Il ventaglio di possibilità di crescita che offre il nuovo PSR 2014-2020 apre opportunità che dovrebbero cogliere tutti i territori pugliesi.
Il Piano di comunicazione del PSR nell’anno 2016, anno di pubblicazione dei primi bandi, prevede l’impegno di più soggetti pubblici a richiamare l’attenzione dei potenziali destinatari (pubblico, beneficiari potenziali, beneficiari effettivi e moltiplicatori dell’informazione) sui temi prioritari della nuova programmazione, portando i singoli e la collettività a maturare consapevolezze, bisogni e orientamenti nell’ottica dello sviluppo rurale, e da oggi anche delle attività marittime, della pesca e dell’acquacoltura.
Da direttore di uno dei più giovani Enti di formazione accreditati dalla Regione Puglia seguo le iniziative realizzate dalle Confederazioni del settore agricolo nelle province di Lecce e Brindisi e penso che, unendo forze e competenze si potrebbe agire positivamente, insieme, per lo sviluppo delle imprese e del lavoro sul nostro territorio provinciale, sia nel settore agricolo che quello della pesca.
Nel confronto con amici agronomi, biologi, piccoli imprenditori e lavoratori agricoli e della pesca è cresciuta la consapevolezza che gli enti di formazione sono i nodi centrali, nella rete di attuazione dei progetti, per creare nuove competenze e posti di lavoro.
Questo confronto, stimolato ultimamente dagli articoli apparsi sulla stampa a firma di Di Pietrangelo, si è ampliato e alcuni di noi si sono chiesti come mai, in città, la partecipazione e il dialogo sul PSR pugliese, tra i soggetti pubblici e privati, fosse ancora così ridotto nonostante il piano di comunicazione secondo l’approccio della Commissione Europea sulla comunicazione fosse basato su questi tre principi:
• ascoltare il pubblico, intendendo la comunicazione come dialogo e scambio di informazioni e opinioni, volte anche a migliorare l’attuazione dello stesso Programma di Sviluppo Rurale;
• spiegare come le politiche, i programmi e i progetti incidano sulla vita quotidiana delle persone, in un modo comprensibile per i cittadini e utile per seguire gli sviluppi politici a livello europeo;
• contattare le persone a livello locale con approcci personalizzati e attraverso i mezzi di comunicazione più adatti ed efficaci.
Oggi, con soli 4 anni a disposizione sul settennio 2014-2020, è indispensabile colmare queste carenze di comunicazione e di azione.
E’ assurdo che Brindisi rimanga esclusa dall’utilizzo dei Fondi per l’Agricoltura e per la Pesca.
Ad intervenire, ora, penso, dovrebbero essere proprio i GAL, primo fra tutti il GAL TERRA DEI MESSAPI, che vede i Comuni di Torchiarolo e San Pietro V.co, sud della provincia brindisina, tra i primi a promuoverlo e costituirlo, i più interessati a condividere uno sviluppo omogeneo incorporando le zone costiere del capoluogo.
Non a caso il nuovo approccio di programmazione dei GAL prevede una strategia di sviluppo di tipo partecipativo che interessi sia le aree rurali che quelle costiere, insieme si potranno finalmente attivare i Fondi FEAMP (Fondo per gli affari marittimi e della pesca) e FEASR (Fondo di sviluppo rurale).
Bisognerebbe unire le forze, mettere insieme la storia e le esperienze, creare quelle sinergie tra soggetti privati che operano in questi Comuni e che possono rappresentare la vera alternativa alla crisi industriale dell’energia e della chimica, anche per le nuove politiche ambientali mondiali.
Sarebbe auspicabile che del GAL Terra dei Messapi, possa far parte anche la comunità brindisina, in grado di dare quel contributo di idee e progetti innovativi. Penso che, per i soci privati e per i Comuni appena citati, sia conveniente, avere la città capoluogo all’interno del GAL con un ruolo da protagonista, per l’ampiezza del territorio rurale che per la lunghezza della costa. Tale unione produrrebbe una crescita omogenea del territorio, e soprattutto in una direzione unica da percorrere.
Se pensiamo alle opportunità messe a disposizione dal FEAMP, possiamo osservare che sono finanziabili misure per lo sviluppo, la competitività e la sostenibilità della pesca costiera artigianale.
Tra queste misure, quelle per le quali ci sentiamo di dare un nostro contributo, quelle specifiche relative agli interventi :
-la promozione del capitale umano, la creazione di posti di lavoro e del dialogo sociale e nel quadro delle iniziative previste, si potranno promuovere interventi per la formazione professionale, l’apprendimento permanente, progetti comuni, la diffusione delle conoscenze di carattere economico, tecnico, normativo o scientifico e delle pratiche innovative, nonché l’acquisizione di nuove competenze professionali, connesse in particolare alla gestione sostenibile degli ecosistemi marini, l’igiene, la salute, la sicurezza, le attività nel settore marittimo, l’innovazione e l’imprenditoria.
Nella formazione potranno essere finanziati ad esempio tirocini formativi, a bordo di pescherecci adibiti alla pesca costiera artigianale e corsi su pratiche di pesca sostenibili e conservazione delle risorse biologiche marine .
Questa misura è estremamente significativa ai fini della diffusione di buone pratiche, di conoscenze e dell’acquisizione di nuove competenze e per la promozione del ricambio generazionale di cui la pesca costiera artigianale ha bisogno. E’ inoltre importante la possibilità per le figure femminili, fulcro in molti contesti dell’organizzazione familiare e lavorativa dei pescatori, di poter usufruire del sostegno del FEAMP.
Spero che questo intervento possa contribuire a intensificare un dialogo costruttivo sul PSR.
Teodoro Piscopiello
Direttore INPUGLIA
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