May 13, 2025

Di seguito riportiamo integralmente una lettera aperta inviata dai Consigliere comunali di Brindisi Tomi Muccio (Noi Centro) e Giampietro Epifani (Udc) al Presidente dell’Area Vasta ed agli  Organi di Stampa

 

 

A distanza di due giorni dall’uscita di un documento, peraltro condiviso dall’intero partito, e relativo alle attività poco chiare del Servizio Ambiente ed Ecologia della Provincia di Brindisi, ci si rende conto di non essere stati forse sufficientemente chiari. Magari se gli interventi di tutti gli attori fossero stati riportati per intero, probabilmente tutti i messaggi sarebbero stati più chiari. Tuttavia ci si rende conto dei limiti di spazio imposti nella redazione di un articolo ed allora ecco qui l’esigenza di voler chiarire meglio la posizione politica dei firmatari dell’intervento originario, ovvero Epifani – Muccio.
Il problema non è se l’intervento che voleva fare Termomeccanica fosse o meno utile ed eticamente corretto, come qualcuno ha scritto. Il problema è che la vicenda Termomeccanica, che vedeva un investimento di oltre 50 milioni di euro fosse possibile tecnicamente. Alla Politica andava la possibilità di scelta se effettuarlo o meno. Infatti nulla è stato detto nei confronti della Deliberazione di Giunta Comunale che legittimamente esprimeva non solo una valutazione tecnica, ma anche politica. Infatti, è stato messo in evidenza come l’iter istruttorio si fosse caratterizzato da due ricorsi, entrambe persi. Nella seconda sentenza del TAR di Lecce, si è messo in evidenza l’attività dell’Ufficio fosse illogica. Mentre nella prima l’ufficio, che aveva decretato l’inammissibilità dell’istanza per incompetenza, è stato richiamato alle proprie responsabilità istruttorie.
La vicenda ha fatto aprire una spia su un atteggiamento che sembrava ostruzionistico, non potesse essere un fatto isolato.

Sembra che si sia visto giusto.

L’assessore De Maria Giuseppe, nel suo intervento ha citato un atteggiamento diverso dell’Ufficio di fronte allo stesso argomento, ovvero ad una società ha espresso, con Determinazione Dirigenziale n. 630/2012, parere favorevole alla realizzazione di un impianto fotovoltaico in area SIN ed ha sottoposto il parere alla prescrizione di non iniziare i lavori se prima non si avesse avuto il nulla osta ministeriale per l’uso legittimo dei terreni. Mentre in un altro caso (probabilmente è solo una combinazione) che l’ASI, avendo presentato l’istanza 5 mesi più tardi era stata sottoposta ad un regime più restrittivo. Infatti il possesso del nulla osta ministeriale per l’intervento in area SIN era diventato prodromico alla realizzazione del progetto. Ancora, sempre l’assessore De Maria aveva citato un altro iter procedurale, terminato con l’autorizzazione n. 48 del 2013 che si era caratterizzata da due ricorsi nei quali l’Amministrazione Provinciale è stata soccombente. Addirittura la seconda sentenza del TAR di Lecce n. 1965 del 21 maggio 2014 accoglieva il ricorso e condannava alle spese la Provincia di Brindisi arrivando ad affermare nel proprio dispositivo quanto segue:”Pertanto con i provvedimenti oggetto del presente giudizio, è stato sostanzialmente eluso quanto già deciso con la sentenza in esame (primo ricorso TAR perso dalla Provincia)”; ed ancora: “In sostanza con i provvedimenti in esame sono tate imposte delle modalità di trattamento ulteriori rispetto a quelle previste dal Piano delle Acque e dal Codice dell’Ambiente”.

 

 Di stesso tenore è apparso l’intervento del sig. Fabio Protopapa, che denuncia l’assenza di un parere ambientale ad una sua istanza, ed a propria giustificazione l’Ufficio lamenta l’assenza di linee guida, mentre in un altro caso non solo il parere viene reso, ma è pure positivo. Riferisce pure di una nota della Regione Puglia che nella sostanza, indica nell’atteggiamento del dirigente un’interpretazione del tutto personale delle norme ed invita la Provincia di Brindisi ad agire in modo da “Evitare prevedibili, inutili e dannosi contenziosi da cui la Regione Puglia si solleva da ogni responsabilità”.

 

 Le domande che correttamente ci si è posti sono quelle di sapere se tutti gli elementi del Servizio Ambiente ed Ecologia ricoprono un giusto ruolo, sono quelle di quanto potesse costare alla comunità quest’atteggiamento apparentemente ostruzionistico, sono quelle di ritenere utile conoscere l’entità del fenomeno legato alla perdita di cause, atteso che un Ente che non ha soldi per la manutenzione delle strade, per la sicurezza, per le scuole, per i suoi dipendenti, magari li utilizza per pagare spese legali delle cause perse in partenza.

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