Mercoledì 5 dicembre a Ostuni si solleverà il sipario su una nuova Stagione di Prosa. Sette gli incontri in programma che compongono un cartellone di grande pregio artistico, messo a punto dal Teatro Pubblico Pugliese per il Comune di Ostuni. Presieduta dal sindaco Gianfranco Coppola e dall’assessore alla Cultura e al Turismo Vittorio Carparelli, la conferenza stampa che si è svolta nella mattinata di oggi, giovedì 8 novembre, ha svelato titoli e protagonisti della Stagione di Prosa 2018/19 che da dicembre 2018 a marzo 2019 accompagnerà la comunità locale in un appassionante percorso fatto di emozioni e cultura. A illustrare nel dettaglio la rassegna che si svolgerà presso lo SlowCinema, il responsabile della struttura ed ex Presidente del TPP Carmelo Grassi; la responsabile delle attività teatrali Giulia Delli Santi, Roberto Romeo, membro del consiglio di amministrazione e Luana Giacovelli, responsabile della programmazione artistica dello SlowCinema, nonché coautrice di uno dei testi selezionati.
«Sono estremamente felice di aver contribuito a realizzare una stagione di grandissima qualità – spiega Carmelo Grassi – e questo è stato possibile esclusivamente grazie alla fiducia accordata al Teatro Pubblico Pugliese dal Comune di Ostuni. Due realtà che si sono interfacciate con competenza per far sì che la Città bianca potesse accogliere, dopo oltre un anno di pausa, una nuova Stagione di Prosa».
«L’obiettivo perseguito dal Teatro Pubblico Pugliese, condiviso ampiamente dall’amministrazione comunale – afferma l’assessore Carparelli – è stato quello di raccogliere in un’unica stagione teatrale tutte le eccellenze che il territorio possiede in campo artistico. Professionisti che senza dubbio contribuiscono a diffondere un’incredibile bellezza in tutto il mondo, partendo appunto dalla Puglia. Una prerogativa che mi appartiene, come dimostrato dalla programmazione di “Un’emozione chiamata libro”, che ha visto protagonisti scrittori ostunesi e pugliesi, accanto a grandi firme della letteratura e del giornalismo italiano. Il TPP dimostra ancora una volta di avere la risposta giusta al momento giusto: non potendo contare sulla struttura che storicamente ospita la stagione teatrale, realizza un’operazione perfettamente in sintonia con le esigenze logistiche e soprattutto con la sete di cultura che anima la comunità locale».
«La creazione di realtà come quella del Teatro Pubblico Pugliese è stata una grande intuizione – ha dichiarato il sindaco Coppola – perché oggi a questa realtà riconosciamo il merito di aver portato la nostra Puglia all’attuale livello culturale. Ringrazio Carmelo Grassi per aver messo a disposizione lo SlowCinema, dato che il cine-teatro Roma è tuttora interessato dai lavori di ristrutturazione. Approfitto per rassicurare la cittadinanza in merito al fatto che non cambierà la destinazione d’uso della struttura, che rimarrà fruibile sia come teatro, che come cinema. In questo frangente non lasceremo la città senza teatro, anzi ci prepariamo ad apprezzare la qualità degli autori e degli interpreti nostrani, affinché si sentano giustamente dei “profeti in patria”. Chiudo invitando tutti gli ostunesi a partecipare agli spettacoli in programma ed estendo l’invito anche agli amanti del teatro dei borghi limitrofi, confidando sempre in un confronto costruttivo di costante crescita culturale».
