Cara L.,
ci sei ancora?
Bene, continuiamo.
Ti ho parlato di Trump, Putin e Papa Francesco e sicuramente ti starai chiedendo cosa centrino questi tre signori con la bellezza e con MM.
Apparentemente niente, ma forse, a ben guardare moltissimo.
Non dipende forse anche da loro il tuo benessere quotidiano?
Non sono le parole del Papa, le decisioni dei presidenti degli Stati Uniti e della Russia a creare il clima che respiriamo ogni giorno?
Il nostro bisogno di bellezza non dipende anche da quello che ci circonda, dalla vita che facciamo, dalle speranze che abbiamo, da ciò che siamo costretti a vedere e a respirare ogni giorno?
E di quanta bellezza hai bisogno tu in questo periodo?
Ci prepariamo a guerre di religione che abbracceranno l’intero pianeta?
Stiamo già pensando ad una guerra nucleare che inizierà nella Corea del Nord?
Stiamo creando un tipo di società nella quale chi ha qualcosa da difendere la difenderà a scapito di tanti altri che nel frattempo patiranno la fame che li renderà pericolosi e ostili?
Cosa siamo, come viviamo, come pensiamo dipende soprattutto dalla capacità che avranno questi tre uomini di immaginare e lavorare per un futuro migliore.
Certo, la situazione è un po’ più complicata e forse la tua professoressa di storia o qualche studioso di economia o di politica storcerebbe il naso per questa ricostruzione , e avrebbe ragione.
Quindi basta non farglielo sapere.
Io credo proprio che il mondo nuovo che ti apparterrà sarà stato plasmato anche dalle scelte di Papa Francesco, di Donald Trump e di Vladimir Putin.
Sai L., io sono un papà e vivo esclusivamente da papà; non mi riesce di fare altro.
Vivo pensando che la cosa più bella che mi possa accadere di vedere nella mia vita sia la felicità tua e di tuo fratello.
Lo so che ti “noia” sentir dire queste cose melense ma è così e un giorno lo capirai.
Vivo da papà perennemente frustrato quando non riusciamo a capirci, preoccupato per i tuoi momenti di tristezza, ansioso per il futuro che avrai e che non riesco ad immaginare e, fino a qualche tempo fa, di tanto in tanto, anche arrabbiato per i tuoi momenti da eremita col cellulare.
Non so cosa cerchi o speri di trovare nel tuo Iphone ma so per certo che quell’apparecchietto infernale ti serve anche per non ascoltare e non vedere le tante brutture che ci circondano; insomma tu lì dentro cerchi “ciò che ti fa stare bene” come dice Caparezza in quella canzoncina che ogni tanto canticchi.
Adesso è arrivato il momento di smetterla con queste divagazioni e di invitarti a fare un viaggio assieme: io, tu e Doc (quello di “Ritorno al futuro”).
Ti porto indietro di oltre sessant’anni, nel periodo in cui la bellezza di MM ci “faceva accorgere che sapevamo respirare”
(AfterHours, Dentro Marilyn): reggiti forte e seguimi.
Sai L., anche io, quando avevo la tua età ero messo male; le cose che appena sentivo alla radio o alla tv in bianco e nero non erano per niente belle.
Sembrava che una terza ed ultima guerra mondiale fosse sempre sul punto di scoppiare e la modernità (quella modernità) creava problemi sociali nuovi: nuovi poveri, nuovi pericoli.
Io e i miei amici (cito Borges che sai che mi piace) “eravamo convinti, come sono convinti tutti gli uomini di tutti i tempi, di vivere in tempi difficili” esattamente come ne sei convinta tu ora.
Atterriamo nel 1961.
Il 20 di Gennaio viene eletto presidente degli Stati Uniti d’America un signore giovane e di bell’aspetto, che oggi tu definiresti senz’altro “un bel figo” e che forse avrai già sentito nominare : John Fitzgerald Kennedy.
Era un giovanotto bello, alto, sportivo, ricco e per bene ; insomma era il sogno di tutte le ragazze in età da marito.
Kennedy era pure intelligente e un po’ sognatore; faceva parte del partito democratico che in America, terra di due soli partiti, significa un po’ come essere di sinistra in Italia.
Jack, come lo chiamavano in America, non era diverso solo esteticamente da tutti gli altri presidenti che lo avevano preceduto, diceva anche cose nuove, e presto, noi ragazzi di allora, assetati di cose nuove, come tutti i ragazzi di tutti i tempi e come te ora, cominciammo ad amarlo, a vedere in lui un sogno, una idea di mondo diversa, insomma, come si diceva allora : un futuro migliore.
Dall’altra parte del mondo, in Russia, che allora si chiamava Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS), invece, già dal 1958 era diventato primo ministro un tipo strano: si, un comunista doc ma leggermente diverso da tutti gli altri.
Era un analfabeta che aveva imparato a leggere e scrivere intorno ai trent’anni, ed era brutto, pelato, basso e goffo.
Si chiamava Krusciov (si pronuncia Krusciof), Nikita Krusciov.
Devi sapere che anche questo Krusciov a suo modo rappresentava qualcosa di nuovo: era un tipo tosto che aveva deciso di cambiare le cose e anche lui, per i giovani di quel tempo, rappresentava un sogno.
La terza persona importante di cui vorrei parlarti si chiamava Angelo Giuseppe Roncalli e quando era stato eletto Papa, il 28 ottobre del 1958, aveva preso il nome di Giovanni XXIII.
Papa Giovanni era un nuovo tipo di Papa; i Cardinali lo avevano eletto perché era vecchio e malandato e pensavano che il suo pontificato sarebbe stato breve e incolore … ma si sbagliavano.
In quel clima da incubo da guerra atomica le parole di queste tre personalità ci tranquillizzavano, ci facevano sperare e ci commuovevano anche, ma avevamo bisogno, come sempre tutti gli uomini di tutte le epoche hanno bisogno, di qualcosa di più.
Vedi, cara Lola, sempre, qualunque sia stata la loro condizione, qualunque problema abbiano avuto, qualunque sia stato il grado di benessere raggiunto, gli esseri umani hanno ricercato la bellezza in tutti i modi.
Proprio così, da questo desiderio, sono nate le musiche più commoventi, le statue più belle, i poemi più affascinanti, i quadri, i palazzi, i giardini, e tutto quello che non è stato fatto per un semplice bisogno materiale.
Pensaci : gli esseri umani sono sopravvissuti a catastrofi, a guerre, ad epidemie, alla fame, sono stati costretti a rinunciare alle loro case, al cibo e persino alla libertà ma mai, in nessuna condizione, hanno rinunciato alla ricerca della bellezza.
Lo facciamo tutti, sempre e il perché non lo sa nessuno nonostante infiniti studi di filosofia, di estetica, di sociologia, di psicologia e di tante altre discipline abbiano tentato di spiegarcelo.
E’ vero, ognuno poi trova la bellezza a suo modo e, sopratutto, dove vuole, ma ci sono momenti della storia nei quali una parola, un viso, una persona, un’azione, si trasformano e diventano simboli di uno stato d’animo collettivo.
Io e tanti altri giovani, per anni, abbiamo avuto MM.
Per oggi basta così. Grazie per la pazienza che stai dimostrando.
Apunto Serni
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