Enzo Caforio se ne è andato, in questo ventoso e doloroso giugno. Se ne è andato con discrezione e in silenzio, lui che non era poi nonostante le migliaia di relazioni col mondo e la bellissima fama che sempre ha meritato, uno che cercava la ribalta e i riflettori.
Enzo era una delle persone più generose ed altruiste che io abbia mai conosciuto.
Se non suona troppo retorico è stato per me un maestro, di quelli che ti insegnano il dovere dell’abnegazione, del rispetto degli altri, della necessità di capire i bisogni degli altri e possibilmente condividerli e risolverli.
Con lui, quando mi volle in segreteria della CGIL Scuola nel 1987, diventammo insieme ad altri compagni, (Antonio Rubino, Mario Carolla, Anna Volpicella ed altri), “quelli che la sera chiudevano la CGIL”.
Spesso la squadra della pulizia finito il suo lavoro se ne andava e noi ancora dentro quello stanzino del sindacato scuola a ricevere persone in fila da ore.
Enzo “era un vero stakanovista” dicevamo tutti, un grande organizzatore politico, uno di quelli che già con la sua adamantina coerenza conquistava tutti.
Ci mancherà e tanto.
Quando ci vedevamo era davvero bello parlare con lui di politica, quella vera, quella che ci portava a pensare al “che fare” dei tanti disastri, ruffianerie, ipocrisie e falsi d’autore che ancora girano nella politica nostrana.
L’anno scorso, complice il voto comunale a Brindisi, ci siamo visti e sentiti con ormai inconsueta assiduità. Ed è stato bello, come una volta, per alcuni mesi, scambiarci pensieri, tramare progetti ogni giorno e pensare del come dara una mano a quel PD che insieme, pur con contrasti e complicazioni, pensavamo di dover aiutare.
Senza alcun interesse, come sempre.
Ancora mi stupisce la grande facilità e le sintonie che ci tenevano insieme.
Venivamo da diverse generazioni, lui nato a guerra finita ed io a ricostruzione avviata, lui con un passato di straordinario maestro e consigliere comunale, io con la mia passione per la letteratura e poi l’insegnamento.
Ci legava una idea bella della politica, di quella che scalda i cuori perché ha a che fare con la vita ed Enzo sempre ha cercato nella sua lunga militanza sindacale ed amministrativa un legame con la vita reale delle persone, non ha mai cercato le furberie e la scorciatoia della retorica.
L’essenzialità ed una visione consapevole della realtà e degli uomini in carne ed ossa erano i suoi riferimenti in ogni azione che intentava.
Ciao Enzo, ciao amico mio e scusami se non ho trovato il coraggio di venirti a trovare ultimamente e mi accontentavo della speranza che i tuoi cari mi comunicavano.
Tanto di dobbiamo, dal profondo del cuore, tanto ti deve la comunità di questa terra. Ci mancherai e per davvero ti sia lieve la terra.
Ora quella piccola stanza della CGIL della tua/nostra memoria sarà chiusa per sempre.
Mimmo Tardio
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