May 2, 2025

nuova-richiesta-amicizia[1]L’occasione per un approfondimento sull’amicizia me la dà il dilagante chiacchiericcio di Facebook, ovverossia il social network che campa proprio di “amicizia”. Nel senso che, con un semplice click del mouse su un’apposita casella, si chiede e/o si accetta l’amicizia di qualcuno e, sempre con un click, la si rinnega.

Tutto questo avviene senza bisogno di convenevoli o complicazioni. Senza essere costretti a guadagnarsi l’affetto o la stima dell’altro, e senza neppure fornire spiegazioni ove si decida di rifiutare o cancellare l’amicizia. Basta, per l’appunto, un click.

 

Nella circostanza, per rendere meno virtuale il rapporto, si supera anche il formalismo del “lei”, passando così a un disinvolto uso della seconda persona. Proprio come si fa con gli amici di lunga data. Una (cattiva) tendenza che l’Italia televisiva (il conduttore Carlo Conti, docet…) sta contribuendo ad affermare, ponendo sullo stesso piano colloquiale figli, genitori e nonni. Con buona pace del bon ton e, soprattutto, del rispetto dovuto all’età!

 

Facebook, dunque, invoglia a coltivare effimere amicizie senza essere costretti a guadagnarsi l’affetto o la stima dell’altro, e senza neppure fornire uno straccio di spiegazioni nel caso in cui la si voglia rifiutare o, peggio, cancellare. In realtà tutti i social network sono concepiti perché alla fatica paziente del contatto fisico si sostituisca quello fuggevole dell’impressione e perché l’amicizia stessa nasca prima della conoscenza!

Con un click, insomma, si passa sopra secoli e secoli di speculazioni filosofiche sull’argomento, e su una realtà fatta quotidianamente di storie che si rifanno a questo nobile sentimento.

 

E vediamoli alcuni di questi tentativi che, nel tempo, hanno cercato di giungere a una definizione seppure teorica dell’amicizia.

 

Nell’Etica Nicomachea Aristotele sottolinea le differenze esistenti tra le varie forme di amicizia. Non è “vera” amicizia ˗ afferma il filosofo ˗ né quella che corrisponde all’utile di uno, o di entrambi i contraenti, né quella che si basa sul piacere. “Autentica” è solo quella che trova la propria ragion d’essere in se stessa, e si sviluppa sul comune presupposto della virtù dei soggetti interessati.

 

Diciamo subito che Cicerone è perfettamente in linea con questa teoria allorché, nel Laelius de amicitia, afferma: «Non vi può essere amicizia che tra buoni».

 

Aristotele[2]  Radicalmente diversa è invece l’impostazione data al problema da Nietzsche che, evitando ogni riferimento sentimentale, approda alla nozione di “amicizia stellare”. Per lui il fondamento dell’amicizia va individuato nella differenza: «… vogliamo credere alla nostra amicizia stellare, anche se dovessimo essere terrestri nemici l’un l’altro…». Sia pure attraverso un accenno, l’autore dello Zarathustra istituisce dunque una stretta connessione fra amicizia (stellare) e inimicizia (terrena), fra amicizia e ostilità.

 

Memore del monito nietzscheano ˗ “amici, non vi sono amici” ˗ il filosofo francese Jacques Derrida prende le mosse da una riflessione sui modelli di amicizia elaborati nel mondo greco e nella modernità, per sottolineare che entrambi intendono il legame dell’amicizia come un vincolo, una costrizione. Sicché l’amicizia viene ad essere principalmente fondata sulla cancellazione delle differenze, anziché sulla loro valorizzazione.

 

Sovvertendo ciò che accomuna il classico e il moderno, Derrida propone invece di intendere l’amicizia come ciò che non solo non cancella l’estraneità, ma che salda soggetti che sono in qualche modo estranei. Insomma, bisogna avere la forza di costruire l’amicizia sulla diversità, sulle differenze. Non è vero, allora, che l’amicizia consista nel fare “uno” di “due” soggetti. Al contrario, non è vera amicizia, se non quella che tiene aperta, e anzi enfatizza il dualismo, il rispetto delle differenze.

 

A questo punto assume un significato molto più definito la concezione platonica dell’amicizia, quale viene formulata soprattutto nell’epilogo del dialogo intitolato Liside, là dove il filosofo sembra arrendersi di fronte alla difficoltà di indicare una definizione dell’amicizia. Da un lato, infatti, resta inevasa la domanda sul “che cos’è” riferito all’amicizia. Ma dall’altro lato ciò non può cancellare l’esistenza effettiva di una relazione di amicizia.

 

Platone dunque respinge ogni tentativo di far corrispondere l’amicizia a una “cosa” di cui si possa parlare. Ma nello stesso tempo questo limite non occulta una situazione di fatto nella quale si può riconoscere in atto la presenza dell’amicizia. E forse da qui deriva l’affermazione che l’amicizia autentica non si dichiara, ma si dimostra. Proprio perché non ci sono parole che ci permettano di definirla. Mentre noi comunque siamo amici ˗ ma per ciò stesso anche nemici ˗ in rapporto ad altri.

 

Le dispute filosofiche, anche se nobilitate dall’idea di raggiungere il vero (o quantomeno di avvicinarglisi), possono lasciare ˗ a causa della loro astrattezza e lontananza dalle cose del mondo ˗ una certa insoddisfazione per i risultati spesso scarsi conseguiti dalla speculazione.

 

Quanto vale, invece, ascoltare la voce non della ragione, ma del cuore. Una voce che fa subito presa, senza ricorrere all’aiuto di sofismi e alle complicate relazioni tra le dottrine antitetiche dei vari pensatori.

Un esempio? Le toccanti parole che Kahlil Gibran riserba all’amicizia ne Il Profeta: «E che il meglio di voi sia per l’amico vostro. S’egli deve conoscere il riflusso della vostra marea, fate che ne conosca pure il flusso. Poiché che amico è mai il vostro che lo dobbiate cercare nelle ore d’ammazzare? Cercatelo sempre nelle ore da vivere. Giacché è il suo bisogno a colmare il vostro bisogno, ma non il vostro vuoto. E nella dolcezza dell’amicizia fate che vi siano risate e piaceri condivisi. Perché è nella rugiada delle piccole cose che il cuore trova il suo mattino e si ristora».

 

Un consiglio? Continuate a concedere pure l’amicizia su Facebook, ma tenete una doppia contabilità. Da una parte gli amici che di voi conoscono solo i dati contenuti nel profilo. Dall’altra quelli che, con l’affetto, rendono più leggero il vostro viaggio nella vita.

 

Guido Giampietro

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