La Camera dei Deputati ha approvato il Ddl 4008 avente per oggetto lotta al caporalato, contrasto al lavoro nero e sfruttamento della manodopra agricola.
Da oggi le lavoratrici e i lavoratori agricoli hanno una legge che riconosce loro dignità e diritti senza sentirsi lavoratori di serie b.
Non è un traguardo ma un punto di partenza che pone al centro il riconoscimento della dignità delle persone e sulla quale, come riferisce il Ministro Martina, “non si tratta”.
Determinanti e fondamentali sono state le nostre battaglie nel corso degli anni, che hanno tenuto sempre alti i valori di giustizia e di uguaglianza in un settore che, nella maggior parte dei casi, ha basato il proprio guadagno sulle spalle dei lavoratori.
La legge ha esteso alle aziende il reato di caporalato e sfruttamento della manodopera agricola, cosi come è stato ribadito anche durante l’iniziativa del 1° maggio 2016 a Masseria Canali di Mesagne, struttura agricola sequestara alla sacra corona unita, alla presenza della Presidente della Camera on. Laura Boldrini che in quella occasione ha voluto ascoltare direttamente l’esperienza delle donne braccianti vittime del caporalato, riconoscendo il grande lavoro di rivendicazione e di lotta della FLAI CGIL sintetizzata nella citazione. “E’ stato il sindacato a portarci qui”.
La nuova legge – che si compone di 12 articoli – riscrive il reato semplificandolo e liberandolo da alcune specifiche che prima ne complicavano l’individuazione: introduce cioè una fattispecie-base che prescinde da comportamenti violenti, minacciosi o intimidatori prima previsti e trasforma il caporalato caratterizzato dall’utilizzo di violenza o minaccia in un sottogenere della fattispecie base. Inoltre, introduce la sanzionabilità anche del datore di lavoro e non solo dell’intermediario, prevede l’applicazione di un’attenuante in caso di collaborazione con le autorità, l’arresto obbligatorio in flagranza di reato, e in alcuni casi la confisca dei beni.
Nella lista degli indici di sfruttamento dei lavoratori la legge aggiunge il pagamento di retribuzioni palesemente difformi da quanto previsto dai contratti collettivi territoriali e precisa che tali contratti, come quelli nazionali, sono quelli stipulati dai sindacati nazionali maggiormente rappresentativi.
Con l’approvazione della legge si rende giustizia alle braccianti che nella nostra provincia hanno pagato con la propria vita il prezzo piu alto di un sistema illegale che ha determinato nel corso degli anni lo sfruttamento, peggiori condizioni di vita e la totale negazione dei diritti.
A loro dedichiamo questa legge di civiltà !!!
Segreteria FLAI CGIL Brindisi
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