“Non ti fidare, ragazzo mio, di quelli che promettono di farti ricco dalla mattina alla sera. Per il solito, o sono matti o imbroglioni!”. Così gridava, con la sua vocina fessa, il Grillo Parlante a quel ragazzaccio di Pinocchio.
Così si dovrebbe gridare a tutti gli ingenui che si lasciano abbindolare dalle fake news o da quel furbacchione di Zuckerberg o dai tanti giornalisti che, pur di vendere la notizia, la danno per scontata quando scontata non è.
Per comprendere questa premessa e lo scetticismo di cui è intriso tutto l’articolo è necessario ricapitolare, seppure per somme linee, le tappe del tormentone sul collegamento tra la Stazione ferroviaria di Brindisi e l’aeroporto del Salento.
Nel settembre 2014 così si esprimeva l’ex presidente della Provincia, Massimo Ferrarese: «Tre anni fa assieme ai miei colleghi di Lecce e Taranto, feci approvare e quindi finanziare con 40 milioni di euro di fondi Cipe, il progetto dello Shuttle. Finalmente partono i lavori e sono ancora più convinto di allora che sarà un ulteriore salto di qualità per l’aeroporto del Salento».
“Tre anni fa” significa A.D. 2011!
Ci troviamo nel 2018 e, a parte una fermata F.S. da Far West nei pressi dell’ospedale Perrino, nulla è stato fatto.
Peggio: si discute ancora sul tipo di intervento da realizzare.
Infatti l’idea di utilizzare i 40 milioni per un “minimetro” che avrebbe dovuto impiegare bus per coprire la distanza di 6,5 Km che intercorre tra la Stazione e l’aeroporto, non è piaciuta ai più, a partire dallo stesso Ferrarese. La volontà generale era di fare, una volta tanto, le cose in grande, ripiegando sul trasporto su rotaie anziché su gomma. Il metrobus (o Shuttle come lo battezzarono subito gli onnipresenti inglesisti) dovrebbe infatti convivere con il traffico urbano, i semafori e le fermate nei vari quartieri della città. Senza contare il problema dell’inquinamento e il fatto che il medesimo percorso è già servito – minuto più, minuto meno – dagli autobus della STP.
Perché dunque il no alle rotaie?
Sicuramente i motivi dell’utilizzo del Brt (Bus Rapid Transit) piuttosto che della variante ferroviaria o del sistema Apm (Automated People Mover, anch’esso su binari) sono in primo luogo di natura economica. Per la variante ferroviaria, infatti, sarebbe servita una spesa di 115 milioni a fronte dei 40 messi a disposizione dal Cipe.
Altrettanto onerosa si sarebbe rivelata la gestione. Basterebbe evidenziare che il costo di un convoglio si sarebbe aggirato attorno ai 5 milioni, rispetto ai 500mila euro occorrenti per un autobus. Il progetto Apm sarebbe invece costato 60 milioni, a fronte comunque di una minore capacità di trasporto (600 posti).
Nel frattempo tempus ruit e, a causa delle solite italianissime pastoie burocratiche, anche i 40 milioni stanziati dal Cipe rimangono al palo.
Si giunge così al 27 febbraio 2018 allorquando, in occasione dell’inaugurazione delle nuove aree realizzate nell’aeroporto del Salento, il Presidente (non “Governatore” come impropriamente nominato nel gergo politico!) della Regione Puglia, Michele Emiliano, alla presenza del Presidente Aeroporti di Puglia, Tiziano Onesti, e dell’Autorità del sistema portuale dell’Adriatico meridionale, Ugo Patroni Griffi, urbi et orbi, fa un importante annuncio.
Parla cioè dell’approvazione da parte del Cipe (ancora!) del secondo addendum al Piano Operativo Infrastrutture del Ministero Infrastrutture e Trasporti, relativo alla programmazione 2014-2020 del Fondo Sviluppo e Coesione.
«Siamo soddisfatti. – spiega Emiliano – Abbiamo programmato interventi importantissimi per la Puglia che oggi finalmente ricevono il finanziamento che aspettavamo. Altri 113 milioni di euro per nuove opere infrastrutturali, tra cui il collegamento dell’aeroporto di Brindisi, che abbiamo appena ampliato, con la rete ferroviaria nazionale: in tal modo Brindisi diventerà uno snodo infrastrutturale strategico. Non ci sono molti aeroporti nel mondo che vantano raccordi diretti con le stazioni più importanti vicine. I benefici per i cittadini saranno enormi. E dal punto di vista turistico i vantaggi saranno esponenziali… Adesso questo è diventato l’aeroporto più bello della Puglia. Anche quello di Bari non è male. Tutti e due sono considerati fra i migliori in Italia. Ci dobbiamo sforzare per attrarre più voli possibili».