«La contemporaneità va in scena con la stagione teatrale ostunese – dichiara Giulia Delli Santi – che offre la possibilità di spaziare tra musica, prosa e poesia, grazie a interpreti famosi in tutta Italia e all’estero per le loro eccezionali doti artistiche. La musica apre e chiude la rassegna del Teatro SlowCinema con “Lucio”, un tributo in chiave Jazz a Lucio Dalla, ideato ed eseguito dal cantautore Renzo Rubino e dal sassofonista Raffaele Casarano, e con “Club 27”, uno spettacolo messo in scena da Ippolito Chiariello per la regia di Michelangelo Campanile, che narra le storie di quei grandi miti della musica mondiale che si sono spenti a 27 anni. Nel mezzo troviamo Licia Lanera con le sue favole rock in “Black’s tales tour”; Vittorio Continelli con “Matteo Salvatore: due nomi e nessun cognome; Luigi D’Elia con “Zanna Bianca”; Gaetano Colella con “Icaro caduto”; Fabrizio Saccomanno con “Iancu”».
«Bisogna pensare a questa stagione come un’occasione per formare un pubblico attento – spiega Luana Giacovelli – per educare alla sensibilità artistica attraverso storie importanti, raccontate da attori che lavorano con grande impegno, facendo quotidianamente fronte alle difficoltà oggettive che presenta il nostro territorio».
«Nel portare i saluti del Presidente Giuseppe D’Urso e di tutti i membri del Consiglio di Amministrazione – afferma Roberto Romeo – mi dichiaro soddisfatto per la scelta che ha orientato la composizione del cartellone che oggi presentiamo. Penso che Ostuni sia la nuova capitale del teatro grazie a questa rassegna che, attraverso i migliori interpreti pugliesi, racconta storie di ineguagliabile sensibilità e bellezza che descrivono l’intera umanità. Il palcoscenico è sempre uno specchio che rimanda fedelmente l’immagine della società passata e presente, per rendere migliore quella futura».
Tutte le informazioni relative alla Stagione di Prosa 2018/19 sono reperibili sul sito del TPP, nella pagina dedicata al Comune di Ostuni (http://www.teatropubblicopugliese.it/tipo_rassegna_5_ostuni_4849.html).
COMUNE DI OSTUNI
TEATRO PUBBLICO PUGLIESE
Slowcinema
Stagione di prosa 2018/19
mercoledì 5 dicembre 2018
Renzo Rubino & Raffaele Casarano
LUCIO
Omaggio a Lucio Dalla
Il cantautore pugliese Renzo Rubino, accompagnato dal sassofono di Raffaele Casarano, in una serata emozionante in ricordo di Lucio Dalla. Renzo Rubino parla di sé e delle sue passioni, dalla musica di Dalla al cinema, per il concerto-omaggio al cantautore bolognese, insieme al jazzista Raffaele Casarano: solo voce, piano e sax. Renzo Rubino e Raffaele Casarano celebreranno dunque un omaggio con un riarrangiamento tutto personale delle poesie fatte musica che sono ormai colonna sonora e l’eredità che ha lasciato il grande cantautore bolognese.
«Io e te, pianoforte e sax, che ne dici? – gli ha chiesto Raffaele Casarano – Raffa facciamo una prova? – Ha rimbrottato lui – Renzo, è jazz, ha concluso l’ideatore del Locomotive jazz festival. Ed è proprio così: è jazz, è musica, è vita ma anche gioco, o un gioco che è diventato vita e non smette di mettere energia nella testa, nelle mani e nella voce di questo giovane musicista che ha incantato, tra gli altri, Fabio Fazio tanto da essere il protagonista il sabato sera di Che Fuori Tempo Che Fa. «Ho suonato il pianoforte di Lucio a casa di Lucio – ricorda Renzo – e per me è stato come conoscerlo. Quel giorno si è chiuso il cerchio».(tratto dal CORRIERE DEL MEZZOGIORNO 2018)
mercoledì 16 gennaio 2019
Compagnia Licia Lanera
THE BLACK’S TALES TOUR
di Licia Lanera
con Licia Lanera e Tommaso Qzerty Danisi
assistente regia Danilo Giuva
regia LICIA LANERA
Il progetto The Black’s Tales Tour è nato dalla necessità di sperimentare il rapporto che si instaura tra voce, musica e gesto e del processo evolutivo che naturalmente ne consegue. Lo spettacolo rappresenta infatti un work-in-progress continuo attraverso cui si ha la possibilità di allontanarsi dall’idea originale, per poi farvi ritorno. Le fiabe sono l’archetipo, il pre-visto, il pre-detto; sono la letteratura genuina dei più profondi sentimenti umani. Partendo da cinque fiabe classiche, La Sirenetta, Scarpette rosse, Il pescatore e sua moglie, Cenerentola e Biancaneve, spogliate della loro parte edulcorata e consolatoria tipica del mondo dei bambini e presentate in tutta la verità della loro versione autentica, Licia Lanera opera una vera e propria riscrittura, conferendo alle stesse una nuova e personale originalità.
