May 2, 2025

La legge Delrio che riforma le province e le “degrada” a Enti di II livello, non certamente è tra le  migliori leggi che la storia legislativa repubblicana italiana abbia emanato. Di questo, crediamo, lo  stesso Ministro ne sia consapevole. Questa legge è il frutto di una complessa opera di mediazione  e di compromessi che partendo dalla visione di far scomparire del tutto le province  dall’organizzazione istituzionale dello Stato, giunge fino al suo esatto contrario.

 

Tutti i partititi e i  movimenti in questi mesi ci hanno sconquassato il cervello al grido “snelliamo lo Stato”  “sburocratizzazione” “riduciamo i costi della politica”, poi quando si è trattato di tradurre le parole in  fatti, le cose sono diventate più complesse e distinguo non sono mancati. E’ il vezzo italico del  pensare in un modo, nel dire un’altra cosa e fare esattamente tutt’altro.
Seppur la legge non è delle migliori e pur sempre una legge e va rispetta (anche qui un’altro vezzo  italico “fatta la legge trovato l’inganno”) quindi va tradotta in azione concrete. E’ in questa fase che  qualche illuminato (c’é ne sono pochi in realtà) esponete locale si è posto la seguente domanda:  ha senso fare una sorta di campagna elettorale per eleggere uno dei 20 Sindaci a Presidente della  Provincia (questo è quello che prevede la legge) peraltro ridotta in funzioni e finanziamenti e con  all’orizzonte la sua stessa soppressione?
La risposta più seria è stata l’intesa istituzionale raggiunta tra i maggiori partiti (in termini di eletti,  nel vari consigli comunali, che vi aderiscono) sulla scelta del Presidente e del suo vice nonché di  presentare una lista unica.
La nuova provincia, infatti, avrà le elezioni (fatte inserire nella legge da chi diceva di volere  eliminare le province, questa è coerenza) ma non a suffragio universale ma di pochi eletti. Chi?  Sindaci e Consiglieri comunali dei comuni costituenti la provincia.
Se dunque siamo “costretti” ad eleggere un dei Sindaci, cosa facciamo? Mettiamo il Sindaco di  Francavilla contro quello di Ostuni perché appartenenti a fazione politiche diverse (ma quando si fa  il Sindaco non è di tutti i cittadini compreso chi non ti ha votato?), poi uno dei due vince e fa il  Presidente che dovrebbe occuparsi anche, ad esempio, dell’edilizia scolastica (quindi coinvolgere  l’amministrazione) di una delle due città. Tutto questo avendo a disposizione appena due anni  (questa è durata in carica prevista dalla legge). Troviamo che questa visione un’assurdità e chi  propende per questa, non si offenda, ma manifesta evidente segni di infermità mentale, o in  evidente stato di disonestà intellettuale.
Si, ma questo è un inciucio? Ma l’inciucio non è l’accordo che si fa di nascosto dove una fa la  maggioranza e un’altro l’opposizione ma in realtà si è già d’accordo sui provvedimenti da adottare  che accontentano entrambi? In questo caso c’è un’intesa istituzionale chiara e limpida che
impegna seriamente tutte le parti in causa ad affrontare i problemi e a risolverli. Chi si professa  contro questa intesa lo fa poiché preferisce, forse, la vecchia pratica politica quella di giocare a  guardie e ladri avvicendevolmente.
Va bene, ma questa intesa snatura la composizione politica tra cdx e csx. Quindi questa intesa  significherebbe, ad esempio che a Brindisi l’amico M. D’Attis appoggerà l’attuale giunta?. Fantasia  di vecchie glorie che non si rassegnano e non voglio accettare la dura legge della storia cioè che il  loro contributo è stato già dato adesso è il tempo che lo facciamo altri.

 

Per le domande e risposte precedenti INVITIAMO tutti i movimenti e liste civiche locali (che per  definizione non dovrebbero appartenere specificatamente ad alcun movimento o partito di caratura nazionale) che hanno propri eletti nei vari consigli comunali della provincia a raccordarsi e ad aderire a questa intesa istituzionale costituendo di fatto la “quarta gamba” del tavolo rendendo lo  stesso più stabile consentendogli, quindi, di traguardare obbiettivi comuni preservando il bene comune.

 
Di concerto a questo invito, CHIEDIAMO alle parti già convenute di continuare su questa strada  poiché la normale logica indica come quella giusta. Alle parti politiche esterne di caratura regionale  INVOCHIAMO l’autodeterminazione in sede locale quale diritto e lasciamo ad essi il dover di  indicare la via sui settori di propria competenza.
Infine come quale piccola realtà associativa, ci permettiamo di suggerire:
a) L’intesa raggiunta contempli anche il riconoscimento del ruolo dei piccoli comuni (sotto i 15mila  abitanti) magari affidando ad uno dei Sindaci il ruolo di vicePresidente.
b) Si convenga esplicitamente su un’intesa programmatica legata al rilancio o rimodulazione del  comprensorio denominato “Cittadella della Ricerca” che costituisce un patrimonio infrastrutturale  materiale ed immateriale di cui l’Ente provincia ne è depositario.

 
Associazione Nora Era

No Comments