La legge Delrio che riforma le province e le “degrada” a Enti di II livello, non certamente è tra le migliori leggi che la storia legislativa repubblicana italiana abbia emanato. Di questo, crediamo, lo stesso Ministro ne sia consapevole. Questa legge è il frutto di una complessa opera di mediazione e di compromessi che partendo dalla visione di far scomparire del tutto le province dall’organizzazione istituzionale dello Stato, giunge fino al suo esatto contrario.
Tutti i partititi e i movimenti in questi mesi ci hanno sconquassato il cervello al grido “snelliamo lo Stato” “sburocratizzazione” “riduciamo i costi della politica”, poi quando si è trattato di tradurre le parole in fatti, le cose sono diventate più complesse e distinguo non sono mancati. E’ il vezzo italico del pensare in un modo, nel dire un’altra cosa e fare esattamente tutt’altro.
Seppur la legge non è delle migliori e pur sempre una legge e va rispetta (anche qui un’altro vezzo italico “fatta la legge trovato l’inganno”) quindi va tradotta in azione concrete. E’ in questa fase che qualche illuminato (c’é ne sono pochi in realtà) esponete locale si è posto la seguente domanda: ha senso fare una sorta di campagna elettorale per eleggere uno dei 20 Sindaci a Presidente della Provincia (questo è quello che prevede la legge) peraltro ridotta in funzioni e finanziamenti e con all’orizzonte la sua stessa soppressione?
La risposta più seria è stata l’intesa istituzionale raggiunta tra i maggiori partiti (in termini di eletti, nel vari consigli comunali, che vi aderiscono) sulla scelta del Presidente e del suo vice nonché di presentare una lista unica.
La nuova provincia, infatti, avrà le elezioni (fatte inserire nella legge da chi diceva di volere eliminare le province, questa è coerenza) ma non a suffragio universale ma di pochi eletti. Chi? Sindaci e Consiglieri comunali dei comuni costituenti la provincia.
Se dunque siamo “costretti” ad eleggere un dei Sindaci, cosa facciamo? Mettiamo il Sindaco di Francavilla contro quello di Ostuni perché appartenenti a fazione politiche diverse (ma quando si fa il Sindaco non è di tutti i cittadini compreso chi non ti ha votato?), poi uno dei due vince e fa il Presidente che dovrebbe occuparsi anche, ad esempio, dell’edilizia scolastica (quindi coinvolgere l’amministrazione) di una delle due città. Tutto questo avendo a disposizione appena due anni (questa è durata in carica prevista dalla legge). Troviamo che questa visione un’assurdità e chi propende per questa, non si offenda, ma manifesta evidente segni di infermità mentale, o in evidente stato di disonestà intellettuale.
Si, ma questo è un inciucio? Ma l’inciucio non è l’accordo che si fa di nascosto dove una fa la maggioranza e un’altro l’opposizione ma in realtà si è già d’accordo sui provvedimenti da adottare che accontentano entrambi? In questo caso c’è un’intesa istituzionale chiara e limpida che
impegna seriamente tutte le parti in causa ad affrontare i problemi e a risolverli. Chi si professa contro questa intesa lo fa poiché preferisce, forse, la vecchia pratica politica quella di giocare a guardie e ladri avvicendevolmente.
Va bene, ma questa intesa snatura la composizione politica tra cdx e csx. Quindi questa intesa significherebbe, ad esempio che a Brindisi l’amico M. D’Attis appoggerà l’attuale giunta?. Fantasia di vecchie glorie che non si rassegnano e non voglio accettare la dura legge della storia cioè che il loro contributo è stato già dato adesso è il tempo che lo facciamo altri.
Per le domande e risposte precedenti INVITIAMO tutti i movimenti e liste civiche locali (che per definizione non dovrebbero appartenere specificatamente ad alcun movimento o partito di caratura nazionale) che hanno propri eletti nei vari consigli comunali della provincia a raccordarsi e ad aderire a questa intesa istituzionale costituendo di fatto la “quarta gamba” del tavolo rendendo lo stesso più stabile consentendogli, quindi, di traguardare obbiettivi comuni preservando il bene comune.
Di concerto a questo invito, CHIEDIAMO alle parti già convenute di continuare su questa strada poiché la normale logica indica come quella giusta. Alle parti politiche esterne di caratura regionale INVOCHIAMO l’autodeterminazione in sede locale quale diritto e lasciamo ad essi il dover di indicare la via sui settori di propria competenza.
Infine come quale piccola realtà associativa, ci permettiamo di suggerire:
a) L’intesa raggiunta contempli anche il riconoscimento del ruolo dei piccoli comuni (sotto i 15mila abitanti) magari affidando ad uno dei Sindaci il ruolo di vicePresidente.
b) Si convenga esplicitamente su un’intesa programmatica legata al rilancio o rimodulazione del comprensorio denominato “Cittadella della Ricerca” che costituisce un patrimonio infrastrutturale materiale ed immateriale di cui l’Ente provincia ne è depositario.
Associazione Nora Era
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