giovedì 31 gennaio 2019
Ass. Culturale Sidera
Vittorio Continelli
MATTEO SALVATORE: DUE NOMI, MANCO UN COGNOME
musiche eseguite dal vivo da Francesco Maggiore
di VITTORIO CONTINELLI e LUANA GIACOVELLI
Matteo Salvatore: due nomi, manco un cognome è la storia di una disfatta o forse no. Un attore e un musicista raccontano di un uomo. Testo, musica e canzoni si alternano, si inseguono, finiscono per mescolarsi in una messa in scena semplice e diretta: suono e parola, fame nera e successo, candore e furbizia spicciola. Ci sono vite avventurose e dolorosissime che vanno raccontate, vite che producono testimonianze senza pari di un momento storico o di un territorio particolare. Matteo Salvatore è stato molte cose e di queste cose è stato tutto il contrario, cantore della classe contadina più sfruttata e affamata della storia del ‘900 e insieme simbolo di riscatto che non arriva mai all’affrancamento totale. Un sogno infranto, una corsa interrotta a un metro dl traguardo.
mercoledì 13 febbraio 2019
INTI
Luigi D’Elia
ZANNA BIANCA
della natura selvaggia – Il racconto
di Francesco Niccolini
liberamente ispirato ai romanzi e alla vita avventurosa di Jack London
regia FRANCESCO NICCOLINI e LUIGI D’ELIA
con il sostegno della Residenza artistica di Novoli
Nel grande Nord, al centro di un silenzio bianco e sconfinato, una lupa con chiazze di pelo color rosso cannella sul capo e una lunga striscia bianca sul petto, ha trovato la tana migliore dove far nascere i suoi cuccioli. Tra questi un batuffolo di pelo che presto diventerà il lupo più famoso di tutti i tempi: Zanna Bianca. Luigi D’Elia e Francesco Niccolini tornano nel luogo che amano di più, la grande foresta. Ma se cinque anni fa l’avevano raccontata con gli occhi di un bambino meravigliato e di un nonno esperto e silenzioso, questa volta rinunciano agli esseri umani e alle loro parole, per incontrare chi della foresta fa parte come le sue ombre, il muschio, l’ossigeno: i lupi. Questo è uno spettacolo che ha gli occhi di un lupo, da quando cucciolo per la prima volta scopre il mondo fuori dalla tana a quando fa esperienza della vita, della morte, della notte, dell’uomo, fino all’incontro più strano un ululato sconosciuto, nella notte. E da lì non si torna più indietro.
