May 7, 2025

Ma in Italia esiste una mappatura dei paesi, cittadine, luoghi come borghi o frazioni quasi del tutto abbandonati ormai per il mutamento economico – sociale e culturale?
Mi riferisco a contesti che appaiono obsoleti sia per le condizioni di vita (stile ed abitudini ) che per la struttura economica, indebolita e poi annientata dall’abbandono di attività quali l’agricoltura, l’allevamento di animali, la preparazione di prodotti ortofrutticoli e legati alla pastorizia ….

 
L’industrializzazione e fenomeni quali la globalizzazione ci hanno resi gradualmente sempre più distanti dal quel modus vivendi che fondava il sostentamento quotidiano sull’uso di mezzi di produzione diretta e consumo immediato ad uso privato non escludendone la vendita per trarne un profitto.

 
Girando per borghi e paesi anche solo attraverso un viaggio in autostrada cogliendone gli scorci da lontano, la percezione di un Italia da riciclare nelle sue bellezze e risorse materiali, appare evidente attraverso la successiva ricognizione mediante guide turistiche forse obsolete perché il presente ha cancellato progressivamente quei luoghi lasciandoli dimora di pochi disperati, in genere anziani, chiudendo progressivamente scuole, uffici, servizi vari ma, in primis quelle attività magari radicate e parte integrante della storia e dell’economia dei medesimi.

 

 

Veniamo al dunque: cosa intendiamo fare? Condurre al degrado totale bellezze e risorse potenziali del nostro Bel paese sullo stile delle città fantasma del west america o tentare di trovare soluzioni alternative?
Quindi, quali potrebbero essere le proposte da passare al vaglio?

 

Ce n’è una che da un po’ mi ronza nella testa in questo clima di caccia al migrante che squalifica agli occhi di chi continua a vivere di buone intenzioni ed azioni, quanti esprimono un odio razziale del tutto insospettabile: buoni, magari teneri e, diciamolo in maniera esaustiva, umani, divengono repentinamente cacciatori di teste quando si tocca l’argomento migranti.
Se il povero Fracchia ( interpretato da Paolo Villaggio) dei tempi andati diceva al dirigente “ quanto è umano lei…” mentre veniva sottoposto alle torture più temibili, gli attuali cacciatori di migranti rivendicano un’ umanità che stride con comportamenti ed espressioni nazi – gestapo mista a slogan da curva sud .

 

Nouveaux économistes inoltre, vedono il pil strettamente collegato all’accoglienza dei migranti o alla chiusura delle frontiere con filo spinato, alta tensione, mine antiuomo o altro deterrente violento…
Ma veniamo alla proposta : ripopolare i borghi, riprendere quelle attività abbandonate o in fase di inevitabile fine , sostenere gli anziani dei luoghi… insomma ripopolare diciamo così i villaggi, riaprire le scuole con i nostri insegnanti disoccupati o precari, riattivare quanto di attivo e produttivo c’è intorno ad un nucleo abitativo con l’ausilio dell’inserimento dei migranti .
Destinati non alla liquidità del sistema neocapitalistico e multimediale che illumina gli occhi e le menti di queste persone scampate a guerre, fame, povertà totale e morte sicura, BENVENUTI IN ITALIA potrebbe essere per i migranti un progetto di costruzione di radici nuove, usando canali e solchi già esistenti, scavati dalle genti che hanno vissuto e lavorato nella nostra Italia.
Devo dire che accetterei se mi proponessero una simile prospettiva di inserimento nel tessuto sociale di un altro paese, perché mi offrirebbe l’opportunità di ricostruire una vita dignitosa con significati e valori e con l’obiettivo di una piena integrazione in un luogo altrimenti straniero.

 
Mi chiedo se loro accetterebbero.. i migranti… è giusto chiederselo.

 
Sono accecati come noi dal mito della globalizzazione e delle città metropolitane? Possiamo avanzare la proposta ma prima è necessario costruirla, una simile strategia di integrazione.
E’ necessario costruire progetti e proposte creative, dall’immaginazione al potere, slogan coniato negli anni delle lotte studentesche da un’opera del filosofo H.Marcuse per indicare una modalità rivoluzionaria di gestire le istituzioni e la politica, sono passati più di 40 anni, ma stiamo vivendo un progressivo processo involutivo.

 

“ Sig. Presidente del Consiglio, non crede che lei e la sua squadra di governo seguiate percorsi troppo razionali e non intravediate altre vie se non quelle prodotte a tavolino per far quadrare i conti in un paese al collasso per mali quali la povertà, il disagio sociale, la paralisi del mercato del lavoro e dei servizi ai cittadini, e, non da ultimo, come abbiamo inteso rilevare, il fenomeno delle migrazioni e della relativa accoglienza delle popolazioni ?
Certo è che non abbiamo nulla da perdere e tutto da guadagnare, ma non so se e quanto questo modus operandi sia di vostro interesse e competenza.”

 

Iacopina Maiolo

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