May 19, 2025

Villa – Franca è l’originario nome di Francavilla Fontana. Fu dato dal fondatore, il principe D’Angiò, che invitò tutti gli abitanti del circondario ad insediarsi in quella testa promettendo di non applicare gabelle.

La storia – come insegna Vico – si ripete. E’ così “Operazione Villa Franca” viene oggi denominata l’indagine che ha portato al sequestro di 90 fabbricati e terreni ubicati nell’agro di Francavilla Fontana ed alla notifica di 199 avvisi di garanzia, che, tra l’altro, hanno riguardato 6 tecnici comunali e 40 tecnici progettisti e direttori dei lavori.

L’accusa è quella di aver insediato abitazioni – alcune anche di lusso – spacciandole (e pagando le autorizzazioni e le imposte) come se fossero agricoli… Ai tempi dei D’Angiò non era un reato, oggi configura l’ipotesi di lottizzazione abusiva.

 

Il reati ascritti sono quelli previsti dagli arti. 110, 113, 483 c.p., art. 44 e 30 del dpr 6.6.2001, nr. 380: i responsabili, in concorso, e comunque in cooperazione tra loro, hanno attuato una illegittima trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio comunale.

 

L’operazione è stata condotta stamane dagli agenti di Polizia Municipale di Francavilla Fontana su delega della d.ssa Valeria Farina, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Brindisi, su decreto emesso il 10 Marzo scorso dal dott. Giuseppe Licci, Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Brindisi, su richiesta della stessa P.M..

L’indagine è stata aperta sei anni fa, nell’anno 2008, quando in occasione di un controllo di natura edilizia, la squadra di Polizia Giudiziaria accertò che il proprietario di un fabbricato posto in zona agricola aveva ottenuto il permesso di costruire dichiarando falsamente di rivestire la qualifica di bracciante agricolo con un semplice atto notorio allegato alla richiesta, avallato da due testimoni.
Tale escamotage aveva consentito al richiedente di costruire una civile abitazione, in zona agricola, laddove e’ consentita la sola edificazione di immobili che abbiano i requisiti della casa colonica a servizio di attività’ agricola, nonché di usufruire dell’ esonero del pagamento degli oneri.

 

Del fatto fu immediatamente informata la Procura della Repubblica di Brindisi che avvio’ indagini finalizzate a verificare l’esistenza di altri casi analoghi delegando la stessa squadra di polizia giudiziaria.

L’attività’ di indagine avviata riguardo’, in un primo momento, tutti i permessi di costruire rilasciati in favore di braccianti agricoli negli anni 2007 e 2008.

Per ognuno di essi furono effettuate verifiche incrociate presso l’inps e presso il centro territoriale per l’impiego che permisero di accertare che circa il 90 per cento delle attestazioni di qualifica era falso in quanto sottoscritto da impiegati, commercianti, pensionati etc.

A seguito di tanto, la Procura della Repubblica nomino’ un CTU a cui fu affidato il compito di verificare se tutti gli immobili realizzati rispondessero ai requisiti oggettivi necessari all’attività’ agricola. L’esito della consulenza permise di accertare che, nella quasi piena totalità’, erano state realizzate costruzioni destinate a civili abitazioni (alcune con piscina) utili a trascorrere le ferie estive, senza nulla avere a che vedere con l’attività’ agricola. Addirittura, venivano rilasciati permessi di costruire in violazione alla normativa relativa ai ed. lotti minimi (secondo l’UTC di Francavilla Fontana era sufficiente il lotto minimo di mq. 3.200).

 

Avuta contezza del fenomeno dilagante, che aveva provocato lo stravolgimento dell’assetto urbanistico in tutto l’agro francavillese, la Procura della Repubblica, con ulteriore delega dell’anno 2011, decise di estendere i controlli a tutti i permessi di costruire rilasciati dall’anno 2006 al 2011 relativi alla realizzazione di case di campagna, ivi comprese quelle a titolo oneroso, di quelle cioè che non avevano usufruito delle agevolazioni destinate all’agricoltura.
Anche in questa fase furono eseguiti accertamenti incrociati tra il centro territoriale per l’impiego e l’inps. Tra la prima e la seconda delega, presso l’Ufficio Tecnico Comunale, furono acquisiti circa cinquecento fascicoli per ognuno dei quali fu eseguito sopralluogo da parte del CTU, coadiuvato da personale del comando di di Polizia di Francavilla Fontana.

Dalla relazione finale del CTU è emerso che circa 400 immobili non erano in regola in quanto i permessi a costruire erano illegittimi per la carenza dei requisiti oggettivi, per la falsità in atti e per altre varie irregolarità, in particolare la violazione delle norme che riguardano la tutela paesaggistica.

 

In definitiva la Procura della Repubblica ha accertato il reato di lottizzazione abusiva che ha comportato una trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio comunale da area agricola a residenziale, frutto di una illecita prassi amministrativa ed edificatoria costruita da fraudolenti concertazioni tra i committenti che, con la pratica di falso atto notorio creavano artatamente i presupposti soggettivi, i progettisti, che fornivano lo strumento tecnico nella consapevolezza che nessuna attività agricola e di coltivazione era praticata sui fondi interessati, i tecnici comunale che, in assenza dei requisiti di legge, garantivano il conseguimento del permesso a costruire e l’autorizzazione paesaggistica sulla base di procedimenti autorizzativi “fac simile” e carenti nelle istruttorie, omettendo di vigilare sul fenomeno che – per vastità – non poteva che essere constatato ed interrotto.

 

A conferma del sistema fraudolento venutosi a creare la circostanza che – come per incanto – il tutto è terminato con l’avvio delle indagini. Non solo. I tecnici comunali erano sempre gli stessi, così come i tecnici progettisti, tra i quali vi sono anche assessori e consiglieri comunali.

Un altro grave aspetto della vicenda è rappresentato dal fatto che in alcuni casi l’immobile realizzato con tali modalità è stato poi rivenduto a terzi, qualcuno in buona fede, comportando così una premeditata speculazione.

 

 

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