mercoledì 27 febbraio 2019
ArmamaxaTeatro/PagineBiancheTeatro
Gaetano Colella
ICARO CADUTO
testo Gaetano Colella
costume Lisa Serio
scena Paolo Baroni
disegno luci Loredana Oddone
in collaborazione con Catalyst
regia ENRICO MESSINA
La storia è nota: Icaro precipita in mare dopo essere fuggito con suo padre Dedalo dal labirinto, a Creta. Le ali artificiali si sfaldano non appena il giovane si avvicina al sole. Il padre disperato, dopo averlo cercato a lungo, si rifugia in Sicilia. Icaro Caduto racconta tutto quello che segue la funesta caduta di Icaro: il ragazzino, dopo lo schianto in mare, non muore. Un pescatore lo raccoglie e lo porta a casa da sua moglie. Qui cresce Icaro, redivivo, in una famiglia pugliese che lo osserva, lo nutre, lo accudisce. Intorno a lui pullula un villaggio di gente curiosa di vedere da vicino com’è fatto un angelo caduto dal cielo. Il suo corpo porta i segni dello schianto, ma la sua memoria è ancora fresca. Che fine ha fatto sua madre che ogni giorno alle porte del labirinto pregava Minosse che gli restituisse il figlio? E dov’è adesso suo padre, il geniale Dedalo che da sempre ha preferito dedicarsi alle sue invenzioni invece che a suo figlio? Icaro non ha dubbi: non appena riuscirà a camminare raggiungerà la Sicilia e cercherà suo padre. Icaro Caduto racconta una storia senza tempo: il complesso, delicato e meraviglioso rapporto che lega un figlio a un padre.
giovedì 7 marzo 2019
URA Teatro
Fabrizio Saccomanno
IANCU
un paese vuol dire
testo di Francesco Niccolini e Fabrizio Saccomanno
progetto di FABRIZIO SACCOMANNO
Questo è il racconto di una giornata. Una domenica dell’agosto del 1976 in cui la grande Storia, quella con la S maiuscola, invade la vita e le strade di un paese del Salento.Un famoso bandito, fuggito dal carcere di Lecce due giorni prima, è stato riconosciuto mentre si nasconde nelle campagne del paese. Inizia così una tragicomica caccia all’uomo che coinvolge un po’ tutti, bambini compresi. Ma questo non è solo il racconto di una giornata. È il racconto di un’infanzia e degli inganni e le illusioni che la circondano. Ed è soprattutto il racconto di un’epoca. Attraverso gli occhi di un bambino di otto anni viene ricostruito il mosaico del ricordo: uno strano e deformato affresco di quegli anni nel profondo Sud. Un sud che oggi non c’è più, piazze e comunità che si sono svuotate e si sono imbarbarite, o sono state svendute.
Nessuna cartolina, nessuna nostalgia: è un mondo duro, cupo, eppure comico e grottesco. Un mondo fotografato un attimo prima di scomparire. Un mondo di figure mitiche, contadini, preti, nonni, libellule, giornaletti e una gran voglia di diventare grandi, chissà poi perché.
giovedì 28 marzo 2019
Compagnia La Luna Nel Letto / Ass. Cult. Tra Il Dire E Il Fare
Ippolito Chiarello
CLUB 27
in coproduzione Con Nasca Teatri Di Terra
un progetto di Ippolito Chiarello
testi di Francesco Niccolini
regia MICHELANGELO CAMPANALE
Un uomo radio. Una consolle da dj, un microfono. E delle storie, da raccontare preferibilmente di notte. Storie di grandi miti, autentiche stelle: quelle del rock, quelle del Club 27. Leggende del rock, di cui sappiamo tutto ma che abbiamo voglia di ascoltare ancora una volta. One more time, come i bambini che ogni sera hanno bisogno delle stesse fiabe per addormentarsi. Racconti, canzoni, parole, dediche, tutto intrecciato e soprattutto intriso delle storie delle star esplose in cielo (o agli inferi), nel loro ventisettesimo anno di età: Jimi Hendrix, Kurt Cobain, Robert Johnson, Jim Morrison, Amy Winehouse, e tutti gli altri del club. L’uomo radio racconta: ho sempre avuto una passione per i miti, gli eroi e i supereroi, gli immortali, insomma. Ho sempre pensato poi che i miti della musica, in particolare quelli del Club 27, gli immortali per eccellenza, a volte, in preda al loro distruttivo delirio di onnipotenza e nonostante le loro vite tragiche e “mortali”, sono stati supereroi con poteri straordinari, capaci di creare opere che ci salvano attraverso la loro bellezza.
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