei famosi…tre minuti.

 

Pierpaolo Piliego

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