Il MAP (Museo Mediterraneo dell’Arte Presente) chiude.
L’Arcidiocesi, con una missiva datata 3 luglio 2016, ha formalmente ingiunto a Massimo Guastella, docente di Storia dell’Arte all’Università del Salento e fondatore della struttura, la restituzione della settecentesca chiesa di San Michele Arcangelo, suggestivo luogo nel cuore di Brindisi trasformato cinque anni fa in museo (e non solo) di arte contemporanea con brillanti e crescenti risultati sul piano della promozione culturale.
«Si devono fare urgenti interventi strutturali» si legge nella comunicazione dal sapore di sfratto esecutivo essendo richiesta «la data della consegna dei locali, liberi e sgombri da persone e cose» e lasciando intuire che non si intende aspettare molto.
Non è dato sapere cosa sarà della chiesa a restauro ultimato.
La decisione era nell’aria da tempo, tant’è che Guastella si stava opportunamente muovendo nella direzione di un trasferimento nella vicina e altrettanto bella chiesa di Santa Teresa, pregevole esempio di barocco locale da alcuni anni adibito a museo diocesano, invero sconosciuto ai più in quanto poco pubblicizzato e quasi sempre chiuso.
Una via, dunque per dare linfa vitale e un positivo ritorno d’immagine anche alla stessa struttura diocesana.
Ma pure in questo caso l’Arcidiocesi ha risposto picche, adducendo quale motivo del rifiuto un «progetto diocesano globale» da affidare a una cooperativa appositamente costituita che dovrà impegnarsi nella creazione di un «circuito museale».
Ben venga la cooperativa – soprattutto se, auspicabilmente, formata da giovani intelligenze e professionalità – e ben venga la rivitalizzazione, nella direzione di una maggiore fruizione estetica e divulgativa dei beni storico-artistici di proprietà ecclesiastica. Attendiamo ansiosamente.
Dopo un quinquennio in cui un bel gruppo di studiosi, esperti e ricercatori, sotto la guida di un ispiratore appassionato e fortemente legato alla propria città e al proprio territorio, ha realizzato decine di iniziative (Massimo non vuole definirli «eventi») di elevato spessore scientifico e culturale; dopo un’intensa attività di diffusione e condivisione di spazi e conoscenze, intelligenze e creatività; dopo numerosi progetti, non solo espositivi, condotti e concretizzati con grandi sforzi e senza alcun contributo (ad alcun titolo) dell’amministrazione civica di Brindisi; dopo aver realizzato una cospicua collezione di sculture di elevato valore storico ed estetico, interamente frutto di donazioni degli artisti e degli eredi che hanno immediatamente riconosciuto meriti e competenze e qualità del destinatario delle opere; unica, inedita, importante realtà a Brindisi, il MAP chiude. Il MAP chiude per necessità? Per cause di forza maggiore? Per giusta causa? Per ignavia e indifferenza (non certo de
i suoi animatori né del pubblico sempre confluito numerosissimo)? Il MAP chiude per? Il MAP chiude per.
E allora, sul portone chiuso della chiesa di San Michele, Massimo Guastella potrebbe affiggere un cartello, forse l’ultima opera concettuale esposta al MAP: «CHIUSO PER».
I cittadini, i turisti e i passanti certamente capiranno.
Le istituzioni, non sappiamo.
Domenico Saponaro
Sulla chiusura del MAP riportiamo di seguito due interventi di rinomati artisti locali.


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