Tutto chiaro? Per nulla. Solo parole di un politico che cerca d’ingraziarsi quanti più elettori possibili. Perché, allo stato attuale, esistono addirittura due progetti per il collegamento Rete Rfi – aeroporto e due distinti finanziamenti, uno di 40 e l’altro di 60 milioni. Troppa grazia!
È evidente, secondo Legambiente, che il doppione dello Shuttle “inutile e costoso non ha più alcun motivo d’essere realizzato. Pertanto ora più che mai appare attuale quanto chiedemmo al Commissario di Brindisi Santi Giuffrè e cioè di riaprire formalmente la questione… Per evitare uno spreco abnorme delle risorse pubbliche, riteniamo doveroso per l’Amministrazione comunale risolvere il contratto con la ditta appaltatrice previa comune intesa con la Regione Puglia…”.
Ma all’ingordigia umana, come si sa, non ci sono limiti. Così una “corrente di pensiero” non vorrebbe perdere nemmeno i 40 milioni e suggerisce che il progetto Shuttle dovrebbe solo essere rimodulato nella parte che riguarda il miglioramento della viabilità cittadina. Per esempio sostituendo la sede riservata al passaggio prioritario previsto per lo Shuttle con un percorso ciclabile…
Ma ci rendiamo conto della stortura di questo ragionamento?
Innanzitutto c’è una questione di onestà. Quei 40 milioni vanno restituiti perché nulla hanno a vedere con il progetto iniziale cui erano stati destinati. Si tratta di denaro pubblico che deve ritornare allo Stato. Stop!
E in secondo luogo l’escamotage della pista ciclabile è l’ultimo pretesto cui si doveva ricorrere. Sappiamo bene la fine che fanno le piste ciclabili a Brindisi. L’ultimo esempio viene da quella (inutile) pista di un centinaio di metri realizzata in via A. Vespucci. È diventata un facile parcheggio per automobilisti assatanati di stalli. Per non parlare delle piste realizzate in periferia oramai semi occultate da una fitta boscaglia. A Brindisi le bici vedono la luce solo una volta all’anno, in occasione della coreografica passeggiata della “Brindisi in bicicletta”. Dopo maggio ritornano nel buio degli scantinati.
Insomma, contrariamente al titolo del film dei fratelli Coen, questo è un paese per vecchi. E per automobilisti. O che è lo stesso, ricorrendo a una sorta di crasi concettuale, Brindisi è un paese per vecchi automobilisti.
Tornando alla questione del collegamento tutto è rimasto fermo. Il Grillo Parlante direbbe che la dichiarazione roboante del Presidente Emiliano è stata fatta solo ad uso degli ingenui che vogliono crederci. Ma che in realtà nasconde (e nemmeno tanto bene) l’intento d’ingraziarsi la popolazione ionica ricorrendo al mai abbandonato proposito di far diventare lo scalo di Grottaglie idoneo anche al traffico turistico.
Lo dimostra la strana coincidenza con il varo del Decreto Interministeriale n. 6 del 18 gennaio con il quale il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e il Ministero dell’Economia e delle Finanze hanno designato, prima in Italia (!), la Rete aeroportuale pugliese costituita dagli aeroporti di Bari, Brindisi, Grottaglie e Foggia.
Cosa vuol dire? Secondo Emiliano la Rete aumenterà gli investimenti sugli aeroporti di Grottaglie e Foggia utilizzando le maggiori entrate di Bari e Brindisi. Questo vuol dire! Penalizzare Brindisi per portare avanti il progetto dell’apertura al traffico passeggeri dell’aeroporto di Grottaglie. Di un aeroporto che da sempre è stato invece destinato alla movimentazione dei cargo.
Io e il Grillo siamo troppo maligni? Non credo. La verità è che il Presidente della Regione non ama Brindisi. Lo ha dimostrato in altre circostanze, ma i brindisini, creduloni, non l’hanno ancora capito. Che poi non è necessario che ci sia l’amore. Un amore a senso unico non è amore. L’importante è che le sue ambizioni politiche (invero negli ultimi tempi abbastanza ridimensionate) non ci arrechino danno. Ecco quello che si chiede. Che lasci in pace questa città che ne ha passate tante e non ha certo bisogno delle sue malevoli attenzioni.
E l’elargizione dei 60 milioni? È molto strano che dopo la notizia-bomba si sia ancora in attesa di una conferenza stampa di presentazione dei dettagli sul finanziamento e, soprattutto, delle modalità di realizzazione del raccordo ferroviario tra la Rete Rfi e l’aeroporto del Salento così come auspicato dalla politica della UE circa l’interconnessione delle reti infrastrutturali nazionali inserite nel progetto TEN-T.
Viene da chiedersi se questi 60 milioni verranno veramente elargiti… E, in caso affermativo, se serviranno a rendere ancora più funzionale la bella realtà dell’aeroporto del Salento o saranno vanificati a causa dell’eccessiva vicinanza di due aeroporti che finirà per segnarne la fine.
Guido Giampietro
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