Come si sa, soldati giapponesi rimasero nella giungla, inconsapevoli della sconfitta nella seconda guerra mondiale, per combattere un nemico inesistente.
Il prof. Federico Pirro i nemici li costruisce per invitarli a pentirsi o per lanciargli contro i suoi anatemi.
Pirro attacca l’assessore comunale all’ambiente, reo di aver chiesto, come ha fatto Legambiente, la riapertura dell’AIA sugli impianti di Versalis e l’esercizio, previsto per legge, dei compiti dell’ASL in materia di sicurezza e prevenzione in ambiente di lavoro, dopo i ripetuti invii in torcia di componenti, anche estremamente pericolosi, dei cicli produttivi del petrolchimico brindisino.
Il prof. Pirro, però, oltre ai soliti, ormai stantii e sterili, strali contro gli “estremisti ambientalisti”, invia ora accuse continue contro i sindacalisti locali, non si sa bene con quale gradimento da parte di Confindustria, i cui interessi crede di rappresentare.
I sindacalisti, secondo Pirro, hanno avuto il gravissimo torto di rifiutare il confronto sul futuro del petrolchimico e dei lavoratori soltanto con i dirigenti locali; questi ultimi privi di qualsiasi potere decisionale e bene ha fatto il Sindaco a chiedere, peraltro apprezzato dal presidente di Confindustria Marinò, un incontro con i vertici nazionali di ENI sulla fermata del cracking e sui successivi impegni.
Pirro, addirittura, dice ai sindacati locali che rischiano di “regredire al medioevo” e di subire “l’autoemarginazione e l’irrilevanza delle loro posizioni”, (rispetto a chi? Rispetto a centri di potere da non sfiorare o a chi pontifica, non si sa bene con quale consenso anche a livello imprenditoriale?).
I sindacati hanno “il grave torto” di non aver risposto, secondo Pirro, ad una serie di domande anche su argomenti che nulla hanno a che vedere con i loro compiti. Ovviamente, Pirro torna a chiedere ad alcuni sindacalisti di pentirsi per non aver sostenuto la realizzazione del rigassificatore, facendo finta di dimenticare che, dopo aver accertato gravissimi reati penali, un processo svoltosi presso il Tribunale di Brindisi ha disposto anche la confisca dell’area e che British gas-Lng ha chiesto l’annullamento della concessione demaniale.
A questo punto rivolgo io alcune domande al prof. Pirro:
•Cosa pensa della, forse per lui”scandalosa”, decisione dell’Assessore regionale Caroli di sostenere i cantieri ed il lavoro di cittadinanza?
•Come mai Evc e Dow Chemical hanno potuto “tranquillamente” fuggire da Brindisi e dalle loro responsabilità in merito alle bonifiche ed alla tutela dei lavoratori?
•Come giudica la sentenza del TAR Lecce che, in nome dei principi giuridici europei e delle norme conseguenti relative al “chi inquina paga”, ha disposto che sia Eni ad accollarsi l’onere della bonifica della falda del petrolchimico?
•Sa che, come Legambiente ha documentato in recenti convegni, in altri poli chimici si sta investendo, superando la rigidità e la non competitività di impianti di base, in innovazione, bioraffinerie e chimica verde? Quali impegni chiede ad ENI, al di là di provvisori interventi di manutenzione straordinaria?
1.Cosa pensa della costituzione delle “Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate” (APEA), in sostituzione delle ASI, con diretto coinvolgimento nella gestione delle imprese che abbiano una sempre più forte impronta ecologica?
2.Ha mai letto la proposta di Legambiente di costruire, con il pieno coinvolgimento della stessa Edipower, al posto della centrale Brindisi nord, un parco tecnologico dell’energia rinnovabile, in cui far confluire una cabina di regia della ricerca avanzata presente nel Salento; un settore di assistenza e commercializzazione che sfrutti anche gli imput (Patto dei Sindaci, Smart cities, fondi per l’innovazione) e impianti solari termodinamici – uno là dove doveva sorgere l’impianto fotovoltaico mai realizzato nel petrolchimico – al servizio dell’area industriale, del porto e della Città?
• Sa che oggi il 40% dei consumi energetici finali sono coperti dalle fonti rinnovabili e che l’Energy road map della UE prevede che nel 2050 salga tale percentuale all’80%?
• L’alternativa alla Città d’Acqua è la città del carbone? Visto che ci si deve porre il problema dei grandi impianti che il mercato pone fuori gioco nel medio termine, non è più corretto accettare la sfida dell’innovazione e dell’efficientamento dei sistemi urbani e produttivi: in poche parole dello sviluppo sostenibile?
Esca dalla giungla dorata e si accorgerà che fuori non ci sono indigeni con l’anello al naso o talebani ecologisti, ma soggetti coscienti dei propri limiti e di quelli di un territorio pieno di “criticità” (a molti “professori” va ricordato che, “vero sapiente è chi sa di non sapere”) e che il confronto fra idee e posizioni diverse è l’essenza della democrazia e la base per un futuro diverso da un passato che è stato fortemente condizionato dagli interessi di pochi.
Resti, prof. Pirro, con le sue arcaiche considerazioni sul rigassificatore e se proprio intende fornire un contributo di crescita a questo territorio, che non è il suo, si raffronti prima con il suo presidente di Confindustria e lasci che l’evidente crescita impulsiva dei sindacati segua, come più volte dimostrato, le iniziative di sviluppo sostenibile che Legambiente va proponendo.
DORETTO MARINAZZO
Consigliere nazionale di Legambiente
Marinazzo Marinazzo, difensore delle cause perse e nemico di chi vuol far lavorare la gente. Smettila di criticare chi ci critica, perchè evidentemente constata che è incredibile che al giorno d’ oggi un economia venga frenata da così tante strumentalizzazioni di cui Legambiente è un ardita condottiera. Nelle vostre mani Brindisi è destinata a morire, come sta già facendo